Sapore di sala

La guerra lampo dei fratelli Marx celebra 90 anni

Quando La guerra lampo dei fratelli Marx arrivò nelle sale americane, Hollywood non era ancora pronta alla comicità nonsense dei quattro straripanti «marxiani». Eppure, ancora dopo 90 anni, la satira sfacciata e surreale dei fratelli Marx (ovvero Groucho, Harpo, Chico, e Zeppo) è ancora attuale.

Manifesto anarchico contro ogni abuso di potere, il film è un apologo sulla tragicomicità della guerra. L'American Film Institute lo ha inserito al quinto posto nella classifica delle migliori cento commedie americane di tutti i tempi.

Ambientato in una località da operetta, racconta della fantomatica guerra tra i due immaginari stati di Sylvania e Freedonia. Groucho Marx - iconica caricatura dai baffi e le sopracciglia vistose - interpreta il dittatore di Freedonia, Rufus T. Firefly che mette scompiglio nel governo, arrivando a scatenare uno scontro bellico con la vicina Sylvania. Zeppo (qui alla sua ultima apparizione) è il suo segretario, mentre Chico e Harpo sono spie del vicino paese.

Alla sua uscita, il 17 novembre 1933, il quinto film dei Marx fu accolto tiepidamente dal pubblico, allora incapace di coglierne l’ironia pungente. Lo stravagante antimilitarismo della pellicola fu riscoperto con i movimenti di protesta contro la guerra del Vietnam.

In Italia, approdò con quarant'anni di ritardo a causa della censura fascista; Mussolini lo bandì, perché pensava fosse un attacco diretto contro di lui.

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Per far fronte alla grave situazione economica del paese, il governo di Freedonia, immaginario Stato dell'Europa centrale, si rivolge nuovamente alla ricca signora Teasdale in cerca di un prestito. Ma la donna è decisa a concederlo solo se come nuovo capo del governo sarà eletto Rufus T. Firefly (Groucho Marx), i cui metodi hanno l'arroganza del dittatore e la follia dell'anarchico.

Genesi

All’apice della popolarità, i Marx Brothers venivano dal successo del precedente, I fratelli Marx al college, rivelatosi il maggior incasso della Paramount del 1932. Nonostante ciò, fu un periodo turbolento nella carriera del consanguineo quartetto. La Grande Depressione infuriava e la Paramount Pictures tentava di evitare la bancarotta. Questo portò i Marx a minacciare di abbandonare gli Studios per formare la propria compagnia, la Marx Bros, Inc.

La guerra lampo dei fratelli Marx sarà il loro ultimo lavoro con la Paramount, dopo aver adempiuto all'obbligo contrattale di cinque film. La sceneggiatura fu scritta in pre-Codice Hays da Bert Kalmar e Harry Ruby. Leo McCarey (l’uomo che creò Stanlio e Ollio) sostituì alla regia Ernst Lubitsch. Poco prima della première, il villaggio di Fredonia (New York) si lamentò dell'uso del suo nome con una «e» aggiuntiva. La risposta dei fratelli non si fece attendere: «Cambia il nome della tua città, danneggia la nostra immagine».

Il titolo

Il titolo originale è Duck Soup, nato probabilmente sulla scia «animalesca» dei due precedenti film dei Marx, Monkey Business (1931) e Horse Feathers (1932). Si dice che McCarey lo abbia «riciclato» dal corto Zuppa d'anatra (1927) con Laurel & Hardy. «Duck soup» è lo slang americano dell’epoca che significava «qualcosa di facile da fare».

La scena allo specchio

La mitologica «scena dello specchio» tra Harpo e Groucho è un revival di un vecchio numero di vaudeville dei fratelli Marx. Nella famosa gag Harpo, vestito da Groucho, finge di essere il riflesso di quest’ultimo, eseguendo ogni sua mossa, comprese quelle più assurde, quasi alla perfezione. In un momento particolarmente surreale, i due uomini si scambiano di posizione, introducendo la questione di quale sia il riflesso. Alla fine, Chico, anche lui travestito da Groucho, entra nell'inquadratura e si scontra con entrambi.

Sebbene questo sia l'esempio più noto, il concetto di «scena allo specchio» non ha avuto origine in questo film. Harold Lloyd usò, essenzialmente, la stessa routine nel cortometraggio The Marathon (1919). Max Linder lo incluse in Seven Years Bad Luck (1921) e Charlie Chaplin usò una gag simile in Charlot caporeparto (1916), sebbene la scena non coinvolgesse uno specchio.

Influenza

Precedente a Il grande dittatore, la satira politica dei Marx non ha soltanto anticipato la pellicola di Chaplin ma anche Il dottor Stranamore di Kubrick. Un'altra testimonianza dell'eredità di Duck Soup è la sua influenza sul lavoro di Woody Allen. L’occhialuto regista newyorkese ha sempre ammesso di sentirsi l’erede di Groucho, riempendo di citazioni dei Marx i suoi stessi film. Un esempio su tutti è Il dittatore dello stato libero di Bananas, definito dai critici «il sequel morale de La guerra lampo dei fratelli Marx».

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