Le cotte letterarie

Noi librai ci prendiamo spesso delle cotte letterarie ma, non essendo gelosi, tendiamo a condividerle così da poter parlare in maniera compulsiva dell’oggetto dei nostri desideri. Il viversi una cotta letteraria consiste nel passare le pause caffè parlando di come potrebbe essere un personaggio, a quale attore o a quale attrice potrebbe assomigliare, a cercare su Google Earth le strade che percorre così da poter visualizzare la sua quotidianità, a immaginare varie situazioni in cui vorremmo vederlo destreggiarsi, riconoscere un cliente per strada per dirgli: “Devi passare in libreria. Devo farti conoscere una persona”.

Una delle cotte più belle che ho avuto è stata quella per Samuel Hawley, il delinquente sfigato (un po’ alla Fargo, per intenderci) che, una volta appesa la pistola al chiodo, si ritrova a crescere un’adolescente dolce ma estremamente consapevole di quel che le accade intorno.

Questo accadeva nel 2018. Nell’arco di un mese tutti i miei colleghi avevano letto le gesta di Samuel e nell’arco dell’estate la quasi totale fetta di pescaresi che frequenta la nostra libreria era rimasta incantata dalla scrittura di Hannah Tinti: andare in spiaggia voleva dire ritrovare Samuel su almeno un lettino per stabilimento e per fermarci a bere un bicchiere dovevamo camuffarci, altrimenti gli amici lettori si sarebbero seduti con noi per poter continuare a parlare di Samuel e di sua figlia Loo.

Ecco, questo per dirvi che quando entrate in libreria e chiedete al vostro libraio la sua cotta letteraria del momento, vi farà entrare in una dimensione di occhi a cuoricino e notti insonni d’amore.