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Le colline della morte di Chris Offutt

I boschi e le colline del Kentucky, i suoi abitanti schivi e duri, i lavori faticosi e il legame di sangue che tiene unite le famiglie in qualsiasi condizione, sono da sempre il marchio di fabbrica di Chris Offutt, scrittore e sceneggiatore statunitense.

In questo nuovo romanzo, alle descrizioni di paesaggi e comunità, si unisce la ricerca del colpevole di un delitto, la presenza di sceriffi, investigatori, FBI, dando al suo romanzo un tratto noir che ammanta piante e staccionate delle abitazioni, vecchi pick-up, strade dissestate e fucili, armi che spuntano facilmente da sotto la giacca di ogni abitante appena sente la minaccia di un pericolo, o anche solo di un visitatore nei pressi della propria dimora, stazioni di rifornimento e animali selvatici. Il clima è sempre quello di diffidenza, di rancore, di rabbia, di omertà, l'unico collante sociale è quello familiare, in un ambiente dove tutti si conoscono dalla nascita. La violenza si tramanda di generazione in generazione, finché i conti di qualche antico torto sono stati saldati. C'è un codice di comportamento non scritto che tutti devono rispettare, per questo chi arriva da fuori non è mai ben accetto, non c'è speranza né redenzione per chi si allontana dal proprio luogo d'origine, dallo Stato, perché poi probabilmente finirà per tornarci.

Così per il protagonista, un investigatore dell'esercito, duro e fragile, abile e irrequieto, sempre in giro per il mondo, tornato a casa per l'imminente parto della moglie, con cui ha ormai pochissimi rapporti, e determinato ad aiutare la sorella, appena nominata Sceriffo, la cui presenza però dà fastidio al politico di turno, anche e soprattutto perché in quel ruolo la tradizione pretende che ci sia un uomo, e non una donna, destinata ad altri compiti all'interno della società

Quanto del passato che abbiamo vissuto, che abbiamo ereditato dalla famiglia, ci portiamo dietro anche senza esserne consapevoli? Quanto c'è di già tracciato nella strada che stiamo percorrendo, pensando di poter andare invece dove ci pare? Quanto le scelte che compiamo sono influenzate dal retaggio di quello che abbiamo già vissuto in precedenza, addirittura dai nostri genitori ed antenati?

La fede cieca in un senso di appartenenza ad una tradizione che ha già scelto, impermeabile ad ogni sospetto di errore o dell'esistenza di qualcosa di diverso:

La gente degli Appalachi viveva secondo vecchi codici che li costringevano all'azione. Le offese erano sempre un fatto personale. Le vendette si tramandavano per generazioni. A scuola, ogni mattina, prima dell'inizio delle lezioni, Mick aveva recitato il giuramento alla bandiera e il Padre Nostro

Quindi la scorza degli abitanti di questi luoghi è dura, insensibile alle difficoltà, e l'abitudine è quella a cavarsela da soli, nel bene e nel male.

Offutt è un grande narratore, capace di incantare con i suoi romanzi, come Country dark e Il fratello buono. Quest'ultimo, scritto nel 1997 e pubblicato in italiano nel 2020, è assolutamente da rileggere alla luce di quanto accaduto ad inizio anno negli Stati Uniti, con l'assalto a Washington di fanatici sostenitori dell'ex presidente Trump al Campidoglio, con slogan e sfogo di violenza ed armi in qualche modo retaggio di una cultura politica che ha da sempre una forte presa su milioni di cittadini, con l'invocazione di una libertà che è quella personale, una solidarietà che riguarda solo la propria comunità, i propri diritti di proprietà e potere.
Ma lo è anche con i suoi libri di racconti, Nelle terre di nessuno e A casa e ritorno. Interessante anche il memoir Mio padre, il pornografo, sul genitore poco compreso, amato e temuto, capace di scrivere, sotto vari pseudonimi, centinaia di romanzi, per lo più pornografici, ma anche fantasy e di fantascienza.

È bello però perdersi leggendo di questi boschi, ammirare i colori del cielo e della vegetazione rigogliosa, immaginando di sorseggiare un buon whisky seduti in veranda, su una sedia a dondolo.

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