Come Maremosso, media partner del Premio Strega Poesia, non potevamo non dedicare uno spazio ai libri di poesia candidati a questa prima edizione!
Ogni giorno, trovate le biografie degli autori e le opere con le quali gareggeranno in vista del 19 maggio, data in cui verrà proclamata la cinquina finalista.
Chiara Galassi partecipa con Se non come (Salento Books)
Triestina, vive da alcuni anni a Bari. Ha pubblicato: L'urlo della bora (2001), Ti porterò dove (2005), Sono venuta a dirti (2008), Lettere selvatiche (2010), La barca della luna (2013) e Castalia (2014).
«La scrittura poetica di Chiara Galassi [...] si situa anzitutto nell'itinerario della poesia breve. Ogni testo della Galassi si risolve in pochi versi: un pensiero, un'illuminazione, un tuffo nel passato, una venatura di malinconia. Anche quest'ultima silloge conferma la scelta di campo dell'Autrice. Così come prosegue il suo percorso di mantenere in piedi le sue due anime linguistiche: l'italiano e il dialetto triestino». (Dalla prefazione di Daniele Giancane). Postfazione di Valerio Meattini.
«Ogni testo della Galassi si risolve in pochi versi: un pensiero, un'illuminazione, un tuffo nel passato, una venatura di malinconia. Anche quest'ultima silloge conferma la scelta di campo dell'Autrice. Così come prosegue il suo percorso di mantenere in piedi le sue due anime linguistiche: l'italiano e il dialetto triestino». (Dalla prefazione di Daniele Giancane)
Francesco Gallina partecipa con Medicinalia (Marco Saya)
Classe 1992, è docente di Lettere nelle scuole secondarie di secondo grado, dottore di ricerca e cultore di Scienze filologico-letterarie presso la medesima Università, dove si occupa della storia del genere novellistico e della fortuna dantesca in ambito letterario e figurativo. È autore di saggi di letteratura italiana, curatele e contributi su riviste scientifiche.
Il tracciato poetico che viene a comporre l’intera opera è un infinito enunciato su come le malattie dell’uomo siano una specie di stato perenne anche della poesia, giacché la poesia, per molti, è una vera e propria malattia dello spirito. Ed è allora questo, probabilmente, il fulcro più interessante del libro: perché nello scorrere della raccolta si noterà che ogni singola malattia dell’uomo qui “radiografata” non sia altro che un pretesto per determinare l’essere umano clinicamente come soggetto di uno stato deviato da cui non poter uscire mai più, se non con la fine della vita o con il curarsi dalla vita stessa. (Antonio Bux)
Il sapere scientifico usato dall’autore indaga qui col verso tutto un mondo fatto di principi e strumenti tecnici propri di chi dovrebbe avere studi in materia (e questo sapere l’autore lo media con estrosità attraverso un tono oggettivante che ben si frappone ad una sorta di ironia di sottofondo tesa però a una catarsi salvifica).
Bruno Galluccio partecipa con Camera sul vuoto (Einaudi)
Nato a Napoli, è laureato in fisica, ha lavorato in un’azienda tecnologica occupandosi di telecomunicazioni e sistemi spaziali. Il suo primo libro di poesia, Verticali, è uscito per Einaudi nel 2009. Nel 2015, sempre per Einaudi, ha pubblicato La misura dello zero.
Bruno Galluccio parte dalla fisica quantistica e dalla più aggiornata cosmologia. La prima sezione del libro è un esempio di poesia gnomica in cui, in versi quasi prosastici, vengono riassunti alcuni principi scientifici di base. La poesia all’inizio della seconda sezione vede la comparsa dell’esser umano e poi, a ritroso, il formarsi delle prime cellule complesse, la sintesi dell’acqua che rese possibile la vita, l’originaria rottura di simmetria nell’universo, l’emergere del tempo… Nelle poesie seguenti l’uomo torna al centro. Macrocosmo e microcosmo sembrano obbedire alle stesse leggi, in parte tutt’oggi misteriose.
In questa sua nuova raccolta (particolarmente felice sia per la struttura sia per gli esiti delle singole poesie) Bruno Galluccio parte proprio dalla fisica quantistica e dalla piú aggiornata cosmologia
Aimara Garlaschelli partecipa con Nel nome della madre (Einaudi)
Classe 1971, nata a Sondrio, vive a Milano. Ha pubblicato due libri di poesia: Figure di silenzio (2016) e Il rito delle ore (2019), una traduzione della Terra desolata di Eliot (2018) e Alfabeto della posterità (2022).
Nel nome della madre presenta tracce significative delle tragiche cronache dei nostri giorni, ma anche del femminile attraverso il mito. Ci sono i corpi nel loro aspetto più sgradevole ma anche l’incanto degli angeli, gli aborti e le nascite, e poi la storia, il linguaggio, le reminiscenze letterarie. E molte immagini di uccelli che attraversano tutto il poemetto: rondini, allodole, falchi... Tutti riuniti in un rondò finale in forma di sestina dove queste figure di volo, di elevazione e di libertà suggellano un percorso che era partito dal fondo dei mari.
Nel nome della madre presenta tracce significative delle tragiche cronache dei nostri giorni, ma anche del femminile attraverso il mito. Ci sono i corpi nel loro aspetto piú sgradevole ma anche l'incanto degli angeli, gli aborti e le nascite, e poi la storia, il linguaggio, le reminiscenze letterarie.
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