Isabel Allende, la conosciamo bene, è una creatrice di piccoli mondi, in cui, spesso, arriva un elemento fantastico a scompaginare vicende anche fin troppo quotidiane, per condurci in un reame di forti contrasti e passioni. Da tanti anni, ormai, Isabel Allende ci incanta con storie di donne e uomini normali in circostanze eccezionali, in una mescolanza di realismo e magia. La ninfa di porcellana, racconto illustrato edito in Italia da Feltrinelli, come del resto tutta l’opera dell’autrice cilena non fa eccezione, e riprende, adattandoli al giovane pubblico cui l’opera è destinata, temi e atmosfere che del mondo incantato di Isabel Allende da sempre ci innamorano.
“Don Cornelio ha sempre occupato un posto speciale nel mio cuore. Quando l’ho conosciuto era un signore miope che indossava un abito grigio con quattordici taschini. Viveva in una pensione del mio quartiere e noi, suoi vicini, regolavamo l’orologio quando passava al mattino. Non era mai né in anticipo né in ritardo.”
La vicenda è semplice: don Cornelio, uomo dalla precisione kantiana, mai in ritardo, mai in anticipo, archivista in uno studio notarile, in cui, lontano da ostinazioni e rifiuti di altra misteriosa e ribelle natura, trascriveva pratiche con una bella grafia ordinata, chiuso nel suo abito grigio con quattordici taschini.
Nella stanzuccia in cui Don Cornelio lavora ha suo alloggio una comunità di topi, e Cornelio, per ordine del suo capo, il Notaio, ha l’ordine di eliminarli e fa loro una guerra odiosa, a colpi di trappole, veleno, colla. Don Cornelio svolge questo compito con estremo dispiacere, a lui, in realtà, i topi non danno fastidio.
All’ora di pranzo, il nostro archivista va a mangiare un panino al formaggio in una piazza che dista 91 passi dallo studio del Notaio. Lo sa perché li ha contati. Don Cornelio è soddisfatto della vita di piccole cose che conduce, finché, un giorno d’autunno, andando a prendere il tram, Cornelio scorge in una vetrina una statua di porcellana e... devo interrompermi qui, perché il resto della storia è spazio di sogno e mistero, e tutto vorrei tranne che rovinarvela.
Il racconto è accompagnato e sostenuto dalle magnifiche illustrazioni di Mariachiara di Giorgio, Premio Andersen italiano per l’illustrazione 2022, immagini in cui emerge l’attenzione per i dettagli curiosi, una ninfa ironicamente raffigurata come un Bacco, echi surrealisti e metafisici, tra cui si nota un’ispirazione in particolare, che non vi rivelo e un uso del colore che ben rende il racconto di trasformazione di Don Cornelio.
La ninfa di porcellana è una storia per tutti coloro che, siano ragazzini o adulti, hanno voglia di una lettura fresca, piena di speranza, di rinnovamento, passeggiate notturne e albe tutte nuove.
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