Perché una mamma con sette figli dovrebbe piangere tutti i giorni alla stessa ora, nello stesso posto? Semplicemente perché i sette figli sono tutti maschi e, quello che la signora Titti desidera più di ogni cosa, è una figlia femmina. Ma cominciamo dall’inizio di questa Incredibile storia della bambina nata come un fiore, scritta da Fabrizio Biggio, edita da Giunti.
Fiorella è una bambina speciale perché nata dalle lacrime versate sulla terra dalla sua mamma. Quando le speranze dei genitori sembrano ormai sfumate, i due si accorgono che dal terreno sta nascendo non una piantina ma una bambina in carne e ossa. Iniziano così a prendersi cura di Fiorella come di una pianta. La bambina cresce sana e forte e con lei anche i suoi capelli che sono le radici che la tengono ancorata a terra. E ogni volta che i capelli crescono un po’, lei può allontanarsi dal suo cortile sperimentando la vita.
Alle 8 di ogni mattina, la signora Titti si sedeva sulla panchina del cortile di casa e assordava le orecchie dei suoi concittadini con disperati singhiozzi; ogni giorno sempre la stessa scena… Ma una mattina accadde l’impensabile. Dopo solo 5 minuti, la signora Titti smise di piangere. Immaginate il marito, il signor Romolo, giardiniere, abituato alle due ore di singhiozzi giornalieri, quando d’improvviso tutt’intorno regnò un insolito silenzio.
Quello che di strano era successo e che aveva fermato le lacrime della signora Titti era la vista di uno strano ciuffetto spuntato dal terreno… non sembrava una pianta, ma germogliando dal terreno era giusto annaffiarlo. Il pensiero di quel ciuffetto assillava così tanto la signora Titti che, la mattina seguente, si precipitò in cortile a controllare quella pallina; con suo grande stupore non solo era ancora lì, ma era cresciuta: il vicinato non fu svegliato dal “solito” pianto, bensì dal nome del marito urlato a gran voce.
Attaccata al ciuffetto non c’era più una pallina rosa, ma una minuscola bebè con minuscole braccine, minuscole gambine, un minuscolo visino, una minuscolo nasino, una minuscola boccuccia e due grandi occhioni che la guardavano
Titti e Romolo provarono a coglierla, «come si fa per i fiori», per proteggerla e accudirla, ma quando provarono a tagliare anche uno solo dei suoi capelli la bambina cominciò a piangere e a urlare. Da dove veniva? Era possibile che le lacrime versate dalla signora Titti per sette anni avessero fatto nascere una bambina?
Per saperne di più bisognava chiamare uno scienziato; la notizia divulgata dai giornali attirò molti studiosi, ognuno con una propria teoria. Dopo una settimana riuscirono a concordare all’unanimità che i capelli della bambina «dovevano assolutamente rimanere piantati nel suolo e per nessun motivo andavano recisi, altrimenti la creatura sarebbe appassita e poi morta, proprio come un fiore».
Così la bambina, che fu chiamata Fiorella – un nome proprio adatto a lei – fu lasciata attaccata al terreno e attorno le fu costruita una casetta di legno con tutti i comfort.
Passarono i giorni, le settimane, i mesi e Fiorella, annaffiata almeno due o tre volte al giorno cresceva sana e i suoi capelli si allungavano sempre di più, dando più libertà di movimento alla piccola
Il tempo passava, i capelli continuavano a crescere e Fiorella aveva fatto amicizia con i bambini del luogo che andavano in giardino per giocare e stare con lei: tutto sembrava andare per il meglio, anche se in realtà c’era una cosa che rendeva Fiorella non completamente felice, «guardava sempre con malinconia l’inarrivabile cancelletto che dava sulla strada»; fantasticava vedendo le persone passeggiare e più ne vedeva più il suo desiderio di oltrepassare il cancelletto aumentava, e si ripeteva sempre la stessa frase:
Io girerò il mondo!
Che gioia quando finalmente Fiorella riuscì ad affacciarsi dal cancello: turisti arrivati da ogni parte la attendevano per farsi un selfie… e che emozione quando la lunghezza dei suoi capelli le permise per la prima volta di uscire dal cortile e di entrare in un negozio di giocattoli: non sapeva dove guardare, ammirava e toccava tutto, correva su e giù per gli scaffali con il proprietario che la inseguiva per evitare che i capelli si impigliassero fra gli scaffali.
Ogni volta che la lunghezza dei suoi capelli le permetteva di raggiungere un nuovo traguardo, il suo sguardo poteva spingersi ancora più lontano e così anche il suo desiderio di girare il mondo
Malgrado i capelli ancorati al terreno, Fiorella viveva la sua vita: frequentava l’università, viveva da sola, usciva con le amiche e con loro andava a cena – anche se il suo principale nutrimento arrivava dal terreno che genitori e fratelli continuavano ad annaffiare – finché una sera, in un ristorante di sushi, conobbe Itoshi: fu amore a prima vista per entrambi. Fiorella e Itoshi diventrono inseparabili, si sposarono e iniziarono a girare il mondo, in attesa che i capelli di Fiorella diventassero talmente lunghi da permettere loro di trasferirsi in Giappone, paese di origine di Itoshi.
Quanti decenni, quanta pazienza e soprattutto quanto amore fra loro per rimanere uniti e affrontare insieme le difficoltà. Fiorella era felice, aveva avuto una vita straordinaria: aveva girato il mondo, imparato lingue, conosciuto culture diverse.
Aveva capito che gli esseri umani, a ben vedere, sono tutti uguali e, cosa più importante, sono un’unica grande famiglia
I sentimenti, gli affetti, la meraviglia, l’attesa per le nuove conquiste sono il motore che muove questa moderna favola. Fiorella non può fare nulla senza il sostegno e l’amore della sua famiglia; la sua voglia di girare il mondo, la sua curiosità non le fanno dimenticare le sue origini, sa perfettamente che senza l’aiuto di chi la circonda non sarebbe la Fiorella che tutti conoscono, aiutano e ammirano... Anzi, anche gli stessi capelli che all’inizio ci portano a pensare che Fiorella sarà una bambina triste e infelice, perché ancorati nel terreno, saranno la molla che le dà la forza per superare le difficoltà e realizzare il suo sogno: girare il mondo.
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