Come Maremosso, media partner del Premio Strega Poesia, non potevamo non dedicare uno spazio ai libri di poesia candidati a questa prima edizione!
Ogni giorno, trovate le biografie degli autori e le opere con le quali gareggeranno in vista del 19 maggio, data in cui verrà proclamata la cinquina finalista.
Martina Restifo partecipa con Anacronismo (Brè)
Classe 1994, nasce a Roma e si laurea in Scienze Pedagogiche. Ad Aprile 2019 risulta prima classificata alla VII edizione del Premio Letterario Nazionale Teatro Aurelio con la poesia Imprevedibili Addii. A settembre 2019 pubblica la sua prima silloge di poesie Ideale dell’Io. Pensieri su carta con Monetti Editore.
Anacronismo è lo spazio senza tempo abitato da chi convive con un senso di insoddisfazione perenne; da chi ricerca continuamente una dimensione entro la quale sentirsi adeguato, sapersi realizzato; da chi tenta, a stento, di stringere amicizia con la propria sensibilità; da chi si diletta, con paradossale patimento, ad adibire la propria mente a luogo di fantasie, sede di astrazioni; da chi desidera liberarsi dalle catene dei giudizi altrui; da chi lavora, con fatica ma perseveranza, su se stesso per trovare un equilibrio tra corpo e spirito. Per le anime fragili, perché inizino ad amarsi.
Gianluca Ricca partecipa con Neoestetismo (Angolazioni)
Classe 2003, giovane studente di Orzinuovi ed aspirante scrittore, frequenta il DAMS, presso l’Università Cattolica di Brescia. Sin da piccolo ha amato la poesia e, all'età di diciotto anni, esordisce nel mondo poetico con la sua prima pubblicazione Principium Vitae (2022). Ha partecipato e ricevuto quattro premi nazionali ed internazionali, con relative pubblicazioni.
L’autore ricerca un nuovo senso poetico del bello, da cui trae il titolo questa raccolta: il Neoestetismo. L’ispirazione è frutto di una base estetica raffinata, in continuo dialogo con il passato e con l’alta bellezza. Motore del processo mentale che porta l’autore a compiere una vera e propria “traduzione” dei capolavori artistici in versi poetici, è il profondo legame e il dialogo che ha maturato studiando, conoscendo e amando la storia dell’arte. I componimenti della raccolta prefigurano caratteristiche colte, eleganti, ricche di termini e figure retoriche importanti, per dare adito ancor più all’equilibrio artistico. Fulcro della ricerca poetica è il suono, elemento che trasuda proporzione, forma e perfezione, tradotti in poesia.
Neoestetismo
L’autore ricerca un nuovo senso poetico del bello, da cui trae il titolo questa raccolta: il Neoestetismo. L’ispirazione è frutto di una base estetica raffinata, in continuo dialogo con il passato e con l’alta bellezza.
Gianluca Rubino partecipa con Effatà (Libritalia)
E’ un giornalista e scrive poesie. Padre di due bambini, ha pubblicato la raccolta di poesie Granelli di miglio (2012).
Qual è il senso della presenza della poesia all’interno di un evento traumatico come la guerra? Che cosa spinge il poeta a esporsi? In primis un atto di elementare persuasione verso gli altri, quelli che non vedono e non sentono, da cui nasce Effatà (apriti). La parola biblica che dà il titolo alla raccolta, perentoria, testimonia l’impegno e la vitalità morale del poeta che di fronte alla guerra vuole/deve esprimere l’onda di sentimenti che di colpo lo ha investito. La poesia, per sua natura, quando “sente” qualcosa di importante da dire, per dirla col Sommo Poeta “a quel modo ch’ei ditta sempre va significando”.
Effatà
Qual è il senso della presenza della poesia all’interno di un evento traumatico come la guerra? Che cosa spinge il poeta a esporsi? In primis un atto di elementare persuasione verso gli altri, quelli che non vedono e non sentono, da cui nasce Effatà (apriti).
Giuseppe Ruggeri partecipa con Figli del vento (Genesi)
Medico e chirurgo messinese, è attualmente il Vicepresidente dell’Associazione Medici Scrittori Italiani, pertanto rinnova l’eccellente tradizione italiana dei medici dediti a sviluppare ampia e profonda cultura umanistica, tradizione che risale fino all’antica Scuola di Medicina di Salerno, del IX secolo, cioè dell’Alto Medioevo.
Il titolo del poema di Giuseppe Ruggeri, Figli del vento, suscita nella mente del lettore l'eco di richiamo ai poemetti di Giovanni Pascoli. Il vento ne sfoglia le pagine, dalla prima all'ultima e di converso dall'ultima alla prima, incessantemente. Potenza e inanità della scrittura sono messe a confronto con l'azione sospesa tra casualità e causalità svolta dalla natura, dallo pneuma divino che soffia sopra la storia di gloria e di follia che l'uomo compie nella brevissima frazione di tempo in cui gli è dato di esistere e di acquisire consapevolezza della durabilità indeterminata dell'essenza, a cui anch'egli appartiene, ma che lo sovrasta in modo incomparabilmente superiore.
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