Ho sempre pensato che la questione dei supereroi mi interessasse poco, che fosse una roba da maschi, sebbene da piccola vedessi i cartoni con loro protagonisti. Avevo relegato questi personaggi e anche il mondo dei fumetti alla mia infanzia e invece…ogni giorno mi ritrovo ad apprezzarne sempre più qualcuno fatto benissimo, che appassiona e intriga tanto per la storia quanto per le immagini, se poi sono rivolti ai ragazzi piuttosto che agli adulti ancora meglio: la qualità dei dialoghi, la profondità e la cura dei particolari è addirittura superiore! Più che un fumetto, infatti, questo libro è un’originalissima graphic novel che utilizza per le immagini “solo” i vari toni del grigio (oltre che il nero), con accenni di giallo per mettere in luce alcuni particolari, rimanendo perfettamente in linea con i colori di Batman e della trama stessa che strizza l’occhio al thriller e al noir, proprio come piace ai giovani lettori.
Una nuova spietata banda di criminali – nota come i Nightwalker – sta terrorizzando Gotham City, prendendo di mira le famiglie benestanti della città, e il miliardario diciottenne Bruce Wayne è il prossimo sulla loro lista. Quando Bruce incontra Madeleine Wallace al Manicomio Arkham, il famigerato ospedale psichiatrico, capisce che la ragazza è strettamente connessa ai delitti che funestano la città.
Batman?? Eh sì… sebbene nella storia gli unici elementi che ci riconducono a lui inizialmente sono il giallo del suo simbolo e la città dove tutto è ambientato, Gotham City, alla fine, mettendo insieme i pezzi proprio come in un puzzle, arriveremo al famoso personaggio! Batman Nightwalker ci riporta indietro nel tempo, alla storia personale del supereroe, senza accennare a ciò che dopo sarebbe diventato, quasi uno “spin off ” insomma. Questo lo si coglie un po’ per volta, mano a mano che ci si affianca alle vicende del signorino Wayne, ereditiero sedicenne a cui sono appena stati uccisi i genitori, e di cui non si può fare a meno di condividere le peripezie, le emozioni e lo spaesamento dopo un evento così tragico e inspiegabile. L’irruenza, il coraggio e l’intelligenza del giovane protagonista, diventato improvvisamente miliardario e a capo di una società che si occupa di tecnologia robotica e sicurezza, creano colpi di scena inaspettati che inducono a divorare le pagine una dopo l’altra, come se le vignette stesse fossero fotogrammi di un film che rendono scorrevole la lettura, conducendoci velocemente da un luogo all’altro di Gotham city alla ricerca della terribile banda dei Nightwalker: loro puntano a uccidere tutti i ricchi, non senza aver prima hackerato i loro conti. E se nella lista ci fosse anche il signorino Wayne? Se l’esuberanza e la rabbia del giovane Bruce Wayne procurano guai che catapultano lui stesso e il lettore nel manicomio di sicurezza di Arkham, il suo carattere e la sua intelligenza ispirano invece un sentimento di empatia che mi hanno portato a fare il tifo per lui fino all’ultimo istante, nonostante tutto e tutti, a stare insieme a lui con il fiato sospeso quando non era chiaro se qualcuno stesse o meno approfittandosi di lui e anche a costruire con lui, pagina dopo pagina, vignetta dopo vignetta, un’intesa pericolosa con Madeleine, coetanea detenuta astuta e ambigua. Quanto ci si può fidare dell’altro? Quanto spendersi per il bene dell’altro? Mai esplicite, queste domande rimangono sottese lungo tutte le inquietanti vicende che si intrecceranno fra i due ragazzi; la bellezza di questa graphic novel risiede infatti proprio nella capacità di rappresentare con delicatezza le sfumature e le ambiguità dei sentimenti umani, vissute nell’adolescenza con ardore estremo. Amicizia, solidarietà, rabbia e paura fanno da padroni, l’amore si affaccia soltanto.
La furbissima e crudele banda dei Nightwalker è costituita infatti da giovanissimi che esasperano il loro personale senso di giustizia ed è proprio con loro che Bruce Wayne si misurerà, in molte scene piene di azione e ricche di particolari: gli adulti non costituiscono che un contorno che fa fatica a capire la velocità e l’intensità del pensiero dei giovanissimi, pari solo agli strumenti tecnologici che gestiscono a loro uso e consumo. Messaggi cifrati, sguardi profondi, taglienti o preoccupati, espressioni del viso, origami gialli e un tenerissimo bacio in primo piano fanno da filo conduttore a una storia in cui ogni tanto ci si perde e poi ci si ritrova, proprio grazie a questi particolari “delineati” con enfasi, che ci fanno entrare nella complessità dei personaggi. L’unica certezza con cui si arriva all’ultima pagina è che ognuno di noi è frutto della propria storia e a questa non può sottrarsi. Che si sia criminali, supereroi o gente normale: ognuno sceglie chi essere o come essere e come vivere all’interno della società, esattamente come gli autori dei dialoghi scelgono di volta in volta il carattere da usare nelle vignette per farci entrare nella storia a seconda delle situazioni, riuscendoci perfettamente.
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