Anniversari e Ricorrenze

Karen Blixen: la scrittrice che amava l'Africa

Illustrazione digitale di Greta Vercesi 2022, studentessa del Liceo Artistico Volta di Pavia

Illustrazione digitale di Greta Vercesi 2022, studentessa del Liceo Artistico Volta di Pavia

In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong. A un centocinquanta chilometri più a nord su quegli altipiani passava l’equatore; eravamo a milleottocento metri sul livello del mare. Di giorno si sentiva di essere in alto, vicino al sole, ma i mattini, come la sera, erano limpidi e calmi, e di notte faceva freddo

Karen Blixen - La mia Africa

Karen Dinesen, poi baronessa Blixen a seguito delle nozze con il cugino Bror, inizia così il suo romanzo più celebre, La mia Africa.

Ma lasciamo l’immagine di Karen in Africa per un attimo e iniziamo il nostro ricordo da prima, quando i caldi paesaggi africani non avevano ancora toccato il cuore della scrittrice. I mesi della sua infanzia e prima giovinezza si svolgono a Rungstead, un piccolo paese sul mare, tra Copenaghen ed Elsinoire.

Il padre, Wilhem Dinesen, era di una famiglia di ufficiali e proprietari terrieri, ma abbandonò molto presto la carriera militare, emigrando in America. Qui visse tra i nativi indiani, come cacciatore e mercante di pelli. Imparò il linguaggio segreto della natura che trasmise a Karen, la piccola Tanne, che dal padre imparò anche la libertà e la propensione all’immaginazione, cifra stilistica della sua scrittura.

Ma se ci riuscirò e se ce la farò a concludere qualcosa nella mia vita, se un giorno potrò vederla con calma e chiarezza, sarà merito di papà

Karen Blixen

Illustrazione di Cristian Bozzi, Liceo Artistico A. Volta di Pavia

Profonda, intima, necessaria è l’influenza del padre nel futuro letterario di Karen, il suggerimento di una via non senza ostacoli, primo tra tutti il suicidio di Wilhem, la più grande tra le disgrazie della sua vita.

Karen ha solo dieci anni quando suo padre si toglie la vita e il controllo della famiglia viene assunto dalla madre, Ingeborg Westenholz. L’immaginazione e la capacità di raccontare storie lasciano allora il passo a una disciplina imposta dalla figura materna, priva del gusto di divertirsi. Karen cresce, così, in una Congregazione religiosa unitaria, dalla quale si ribella ben presto, definendosi una pagana umanitaria.

Nonostante questo, l’influenza materna fu determinante per la vita di Karen, dalla sua formazione alla sua futura realizzazione. È la madre, infatti, che segue e accompagna Karen nello studio, che finanzia la sua avventura africana e la riprende a casa dopo il suo fallimento. Ed è sempre lei a incitarla a perseguire la sua vocazione letteraria, senza mai ostacolarla.

E questa vocazione sboccia nel 1907, quando Karen esordisce con la sua prima prova letteraria: un racconto pubblicato nella rivista «Tilskuen». Le parole della scrittrice, però, passano quasi inosservate e ciò alimenta il suo animo inquieto e malinconico.

E dopo una prima batosta a causa del suo amore non corrisposto per il cugino Jans Blixen, la sua vita sentimentale prende una via inaspettata: sposa il fratello gemello di Jans, Bror. È con lui che inizia la sua avventura africana.

Torno quindi all’immagine di Karen, ora Blixen, tra i caldi paesaggi africani, nella sua piantagione di caffè vicino a Nairobi, acquistata con suo marito. Furono diciassette anni di bellezza e tormento, a causa di una malattia venerea trasmessa dal marito, dal quale divorziò qualche tempo dopo. Furono anche anni di difficoltà economiche che mai riuscirono a spezzare l’incantesimo tra Karen e l’Africa. Un legame profondo con la terra e con le genti. Un amore che si respira nelle pagine de La mia Africa, pubblicato nel 1937, un racconto senza tempo, universale e costantemente presente, sempre sul punto di accadere di nuovo.

La mia Africa
La mia Africa Di Karen Blixen;

Vissuta fino al 1931 in una fattoria dentro una piantagione di caffè sugli altipiani del Ngong, Karen Blixen ha descritto con una limpidezza senza pari il suo rapporto d'amore con l'Africa. Sovranamente digiuna di politica, ci ha dato il ritratto forse più bello del continente nero, della sua natura, dei suoi colori, dei suoi abitanti. I Kikuyu che nulla più può stupire, i fieri e appassionati Somali del deserto, i Masai che guardano, dalla loro riserva di prigionieri in cui sono condannati a estinguersi, l'avanzata di una civiltà "che nel profondo del loro cuore odiano più di qualsiasi cosa al mondo".

L’Africa è teatro anche di un nuovo grande amore, quello per Denis Finch-Hatton, con il quale condivise la passione per i safari, per la musica classica e la letteratura. Ma come spesso accade agli amori quasi perfetti, anche questo si interrompe bruscamente. Finch-Hatton muore in un incidente aereo e Karen, devastata dal dolore e dalle difficoltà economiche, è costretta a lasciare l’Africa.

È il 1931 quando Karen Blixen rientra in Danimarca, dove fino alla fine dei suoi giorni si dedica alla scrittura.

Illustrazione di Fanny Zielo, Liceo Artistico A. Volta di Pavia

La sua vita cessò nel momento in cui iniziò a scrivere sul serio. Eros fu trasformato in poesia, la vita in arte…

È con la scrittura che Karen affronta le tragedie della vita. Le sue parole iniziano a farsi strada e lei inizia a essere riconosciuta tra i più grandi scrittori del secondo Novecento. Sette storie gotiche, Racconti d’inverno, Capricci del destino sono tutti esperimenti di un genere letterario particolare, in cui la trasposizione mitica del racconto si fonde a elementi autobiografici, universalizzandoli.

La scrittura prende il posto delle sconfinate pianure del Ngong, del mistero animista dei nativi, delle battute di caccia. La scrittura diventa il senso primo e ultimo dell’esistenza di Karen Blixen.

In un pomeriggio di fine estate del 1962, l’autrice si spegne vicino ai familiari e agli amici della rivista «Heretica». La vita di Karen Dinesen, poi Blixen, è il racconto di una donna che compie fino in fondo il proprio destino, accettando la sorte che le è toccata. Una donna-scrittrice che nonostante le tragedie della vita persegue la ricerca della felicità, quel racconto sempre sul punto di accadere di nuovo.

I libri di Karen Blixen

Capricci del destino

Di Karen Blixen | Feltrinelli, 2013

Dagherrotipi

Di Karen Blixen | Adelphi, 1995

Ehrengard

Di Karen Blixen | Adelphi, 1985

Il matrimonio moderno

Di Karen Blixen | Adelphi, 1986

I vendicatori angelici

Di Karen Blixen | Adelphi, 1985

La mia Africa

Di Karen Blixen | Feltrinelli, 2015

La storia immortale

Di Karen Blixen | Feltrinelli, 2015

La vendetta della verità

Di Karen Blixen | Iperborea, 2012

Lettere dall'Africa (1914-31)

Di Karen Blixen | Adelphi, 1987

Ombre sull'erba

Di Karen Blixen | Adelphi, 1985

Racconti d'inverno

Di Karen Blixen | Adelphi, 1993

Sette storie gotiche

Di Karen Blixen | Adelphi, 1989

Ultimi racconti

Di Karen Blixen | Adelphi, 1995

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Karen Christentze Dinesen, baronessa von Blixen-Finecke, è stata una scrittrice e pittrice danese.Nota, nel corso di una lunga carriera, sotto vari pseudonimi: Karen Blixen è di certo il più famoso, ma pubblicò opere come Isak Dinesen, Tania Blixen, Pierre Andrèzel e Osceola.Educata in Svizzera e in Inghilterra, scrisse le sue opere principalmente in lingua inglese. Sposatasi nel 1914 con il cugino barone Bror von Blixen-Finecke, si trasferì con lui in Kenya, a Nairobi, e lì i due nitrapresero una pionieristica attività di coltivatori di caffè. Lei si innamorò del cacciatore inglese Denys Finch-Hatton, che morirà in un incidente aereo, e divorziò dal marito. Tornò in Europa nel 1931 e cominciò a pubblicare nel 1934 (inzialmente sotto lo pseudonimo di Isak Dinesen). Il suo capolavoro viene considerato La mia Africa, nel quale rievoca la sua esperienza a Nairobi.Le sue opere hanno ispirato registi famosi come Orson Welles e Sydney Pollack.«In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong. A un centocinquanta chilometri più a nord su quegli altipiani passava l’equatore; eravamo a milleottocento metri sul livello del mare. Di giorno si sentiva di essere in alto, vicino al sole, ma i mattini, come la sera, erano limpidi e calmi, e di notte faceva freddo.» - Karen Blixen, La mia Africa

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