Che senso ha la riflessione della fantascienza sul presente, il futuro e il passato? Che senso ha la sua tendenza ad ammonire o considerare modi alternativi di pensare e agire? Che senso ha la sua analisi delle possibili conseguenze della scienza e della tecnologia, o dell’organizzazione sociale e degli orientamenti politici? Nella migliore delle ipotesi, la fantascienza stimola l’immaginazione e la creatività. Porta i lettori e gli scrittori fuori dai terreni battuti, fuori dallo spazio angusto, dal sentiero angusto, di ciò che «chiunque» sta dicendo, facendo o pensando, a prescindere da chi possa essere questo «chiunque» nel momento presente
Il racconto di fantascienza è molto spesso basato sull’incontro e sullo scontro inevitabile di due specie: quella umana e quella aliena – si pensi all’intramontabile classico La guerra dei mondi. Sarebbe ingiusto, però, escludere da questa considerazione racconti basati invece sull’assunto contrario: che specie umane e aliene possono convivere in maniera pacifica e dove il nemico non è costituito necessariamente dall’ “altro”, almeno non in quanto “altro”.
Alcuni dei racconti presentati nel libro La sera, il giorno e la notte di Octavia Butler sembrerebbero trovarsi su questa seconda linea di pensiero, ovvero basati sull’interscambio delle culture aliene e quelle umane.
Il confronto con il diverso è stato immaginato in maniera meno plateale dall’autrice statunitense, in maniera più realistica, dove gli alieni e gli umani hanno le loro ragioni per agire in determinati modi.
Vengono descritti rapporti basati sulle principali emozioni umane: la gelosia, la diffidenza, la paura, ma anche la logica e la tolleranza. Ne sono alcuni esempi il ragazzo destinato all’aliena per riprodursi che accetta per senso di dovere e di affetto, una breve storia di amore e convenienza nata in un mondo in cui gli umani hanno subito danni comunicativi, due ragazzi che decidono di condividere il futuro nonostante questo non sia roseo per entrambi, una donna che ricade nelle sue dipendenze perché non riesce ad uscire dalla sua monotona vita, e altre storie.
Si tratta fondamentalmente di racconti il cui “motore che muove le cose” è costituito da scelte. Anche dove sembra che il fato predomini su tutta l’agency di cui è capace un essere vivente, l’esito del racconto è comunque determinato da una scelta personale, alla fine.
La volontà dell’autrice di svelare la dimensione umana delle vicende fantascientifiche è data soprattutto dalla presenza delle Postfazioni che, alla fine di ogni storia, raccontano i retroscena emotivi e cognitivi che hanno portato l’autrice a scegliere di raccontare quella determinata vicenda e come raccontarla. A questo si aggiungano i due saggi sulla scrittura inseriti nelle pagine del libro, da cui è tratto il frammento sopra. Questi possono essere intesi come un’autobiografia sugli inizi del suo lavoro, sulle difficoltà affrontate in quanto donna nera e sulle intenzioni che muovono l’autrice, ma anche un vademecum per i futuri scrittori, contenenti preziosi consigli sull’approccio giusto.
Lui le sfiorò la bocca e fece il gesto di parlare con le dita. Era in grado di parlare? Rye annuì e vide Obsidian avere un moto di invidia che poi scacciò via. Ora avevano entrambi ammesso qualcosa che era pericoloso ammettere, e non c’era stata violenza
Scegliere come agire, come pensare, come comportarsi di fronte a una situazione spinosa e disperata è un atto di coraggio, e in fondo il fil rouge di tutti i racconti presenti in questo libro - compresi i saggi - potrebbe essere proprio questo: il coraggio, per certi versi la somma delle emozioni umane.
Con uno stile delicato ed energico allo stesso tempo, che lascia il posto in larga parte alla parola diretta dei personaggi, questa raccolta potrebbe essere lo spunto perfetto per riflettere su vari argomenti importanti per il nostro tempo. Si parla - in racconti che sono diversi per argomento e a volte anche per genere letterario - di tolleranza, comprensione, ascolto, compassione, di determinazione e di tanto altro. Molto spesso si ha bisogno del confronto con il diverso per riscoprire questi valori. Butler ce lo insegna molto bene e questo è ciò che rende questa raccolta una lettura per certi versi necessaria per il nostro tempo.
Una sorta di grande metafora dell’umanità che ha bisogno del diverso per riconoscersi tale.
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