Ogni città ha degli angoli di paradiso, pronti ad accogliere chi sa assaporarne la pace.
Non importa quanto sia sovraffollata, caotica, inquinata o grigia.
Se lasciamo che i nostri passi ci conducano in vie inesplorate e in vicoletti sconosciuti, potremmo scovare la nostra oasi.
I lettori forti di Tokyo sanno esattamente dove andare quando vogliono ritrovare sé stessi (o se desiderano semplicemente far strabordare le loro librerie).
Una sera tra amici a Jinbōchō, edito da Feltrinelli, ci accompagna alla scoperta di un quartiere di Tokyo unico, un microcosmo di armonia ben innestato nell’intricata e furiosa città.
Tōkyō. A Jinbōchō, nel quartiere di librerie più grande del mondo, i giorni scorrono tranquilli. Alla libreria Morisaki dello zio Satoru ad aiutarlo c’è la moglie Momoko, ma spesso si unisce anche la nipote Takako, nei momenti liberi dal suo lavoro. ad aiutarlo c’è la moglie Momoko, ma spesso si unisce anche la nipote Takako, nei momenti liberi dal suo lavoro. Ma allora perché Satoru si comporta in modo così strano? E chi è la donna che lei continua a vedere nel caffè in fondo alla strada?
A poche strade di distanza la vita urbana imperversa con i suoi ritmi insostenibili che non riescono però ad invadere il quartiere Jinbōchō, interamente disegnato dalle librerie specializzate che lo abitano.
È come trovarsi sospesi nel tempo, al riparo da tutto. E basta farci due passi per dimenticarsi delle ore che passano
Il ritmo lento che abita il quartiere si sposa, in un connubio scoppiettante, con le personalità bizzarre che lo frequentano.
Tutti sono assennati lettori e non sono certo tipi che si accontentano perchè ognuno di loro sa precisamente cosa vuole.
Faticavo a immaginarmeli nella vita reale, c’era qualcosa che li rendeva più simili a creature fantastiche o a spiritelli buoni
E così incontriamo lo speculatore che acquista libri a poco prezzo per poi rivenderli, l’amante delle illustrazioni anonime e qualche passo più avanti il raffinato, che compera solo prime edizioni.
La giovane Takako è abituata ad entrare e uscire dalla bolla di Jinbōchō. Molto spesso aiuta lo zio Satoru nella libreria di famiglia quando il suo lavoro le permette di respirare. Dopo la consueta boccata d’aria è pronta a tornare nel grigiore di una vita che detesta ma qualcosa la preoccupata dopo l'ultima visita alla libreria.
Satoru è più strano del solito, non l’hai mai visto così, fuori di sé mentre cerca in maniera spasmodica il suo amato Jirō:
E siccome chiamarlo semplicemente “cuscino” non era sufficiente a trasmettergli l’affetto che provava nei suoi confronti, aveva deciso di chiamarlo Jirō.
L’anniversario di matrimonio dei suoi zii è per Takako l’occasione di (re)agire e mettersi in gioco.
Crede che Satoru sia solo po’ stanco e che meriti una bella vacanza con la moglie Momoko. In loro assenza sarà lei a gestire la libreria.
L’ansia dello zio non si placa.
Escluso lo stress, che abita stabilmente nelle case poco distanti ma è sconosciuto ai librai di Jinbōchō, non rimane che il sospetto che Satoru stia nascondendo qualcosa.
Forse è collegato a quella donna che Takako vede seduta ogni giorno al bar in fondo alla strada? O sono due rebus distinti?
Le vie di Jinbōchō nascondono qualcosa, e l'affascinante mistero nascosto tra sue vie sospese nel tempo non possono che ridare nuova vita a Takako. Vuole entrare, vuole buttarsi dentro le cose per una volta nella sua vita e non vede l'ora di scoprire i segreti di un quartiere solo in apparenza idialliaco.
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