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Tutto ciò che ho amato di Aharon Appelfeld

Le speranze, le paure di un bambino ebreo poco prima della grande tragedia che sarà la Shoah. In occasione della Giornata della Memoria, viene ristampato per Guanda il romanzo Tutto ciò che ho amato di Aharon Appelfeld, scrittore nato a cavallo tra Romania e Ucraina, e testimone dell’Olocausto.

Tutto ciò che ho amato
Tutto ciò che ho amato Di Aharon Appelfeld;

Paul Rosenfeld, figlio unico di genitori ebrei, il giorno del suo nono compleanno scopre che il padre non abiterà più con loro. Allo smarrimento emotivo e alla solitudine di Paul fa da controcanto la tensione drammatica di un’Europa che si affaccia sul baratro della Seconda guerra mondiale.

Al centro del libro Paul: ha solo nove anni quando – a seguito di una serie di avvenimenti dolorosi – si trova a varcare la soglia della vita adulta. Figlio di due genitori divorziati e cresciuti entrambi in un orfanotrofio, il piccolo viene diviso tra due diversi modi di manifestare affetto e affrontare la vita: quello taciturno e precario del padre, quello più caloroso e apparentemente sicuro della madre.

Artur è un pittore ebreo che cerca di punire gli antisemiti che incontra e di annegare le proprie frustrazioni nell’alcol; Henia un’insegnante che ben presto divide le sue attenzioni tra il figlio e un altro uomo di cui si innamora. Esonerato dalla scuola per un problema d’asma, Paul finisce per seguire in toto i genitori che cercano di tenerlo lontano dalle difficoltà della vita.

Tutto ciò che ho amato si rivela un romanzo toccante, narrato in prima persona dallo stesso Paul. Attraverso la storia personale di una famiglia dell’epoca – che si trova unita da un crudele destino – si riscopre un capitolo drammatico della storia mondiale. Il libro, grazie al punto di vista del bambino, riesce ancora a emozionare e far riflettere. 

Con uno stile semplice e lineare, prendono forma viaggi, istanti di quotidianità e sfide personali. Tra lutti, allontanamenti e primi segnali di un odio antisemita pronto a divampare, il bambino trascorre i suoi giorni tra una città e l’altra nel territorio ucraino degli anni Trenta. In questo vagabondare impara ad amare, a provare avversione per alcune persone e realtà, a sviluppare i propri pensieri. In una parola, a crescere. In un mondo sempre più ostile.

Il babbo non dipingeva né leggeva, non ascoltava nemmeno le notizie alla radio. Victor non ci nascondeva più che l’antisemitismo cresceva di giorno in giorno. Ieri hanno coperto molti muri di parole di odio, e la radio è piena di propaganda velenosa

In questo periodo carico di tensioni – che da lì a poco portano allo scoppio della Seconda guerra mondiale – si fa largo la paura più grande di Paul: quella di perdere presto i suoi cari e dimenticarne i volti. A offrire un po’ di sollievo sarà il mistero della fede e la speranza, quei due concetti conosciuti per strada che il piccolo sente profondamente vicini, ma con cui deve ancora prendere confidenza.

Il libro di Aharon Appelfeld non si rivela però solo il racconto di un bambino che si appresta a diventare grande nell’Europa pronta al conflitto mondiale. È anche la storia di due grandi amori: quello tra un genitore e un figlio, e quello tra due persone che un tempo sono state sposate e che poi hanno deciso di lasciarsi. Nonostante il comune accordo di separarsi, tuttavia, si scopre che l’amore che lega questa famiglia è ancora molto forte.

Mio padre e mia madre non erano felici insieme. Non litigavano e non si accusavano a vicenda, ma il silenzio era duro come il ghiaccio, lo si poteva tagliare col coltello

Nella narrazione sono centrali i sentimenti e le emozioni che ruotano attorno a questa famiglia non così distante da quelle di oggi. Ne esce un ritratto che fa riflettere sui punti di contatto che la storia ha con il mondo odierno. Una vicinanza che commuove e inquieta, se si considera l’orrore nei campi di sterminio che si consumerà di lì a poco.

Feltrinelli librerie per il Giorno della Memoria: tutti gli eventi

25 gennaio - Milano piazza Duomo, ore 18.30: Demian Lienhard presenta Mr. Goebbels Jazz Band (Bollati Boringhieri) 

25 gennaio - Catania, ore 18:00: Giuseppa Di Gregorio, Stefania Mazzone e Giuseppe Speciale in un dialogo su I dieci. Chi erano i professori che firmarono il “Manifesto della razza” (Bonanno) di Franco Cuomo

26 gennaio- Bologna piazza Ravegnana, ore 18:00: Frediano Sessi presenta Oltre Auschwitz (Marsilio)

26 gennaio - Napoli piazza Martiri, ore 18:00: Gabriella Gribaudi autrice di Terra bruciata (Guida) con Giovanni Cerchia e Paolo Pezzino

26 gennaio - Firenze piazza della Repubblica, ore 18:00: Elisabetta Rasy, autrice di Dio ci vuole felici (HarperCollins) con gli interventi di Margherita Ghilardi e Letizia Fuochi

26 gennaio - Genova via Ceccardi, ore 18:00: dibattito sulla deflagrazione nazi-fascista nel contesto LGBT, con gli interventi di Claudio Tosi e Luana Rigolli

27 gennaio - Torino piazza C.L.N, ore 16:00: presentazione delle Letture dal Diario di Etty Hillesum (Adelphi) a cura di Valter Carignano, Marina Di Paola, Roberta Pastorin

28 gennaio - Società Letteraria di Verona, ore 17:00: Matteo Corradini presenta Eravamo il suono (Lapis), con Roberto Israel e l'Associazione Figli della Shoah

30 gennaio - Parma via Farini, ore 18:00: Una bella Resistenza (Mondadori) di e con Daniele Aristarco in un incontro rivolto agli studenti dell’ISISS Giordani di Parma, nell’ambito della programmazione OFF della prima edizione di “Mi Prendo il Mondo”

31 gennaio - Appia di Roma, ore 10:30: Storia di Emanuele che sfuggì al razzismo (Mondadori), con Emanuele di Porto e Marco Caviglia

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Scrittore israeliano, di famiglia ebraica, fu deportato in un campo di concentramento insieme al padre, dopo che i nazisti ne avevano ucciso la madre. Nato in Bucovina del Nord, allora in Romania e ora Ucraina, a soli otto anni riuscì a fuggire e trascorse i successivi tre anni vagando per i boschi. Alla fine della guerra raggiunse l’Italia e da qui si imbarcò nel 1946, per approdare in Palestina. In seguito ha insegnato letteratura ebraica all’università Ben Gurion.Nei suoi numerosi romanzi affronta il tema della Shoah e dell'Europa prima e durante la seconda guerra mondiale. Per le sue opere ha ricevuto numerosi premi tra cui il Premio Israele, il Premio Mèdicis in Francia e il Premio Napoli in Italia.I suoi libri, tra i quali l’autobiografico e struggente Storia di una vita (Guanda, 2001), sono pubblicati in tutto il mondo. Ancora da Guanda sono usciti Badenheim 1939 (2007), Paesaggio con bambina (2009), Un'intera vita (2010), L'amore, d'improvviso (2011), Il ragazzo che voleva dormire (2012), Fiori nelle tenebre (2013), Una bambina da un altro mondo (2014), Oltre la disperazione (2016), Il partigiano Edmond (2017).

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