300 di Frank Miller

300 di Frank Miller (Star Comics) è un’anomalia: innanzitutto per la forma – un rettangolo col lato lungo orizzontale invece che verticale – ma soprattutto per l’enorme impatto che ha avuto sulla cultura pop.

300 è un fumetto che nasce da un fortunatissimo connubio che vede coinvolte le inquadrature di ispirazione cinematografica di Frank Miller e la sua innovativa vena dark. Innovativa perché tutte le storie che seguono 300 arrivano a una conclusione inaspettata per le narrazioni dell’epoca, ovvero l’intuizione che porta a superare il concetto di eroe totalmente positivo e vittorioso, ma lascia spazio a un senso di disagio, di eroismo volto al sacrificio che germoglia proprio nei larghi tratti scuri di china dello stile di Miller. Questa tendenza, la scoperta dell’eroe che si sacrifica e dell’eroe che non è totalmente positivo – anzi, spesso apertamente negativo – sarà evidentissima in lavori come Sin City, ma nasce proprio dalla visione di un film che racconta la storia di Leonida e dei 300 spartani.

Frank Miller scopre infatti questa storia dalla visione di un film degli anni ’60, L'eroe di Sparta di Rudolph Maté, un kolossal che racconta la vicenda della valorosa difesa degli spartani alle Termopili e che affascina il giovane Miller al punto da segnare la sua cifra stilistica per il corso di tutta la carriera. La storia dei 300 però supera la semplice esibizione storiografica di una storia celebre e conosciuta da tutti – anche in ragione dello stesso fumetto di Miller – ma compie un passo in più diventando la metafora di una lotta più profonda, quella tra la libera Grecia e gli schiavi di Serse. O meglio ancora, la lotta che segna, secondo Miller, la nascita della democrazia, la dichiarazione di intenti di un paese che non era nazione e che da lì a poco avrebbe influenzato l’Europa intera e persino il mondo.

Frank Miller racconta la storia dello scontro fondamentale per la libertà degli uomini nel mondo, una libertà che sembra tuttora un’utopia in molte nazioni, ma per cui Leonida e i suoi spartani combattono. Uomini soldati che scelgono di combattere contro un continente di schiavi che segue gli ordini di un imperatore. Il nuovo e la libertà contro il vecchio e la dittatura.

Come dicevamo 300 segna un punto di passaggio, un prima e un dopo: innanzitutto per la poetica di Miller, che diventa evidentemente più cupa e pessimista, ma epica nel senso di sacrificio che questi nuovi eroi emanano; poi c’è il genere del fumetto che si apre a nuove prospettive, le prospettive della storia e le possibilità espressive che vengono sdoganate; ma soprattutto il disegno e il tratto di Miller che trovano una cifra che diventerà da questo momento in poi il suo marchio di fabbrica.

Infine, non possiamo ignorare l’enorme impatto che ha avuto sulla vita di tutti noi, anche per coloro che il fumetto non l’hanno mai letto – e magari non hanno visto neanche il film con Gerard Butler – eppure conoscono le frasi più importanti della storia di Miller e ne hanno visto infinite volte le scene iconiche. Tutti abbiamo sentito almeno una volta “stasera ceneremo nell’Ade”, ma soprattutto tutti abbiamo impresso nella memoria la frase: