Nosferatu, il primo vampiro della storia del cinema, celebra un secolo nella sagoma spettrale di Max Schreck. Capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau, rappresenta il caposaldo del genere horror e l’apice dell’espressionismo tedesco.
Senza ricorrere al minimo artificio. Al contrario di molti suoi colleghi, Murnau sceglie di girare in esterni e in ambienti reali. Come nel Castello di Orava in Slovacchia, in cui dimora Nosferatu, spesso scambiato per un modellino. Per le scenografie urbane distorte, il regista si rifarà ai quadri di Ernst Ludwig Kirchner. Nosferatu, eine Symphonie des Grauens (letteralmente Nosferatu, una sinfonia dalle tenebre) fu proiettato, per la prima volta, il 5 marzo 1922.
Ispirato a Dracula di Bram Stoker, il film racconta la leggendaria storia del Conte Orlok: il vampiro che semina pestilenza e assorbe la vita. Avvolto da un’aurea di mistero, il principe delle ombre di Murnau comparirà per soli 9 minuti in tutto il film.
Molte scene con il Conte Orlok sono state girate di giorno. Per questo motivo, si scelse di sfruttare il colore blu per camuffare le sequenze con il non morto. Nosferatu è il primo film in cui viene introdotta l’idea della luce solare letale per i succhiasangue, peculiarità di tutta la tradizione vampiresca successiva.
Dracula o Orlok?
Nosferatu fu il primo e unico film prodotto dalla Prana-Film, fondata da Enrico Dieckmann e Albin Grau. Quest’ultimo, era un artista con la passione per l’esoterismo. Influenzato dal racconto di un contadino serbo conosciuto in guerra, il quale gli aveva detto che il padre era un morto vivente, Grau decise di realizzare un film sul vampirismo. Oltre all’idea di base, si occupò delle scenografie, dei costumi e creò gli storyboard per le riprese. Lo specialista del romanticismo gotico, Henrik Galeen (Il Golem, 1920) scrisse la sceneggiatura ispirata a Dracula di Bram Stoker del 1897. A causa dei problemi legali legati al romanzo, Murnau fu costretto a modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il Conte Dracula diventa il Conte Orlok) e le location (dalla Transilvania ai Carpazi, da Londra a Wisborg). Ecco, che il minaccioso protagonista diverrà Nosferatu che in romeno significa «non spirato». Tutto ciò, però, non bastò a evitare che la vedova Stoker, Florence Balcombe, trascinasse in tribunale la casa di produzione per il mancato pagamento dei diritti. La Prana-Film finì, così, in bancarotta e fu condannata a distruggere tutti i rulli della pellicola. Fortunatamente, una copia clandestina fu salvata dallo stesso Murnau.
Tematiche
Il film rappresenta un perfetto parallelismo con una Germania provata, in seguito alla sconfitta bellica. Lo stesso nome del conte Orlok potrebbe essere un riferimento dalla parola olandese «oorlog» il cui significato è appunto «guerra». Secondo alcuni critici, la figura del vampiro nasconderebbe in sé connotazioni antisemite di un paese, presto, dominato dai nazisti.
Attore o vampiro?
Secondo una delle leggende più affascianti della storia del cinema, l’attore Max Schreck era un vero vampiro. Un’ipotesi alimentata dalla strana coincidenza legata al significato del suo nome che, in tedesco, vuol dire «Massimo Spavento». A questa fantasiosa congettura si è ispirato il biopic di E. Elias Merhige, L’ombra del vampiro, con John Malkovich nei panni di Murnau e Willem Dafoe in quelli di Schreck. In realtà, Max Schreck era un attore berlinese formatosi nella compagnia teatrale del celebre Max Reinhardt. Si vocifera, avesse lavorato anche con Stanislavski in persona; questo spiegherebbe il suo indossare notte e giorno il trucco prostetico (con orecchie a punta, unghie affilate e denti aguzzi) per comparire solo in penombra, alla ricerca dell’immedesimazione totale.
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