Sapore di sala

Le Scarpette Rosse danzano ancora, 75 anni dopo

© Mymovies.it

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Il 6 settembre 1948, andava in scena nel Regno Unito Scarpette rosse: uno dei più grandi film britannici di tutti i tempi.
Capolavoro visionario scritto, diretto e prodotto dal duo di registi Michael Powell e Emeric Pressburger, The Red Shoes ha stregato i grandi maestri del cinema come Coppola, Scorsese, De Palma e Spielberg.
Apripista della filmografia «sulle punte» e non solo, Scarpette rosse ha influenzato opere come Vertigo di Hitchcock, Suspiria di Argento e Il cigno nero di Aronofsky.

Scarpette rosse
Scarpette rosse Di Michael Powell;Emeric Pressburger

Sottoposta a una ferrea disciplina da Lermontov, direttore di una compagnia di balletto classico, Vicky Page arriva a un successo con il balletto Scarpette rosse, ispirato alla favola di Hans Christian Andersen, ma è dilaniata tra l'amore per la danza e la dedizione a Lermontov

Moira Shearer è un astro nascente del balletto, divisa tra un compositore idealista e uno stregonesco impresario, nella Londra del dopoguerra. La storia dell’étoile dai capelli fiammeggianti vittima del maleficio delle Scarpette rosse che, una volta allacciate, la costringeranno a ballare fino allo sfinimento si basa sull'omonima fiaba del 1845 di Hans Christian Andersen e presenta al suo interno un balletto con lo stesso titolo, anch'esso adattato dall'opera dello scrittore danese.

Morboso, surreale, ai limiti dell’horror: Scarpette rosse è il caposaldo del genere arte/perdizione, visivamente debitore al cinema espressionista degli Anni '20. La pellicola è confezionata in un immersivo Technicolor a tre strisce che scrive la storia del cromatismo filmico. Avanguardista anche nel reparto trucco (George Blackler, Eric Carter, Ernest Gasser), The Red Shoes continua a ispirare le passerelle di tutto il mondo.
Con un budget 500 mila sterline, divenne uno dei film inglesi di maggior incasso di sempre, con un lordo di oltre 5 milioni. Oscar per scenografia (Hein Heckroth e Arthur Lawson) e colonna sonora (Brian Easdale).

La genesi

Ispirato al balletto di Frederick Ashton Leda e il cigno, Scarpette Rosse segna la decima collaborazione del fortunato team di registi, dopo Narciso Nero.
The Red Shoes fu originariamente concepito da Powell e dal produttore Alexander Korda che, però, abbandonò il progetto, spostando la sua attenzione su Il Ladro di Bagdad (1940). Nel 1946, Powell e il suo partner Pressburger acquistarono i diritti della sceneggiatura che Powell aveva scritto insieme a Korda per 9 mila sterline.

Il ladro di Bagdad
Il ladro di Bagdad Di Michael Powell;Ludwig Berger;Tim Whelan;Zoltan Korda;William Cameron Menzies;Alexander Korda

Un giovane sultano con l'aiuto di un simpatico ladro e di un genio, sconfigge il perfido visir. Rifacimento di "Il ladro di Bagdad" 1924.

Il pigmalione invaghito della sua «protetta», Boris Lermontov (interpretato da Anton Walbrook), si basava sull’impresario teatrale Sergei Diaghilev: fondatore del Balletto Russo, nonché l’uomo dietro alla leggenda Vaslav Nijinsky.
Nel 1913, dopo aver appreso che Nijinsky aveva sposato la sua prima ballerina, Romola de Pulszky, Diaghilev cacciò entrambi dalla sua compagnia.

Il cast di The Red Shoes era composto perlopiù da membri del Royal Ballet. L’étoile Moira Shearer si fece corteggiare oltre un anno da Powell prima di accettare il ruolo di Victoria “Vicky” Page, nel suo debutto come attrice, poiché riteneva che la sceneggiatura fosse esageratamente irrealistica. In seguito, la star di Scarpette Rosse paragonò la sua esperienza sul set a un terribile calvario.
Durante le riprese, infatti, Shearer si procurò una contrattura al collo per saltare dalla finestra, un’ustione solare, e gonfiori alle gambe per danzare ore e ore sui pavimenti di cemento. Un giorno, inoltre, fu sospesa con un’imbracatura per otto ore, mentre veniva colpita dalle macchine del vento.

Il Balletto delle Scarpette Rosse

Il film è celebre per la sua straordinaria sequenza danzante di 17 minuti (intitolata The Ballet of the Red Shoes) che mescola una varietà di tecniche filmiche - come primi piani ed effetti speciali - in modo innovativo.
Un grande risultato di regia, montaggio (Reginald Mills), fotografia (Jack Cardiff) e scenografie (Hein Heckroth dipinse 120 fondali solo per questo momento iconico). La scena clou è frutto di sei settimane di, estenuanti, riprese insieme ad un corpo di ballo composto da 53 ballerini e l’amareggiata protagonista dichiarò: 

Così elaborata dal punto di vista cinematografico che siamo stati fortunati se abbiamo danzato per un minuto

Moira Shearer

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