La bocciatura del referendum per l’eutanasia ha dimostrato che oggi più che mai abbiamo tutti bisogno di comprendere meglio i termini bioetici, a partire dal loro significato.
E proprio per fornire uno strumento agile che circoscriva il perimetro di indagine di questa disciplina, Elena Nave, bioeticista (ma, non a caso, anche docente di scuola primaria) e Maria Teresa Busca, bioeticista e pedagogista hanno scritto Le parole della bioetica – Un dizionario ragionato, edito da Il Pensiero Scientifico.
Breve dizionario ragionato, di agile consultazione, rivolto a chiunque voglia avvicinarsi all'affascinante disciplina della bioetica e conoscerne gli oggetti di indagine. È corredato da rimandi tra lemmi affini, per consentire ulteriori approfondimenti sulle tematiche di interesse, e da una ricca bibliografia tematica.
E il libro è esattamente quel che promette di essere: un dizionario che spiega in termini semplici concetti complessi, partendo dal significato stesso delle parole.
“Siamo partite dal dizionario invece che dal manuale proprio per voler rendere ragione di tutto ciò che accade nella vita delle persone attraverso quei termini che sono ormai diventati di uso comune. Per esempio, la parola ‘triage’ che fino a due anni fa era una parola estranea a molti ma con il Covid-19 è diventata di uso comune e similmente anche diversi altri termini quali ‘terapia intensiva’ e ‘allocazione delle risorse’” spiega Maria Teresa Busca. “A parte il mio amore personale per i dizionari che danno a ogni termine la giusta definizione affinché venga usato nella maniera più adeguata, è stato il desiderio di chiarire in maniera semplice quelli che sono i problemi della vita che ci ha spinto a scriverlo. La bioetica è proprio questo: un lungo ragionamento su quello che accade nella vita di tutti e che perciò deve rispondere alle domande di tutti”.
L’approccio definitorio a problemi complessi consente di evitare la polarizzazione ideologica che caratterizza il dibattito bioetico in Italia, dove la cosiddetta bioetica pratica - ovvero la disciplina che, partendo da una riflessione multidisciplinare legale, filosofica, teologica e politica si traduce in una prassi di mediazione per il bene comune – è davvero poco praticata. Troppo spesso il compromesso, che dovrebbe essere l’essenza della prassi bioetica, è irraggiungibile perché coloro che sono chiamati a decidere, politici, giuristi ma anche membri di comitati etici, si sentono investiti del ruolo di difensore di un’idea o di una interpretazione, invece che del ruolo di servizio che più si confà all’esperto.
In un Paese dove è raro trovare un bioeticista alle dipendenze di un grande ospedale per supportare gli operatori e i pazienti nelle scelte quotidiane (figura assai più diffusa nel resto d’Europa e negli Stati Uniti), non deve stupire che si confondano ancora eutanasia e suicidio assistito, triage e stratificazione del rischio, fecondazione assistita e donazione di gameti.
Le autrici hanno pensato proprio ai più giovani, poiché questo dizionario, come raccontano nell’introduzione, è nato dalle attività per le scuole organizzate dalla Consulta di bioetica onlus, l’associazione di cui ambedue fanno parte e che è stata la culla della riflessione bioetica laica in Italia fin dalla sua fondazione, nel 1989.
“Ci si augura possa aiutare i giovani a pensare al futuro senza smarrimento, ad assistere le persone in crisi affinché possano ragionare con lucidità su fatti drammatici, a porre infine le basi intellettuali per affrontare ciò che di più prezioso abbiamo: lo svolgersi della nostra vita. Il viaggio che il lettore intraprende con questo libro parte alle parole, ma non è di sole parole” scrivono le autrici, consapevoli di quanto importante sia diventato, con il progresso scientifico e tecnologico, riappropriarsi delle parole della bioetica nella loro accezione corretta, per poter esercitare il proprio diritto di cittadini, attraverso il voto ma anche riportando il dibattito sulle “cose della vita” al centro dell’agenda politica, dalla quale quasi tutti i partiti sembrano volerlo cacciar fuori come un ospite ingombrante e sgradito.
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