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Tre ciotole di Michela Murgia

Cavolo, quant’è brava la Murgia!

Scusate, so che non è il modo più consono di aprire una recensione, ma vi prego di concedermi questo guizzo di ammirazione, perché è stata l’esclamazione che mi è uscita di bocca appena conclusa l’ultima pagina.

Quando un libraio cerca di capire quale libro può fare al caso vostro, vi suggerirà quel che considera un bel testo, vi parlerà bene di un imprescindibile, saprà esporvi adeguatamente quel che considera un colpo sicuro (ed eviterà di proporvi ciò che non gli piace…). Ma quando un libraio vi consiglia un libro che lo ha davvero colpito, ve ne accorgerete. Capita a me e lo vedo negli occhi e nell’atteggiamento dei miei colleghi. Il trasporto è diverso: a stento tratteniamo l’emozione e l’esposizione potrebbe risultare meno composta, fremiamo, diventiamo quasi elettrici per l’urgenza di farvelo conoscere. Dico questo, un po’ per giustificare la mia esternazione e un po’ per dirvi che anche il libraio ha i suoi gusti, esattamente come ognuno ha i propri. Ognuno ha un vissuto, un punto di vista, una passione, una delusione, un problema, un segreto che ci rende l’individuo che siamo e ci distingue dalle persone con le quali interagiamo. Ognuno di noi è diverso.

In Tre ciotole, Michela Murgia ci fa entrare nella vita dei suoi personaggi in un momento di passaggio che si ritrovano a sostenere: una malattia, un abbandono, una presa di coscienza, un’epifania che affrontano in maniera del tutto personale per andare avanti.

Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi

Un romanzo fatto di storie che si incastrano e in cui i protagonisti stanno attraversando un cambiamento radicale che costringe ciascuno di loro a forme inedite di sopravvivenza emotiva. "Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita." A volte a stravolgerla è un lutto, una ferita, un licenziamento, una malattia, la perdita di una certezza o di un amore, ma è sempre un mutamento d'orizzonte delle tue speranze che non lascia scampo.

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Le tre ciotole rimettevano a posto tutte le gerarchie tra stomaco e cervello… quello che era un rituale per uscire da una situazione difficile è diventato il mio regime normale.

Storie connesse da fili a volte sottilissimi, che in certi casi raccontano, completano o proseguono le altre, quasi inconsapevolmente.

La quantità di cose che le persone rivelano senza saperlo durante le dirette online mi fa pensare a un inconscio desiderio di rovina

Racconti intimi, intensi, estremamente attuali (“Cartone animato” è il mio preferito!), che rivelano molto più di quel che appare. E nel tentativo di capire meglio quella sensazione di recepire qualcosa che non riuscivo ancora bene a definire, mi è venuto in mente lo splendido discorso che David Foster Wallace tenne per un conferimento alle lauree intitolato “Questa è l’acqua” (si legge in venti minuti, ci si riflette per ore… e rimane per sempre), così mi sono fiondato a rileggerlo. È un’esortazione a prestare attenzione, a pensare con consapevolezza critica, un monito a non rimanere incastrati dagli automatismi, dai vincoli delle nostre certezze, dalla presunzione che restringe le nostre idee e il nostro modo di guardare ciò che abbiamo intorno. È un invito a vedere la cultura come al mezzo per mettere “a freno il nostro naturale egocentrismo”.

Il desiderio di riprodursi non lo capirò mai, ma capisco il dolore quando lo vedo e il dolore del mio più caro amico mi è insopportabile

Ecco, Michela Murgia, raccontando i diversi punti di vista dei suoi personaggi, le loro solitudini e singolarità, ci spinge a riflettere sulla complessità delle relazioni, a sforzarsi di comprendere le sfide e le lotte del prossimo senza giudicare. In un certo senso, credo, ci dà modo di considerare motivazioni e risorse emotive degli altri come a una possibilità per uscire dai nostri schemi e preconcetti. Un’opportunità per prestare attenzione e comprendere che siamo noi a scegliere quale significato attribuire alle nostre esperienze. Imparare a pensare, a essere liberi.

E dunque, se vi capitasse di passare alla libreria La Feltrinelli di Ancona e doveste sentirmi parlare di Tre ciotole, spero comprenderete il mio entusiasmo.

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Conosci l'autrice

Michela Murgia è stata una scrittrice, intellettuale e conduttrice radiofonica (Radio Capital) sarda. Nel 2006 ha pubblicato con Isbn Il mondo deve sapere, il diario tragicomico di un mese di lavoro che ha ispirato il film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti. Per Einaudi ha pubblicato nel 2008 Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell'isola che non si vede, nel 2009 il romanzo Accabadora con cui ha vinto l'edizione 2010 del Premio Campiello, nel 2011 Ave Mary (ripubblicato nei Super ET nel 2012), nel 2012 Presente (con Andrea Bajani, Paolo Nori e Giorgio Vasta) e nel 2012 il racconto L'incontro. È fra gli autori dell'antologia benefica Sei per la Sardegna (Einaudi 2014, con Francesco Abate, Alessandro De Roma, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu e Paola Soriga), i cui proventi sono stati destinati alla comunità di Bitti, un paese gravemente danneggiato dall'alluvione. Nel 2018 il suo L'inferno è una buona memoria. Visioni da Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley ha inaugurato la collana PassaParola di Marsilio. Nel 2019 per Mondadori pubblica Morgana insieme a Chiara Tagliaferri a cui segue Morgana. L'uomo ricco sono io. Per Einaudi è uscito nel 2021 Stai zitta e nel 2022 God Save the Queer. Catechismo femminista. Del 2023 Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, edito da Mondadori, che si apre con la diagnosi di un male incurabile. "È il racconto di quello che mi sta succedendo. Diagnosi compresa"."Sono nata in Sardegna, e per quanti indirizzi abbia cambiato in questi anni, dentro non ho mai smesso di abitarla, sognandola indipendente in ogni accezione del termine. Mi sono diplomata in una scuola tecnica e dopo ho fatto studi teologici, ma questo non ha fatto di me una teologa, almeno non più di quanto studiare filosofia faccia diventare la gente filosofa. Non mi piace essere definita giovane, a 37 anni essere considerati adulti dovrebbe essere un diritto. Non fumo, non porto gioielli preziosi, detesto i graziosi cadaveri dei fiori recisi, i giornalisti che mi chiedono quanto c'è di autobiografico e gli aspiranti pubblicatori che mi mandano da valutare romanzi che non leggerò mai, perché preferisco di gran lunga i saggi. Sono vegetariana, ma so riconoscere le occasioni in cui si può fare uno strappo. Per etica politica mi definisco di sinistra, e nel mio ordine interiore quella parola ha ancora senso. Sono sposata, e questo mi ha resa una persona più trattabile, anche se mi rendo conto che a leggere questa biografia non si direbbe. C'è tempo." - dal sito ufficiale della scrittrice.Nel 2024 esce postumo il pamphlet Dare la vita, edito da Rizzoli. Nello stesso anno per Mondadori, Ricordatemi come vi pare.Michela Murgia è morta il 10 agosto 2023 per le metastasi di un carcinoma ai reni di cui ha parlato con coraggio, affrontando la malattia insieme alla sua famiglia queer. "Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite" aveva detto in un'intervista ad Aldo Cazzullo.

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