"Date un’opportunità a un libro e quel libro la darà a voi” diceva un vecchio adagio… Non è vero, l’ho inventata adesso per iniziare con una frase a effetto, anche se più probabilmente starò citando qualcuno senza saperlo…
Non potete immaginare quanto faccia piacere a noi librai quando ci dite: “Oggi non me la sento di leggere qualcosa di impegnativo”; oppure: “Ho voglia di qualcosa di cervellotico”; o ancora: “Fatemi piangere”. Una cliente abituale della libreria di Ancona, quando il venerdì chiude le porte del suo studio legale e viene a fare spese per il week end, in base al suo stato d’animo ci chiede: “Vi prego, niente saghe familiari, ne ho avute fin troppe oggi!”; se l’umore è buono, dice: “Fatemi ridere! Di Agatha Raisin è uscito qualcosa?”; quando è esasperata: “È stata una settimana particolarmente difficile, ho bisogno di ammazzamenti! Nesbo! Ditemi che è uscito Nesbo! Lui, o anche solo un suo cugino di secondo grado andrebbe bene!”.
È una lunga diatriba quella che domanda se siamo noi a scegliere i libri o se siano i libri a scegliere noi. Ma per quanto romantica possa apparire la seconda ipotesi, diciamoci la verità, è del tutto improbabile. Magari, se vedete nel libraio una sorta di proiezione del libro che vi ha appena proposto, forse, ci potrebbe anche stare… Ma no, non regge. Scientificamente.
È vero, però, che i libri ci chiamano. Non tutti alla stessa maniera, ma lo fanno. Quelli esposti di faccia, più di quelli infilati di costa nello scaffale, certo. E quelli con una copertina, un titolo, uno strillo particolarmente accattivante più di altri. Ma non parlo di marketing.
I libri ci chiamano se siamo pronti ad ascoltare, prima di tutto noi stessi. Ma non sempre siamo ben disposti. Pur avendo a disposizione il ben di dio che contiene il catalogo di una libreria, capita di non sapere da quale storia farsi travolgere, perché sentiamo che nessuna potrebbe essere in grado di farlo. Vediamo quel “tanto” come un “troppo” e quel “troppo” come “niente”. Improvvisamente, ci si ritrova di fronte a una parete fitta di libri come davanti a un banco di nebbia. Può succedere. E il rischio, quando capita, è di arrivare a pensare che quella fitta foschia (sempre che non si tratti di un drastico calo di vista…) stia nell’ampia scelta di libri che abbiamo davanti anziché nello spazio che ci divide da loro.
In quei casi, secondo me, la soluzione sta nel fare giusto un passettino in avanti. Intendo proprio fisicamente, verso lo scaffale e concedere a quel libro tra i libri la possibilità di farsi notare.
Provateci: se non sapete cosa avete voglia di leggere, rubatevi del tempo dall’agenda e avvicinatevi a un ripiano del settore della libreria che vi è più affine. Cominciate a spulciare le coste dei libri. Se volete, scorreteci le dita sopra. Lasciatevi ispirare dai titoli o dai nomi dei relativi autori. Tiratene fuori uno dal suo posto, date un’occhiata alla copertina, alla bandella, al retro. Sfogliatelo, leggete le prime pagine o una pagina a caso nel mezzo. Se non sarà lui quello di cui avete bisogno, mettetelo a posto e proseguite. Vi accorgerete che quel che avete appena letto, potrebbe essere lo spunto per un ricordo, un’informazione, un suggerimento o un argomento che vi incuriosiva e che la routine lavorativa, gli impegni, i doveri quotidiani vi avevano fatto accantonare in qualche ripostiglio del vostro cervello.
La scelta del libro giusto è quasi una catarsi, lo vedo in molti dei clienti che ci frequentano. Un po’ come nei sogni, il tempo si dilata, se ne perde la sua normale percezione. Ogni immagine si collega a un’altra immagine, a frasi, dialoghi, incontri, situazioni che trasportano chissà dove. Un libro scatena un continuo di connessioni elettriche che catturano e rimbalzano l’attenzione in una rete di collegamenti che nella mente crescono e diventano qualcosa. Un libro rimanda a un pensiero, quel pensiero a un altro libro e quel libro a un altro argomento e quell’argomento a un altro libro ancora. Ed ecco che il filo rosso che li lega ai nostri interessi, si fa più evidente. E con esso la voglia di riscoprirli e conoscere qualcosa di più. Più spesso di quanto si creda, quella voglia è semplicemente offuscata dallo stress degli impegni quotidiani. Quella nebbia in cui rischiamo di sentirci persi. Basta un passo verso lo scaffale affinché possa diradarsi.
E se non avete molto tempo, c’è sempre un libraio pronto per voi.
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