Siamo riusciti finalmente ad avere sulla nostra poltrona IL PROF per eccellenza.
Enrico Galiano, dopo averci concesso una piacevole conversazione in videochiamata lo scorso anno, è venuto a tracciare i punti cardinali del suo nuovo e personale romanzo: Geografia di un dolore perfetto.
COPIA AUTOGRAFATA - Quando sei bambino tuo padre è un supereroe. Nessuno ti spiega che anche i supereroi possono cadere e farsi male, e soprattutto farti male. Pietro lo sa fin troppo bene: suo padre lo ha abbandonato quando era ancora un ragazzino.
Perché personale? Perché la storia di Pietro Venti, il protagonista del libro, è anche la sua.
Queste 304 pagine sono infatti frutto di un delicato e profondo lavoro autobiografico unito ad alcuni aspetti di finzione, il cui obiettivo ultimo è raccontare l'essenza di un dolore che purtroppo - prima o poi - ognuno di noi si ritroverà a provare: la perdita di un genitore.
Tutto nasce da una telefonata, che fa crollare il terreno sotto ai piedi di Pietro; un terreno che aveva sempre considerato stabile, certo quanto il suo lavoro da insegnante universitario e l'amore per sua moglie e suo figlio. Eppure, nel momento in cui Paco, il padre acquisito che lo ha cresciuto, lo avvisa di stare per morire, Pietro si ritroverà sbalzato in una corsa contro il tempo che dalla Croazia lo porterà a Tenerife, per raggiungere Paco al suo capezzale e porgli quella domanda che non è mai riuscito a fargli.
Per la prima volta ho deciso di parlare di qualcosa che mi riguarda molto da vicino. Un evento di quelli che - quando ti arrivano addosso - ti rendi conto sin da subito che la tua vita non sarà più la stessa
A mettersi in mezzo in questo viaggio che sarà, non solo fisico, ma anche introspettivo e rivelatore di fragilità che Pietro non avrebbe mai ammesso di avere prima, c'è Nando, il padre biologico. Quell'altra figura paterna che non è stata al suo fianco prima ma che adesso è lì, a metterlo di fronte al proprio passato, alle proprie debolezze e ai propri dubbi.
Dietro le fila di questa storia, si agita la personalità dell'autore stesso. Galiano ha infatti ammesso nella nostra intervista di aver affrontato non solo la stesura di un romanzo ma un vero e proprio percorso di psicoanalisi, donandoci un intimo romanzo dai risvolti ironici, mai cinici.
Anche in questa storia, torna il concetto di fragilità: la perfezione - come quella che era convinto di aver raggiunto Pietro - è una bugia. Solo quando ammettiamo di avere delle debolezze, di commettere degli errori, possiamo dirci umani e in grado di lavorare concretamente per raggiungere i nostri sogni e la nostra felicità.
La felicità non è fatta di perfezione, ma di sporcizia, sudore, di macchie. Di grandi fatiche e anche grandi pianti
Geografia di un dolore perfetto traccia le coordinate per parlare ai figli e ai padri.
Dove gli eroi senza paura non esistono e la "spezzanza" - il neologismo da lui creato per trasmettere quella sensazione di spezzamento che ognuno di noi può provare - è qualcosa che alberga in ognuno di noi.
Possiamo scegliere di guardarla e ignorarla, oppure riconoscerla e, come è riuscito a fare Galiano scrivendo questo libro, riuscire, un giorno, anche a farci pace.
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