“Truman Capote chiede il piacere della sua compagnia a un ballo in bianco e nero” recitava l’invito. La raffinata carta bianca, bordata di giallo e arancione, aveva un effetto immediato sui suoi destinatari. Con quello in mano, avrebbero passato settimane e speso denaro a palate nei febbrili preparativi per una festa che prometteva di essere l’evento dell’anno
Deborah Davis sceglie un inizio molto evocativo per il suo libro Truman Capote e il party del secolo, pubblicato in Italia da Accento con la traduzione di Sara Reggiani. Era il 1966 quando una folta lista di star del cinema, giornalisti, politici, intellettuali e persino gente comune riceveva l’esclusivo invito a un ballo in maschera in bianco e nero, nel lussuoso Plaza Hotel di New York. L'ospite, Truman Capote, era all’apice della sua fama, dopo aver pubblicato A sangue freddo, il reportage narrativo che aveva generato un inedito vortice pubblicitario e vendite astronomiche.
Nel 1966 Truman Capote era probabilmente lo scrittore più celebre d'America, o forse del mondo. Il suo romanzo "A sangue freddo" era un bestseller globale. Fu proprio in quel momento che Capote decise di lavorare alla sua opera successiva: non un libro, bensì una festa. Un ballo in maschera, con dress code in rigoroso bianco e nero, per pochi selezionatissimi invitati.
La festa per Capote non era solo una sfacciata occasione per promuoversi, ma anche “un atto di immaginazione” studiato nei minimi dettagli e perfetto per coronare il suo percorso umano e artistico.
Truman andava fiero della sua capacità di conquistare l’affetto delle donne più desiderabili del mondo. In un lampo diventava il loro confidente, consulente di moda e società, e la loro anima gemella: sia che le aiutasse a scegliere una nuova acconciatura, un rossetto o un amante, Truman aveva un talento straordinario per rendersi indispensabile. Chiamava queste donne i suoi “cigni”
Deborah Davis immerge lettrici e lettori nella genesi di questa memorabile festa, tratteggiando innanzitutto l'infanzia e la formazione letteraria di Capote, il suo carattere eccentrico e il costante desiderio di ascesa sociale. Capote ha sempre scelto con cura le donne di cui circondarsi, dotate di uno stile unico, e lo stesso succede anche nel suo bal masqué: le splendide Babe Paley, Gloria Guinness, Marella Agnelli, Slim Keith, C. Z. Guest e Pamela Harriman sono l’elemento più esclusivo della festa e rendono inutile ogni altro fiore o ornamento.
Ai "cigni" si aggiunge poi un’altra donna fondamentale, l’ospite d’onore: è Katharine Graham, detta Kay, la Cenerentola scelta da Truman Capote per il suo ballo.
Truman si sarebbe goduto appieno il processo di selezione degli invitati e l’incredibile senso di potere che ne derivava. Acquistò un quaderno bianco e nero, del tipo che usava per la sua scrittura. In caratteri piccoli e ordinati scrisse “Ballo” sulla copertina. Dentro c’erano centodue pagine intonse, bianche e a righe larghe. Vi registrò i nomi dei prescelti
La lista degli invitati è definita da Deborah Davis “un vero e proprio capolavoro di ingegneria sociale”. Capote impiega tutta l’estate ad aggiungere nomi ed eliminarne altri con segni decisi, assecondando convenzioni sociali e simpatie sotto consiglio della saggia amica Eleanor Friede. Molto più che un semplice elenco, la famosa lista sarà uno strumento decisivo per misurare l’influenza sociale di chi ne faceva o meno parte e sarà al centro di scandali e pettegolezzi che Davis ripercorre in più passaggi.
Il 28 novembre l'oroscopo sul Daily News esortava Truman a “sgombrare i ponti” e “non farsi sorprendere a sonnecchiare”. Il consiglio era inutile. Il sonno era l'ultima cosa a cui pensava quel giorno. Era troppo occupato a sistemare i dettagli dell'ultimo minuto e a evitare tragedie
Tra boutique di lusso, disperate perdite di peso e ricerca della maschera perfetta, grazie allo sguardo accurato di Deborah Davis si possono seguire passo dopo passo tutti i preparativi delle star invitate ed immergersi nel clima glamour e misterioso che avvolge il “party del secolo”. Tutto è pronto, si accendono i riflettori e comincia la festa per gli invitati-personaggi dell’opera più sfarzosa e chiacchierata di Truman Capote.
Gli ospiti erano bellissimi mentre sfilavano diretti alla sala da ballo, e Truman fu colpito che si fossero dati tanto da fare per accontentarlo. Come aveva immaginato, sembravano squisite pedine degli scacchi in bianco e nero su uno sfondo rosso, bianco e oro. [...] “È stato proprio quello che doveva essere” aveva detto un soddisfatto Truman ai giornalisti alla fine della serata. “Volevo solo dare una festa per i miei amici”
Truman Capote e il party del secolo è un saggio a metà tra biografia letteraria e affresco storico, è una galleria di aneddoti e curiosità, ma anche un viaggio nei chiaroscuri degli anni Sessanta e dell’alta società newyorkese dell’epoca, attraverso una festa che «cambiò tutto, e non solo per una notte».
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