Il libro di cui hai bisogno si trova accanto a quello che cerchi
“Le fabbriche, così come sono fatte oggi, annullano piano piano, per tutti quelli che vi lavorano, il sentimento di essere su questa terra, da solo e insieme agli altri e insieme a tutte le cose della terra. Così si dimentica qual è il destino degli uomini e subentra un orgoglio sempre più profondo per l’organizzazione nella quale si è, per le macchine e per tutto l’ingranaggio”.
Il disperato soliloquio attraverso cui si dipana la narrazione in Memoriale di Paolo Volponi è una lenta discesa nel tetro antro dell’alienazione e dello scompenso mentale. In una città industriale del Piemonte, in cui riecheggiano i profili della Ivrea di Olivetti (presso la quale Volponi lavorò a lungo come dirigente) si consuma la misera vicenda di un operaio, Antonio Saluggia, che spera, con l’assunzione nella grande fabbrica, di cambiare vita e porre fine al suo ‘male di vivere’, acuito dalla recente prigionia nella Germania nazista. Scoprirà presto che l’alienazione derivante dalla ripetizione di uno stesso gesto, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto del suo turno in fabbrica, contribuiranno invece a farlo scendere ancora di più nel buio dei suoi demoni interiori, di quelle che lui chiama “le sue tare”. È un libro cupo capace di trasferire sul lettore le stesse emozioni che prova Saluggia: di paralisi, insensatezza e distacco dal sé… Libri come questo mi aiutano a mantenere un occhio saldamente ancorato al reale, che non sempre è in nostro pieno controllo nonostante la narrazione odierna del #wishfulthinking voglia farcelo credere. Memoriale è comunque un caposaldo della letteratura industriale post-bellica. Leggetelo, davvero.
Un altro libro che mi ha fatto vibrare le stesse corde, anche se con una trama e un soggetto completamente diversi è Loro di Roberto Cotroneo. Si tratta di un evidente omaggio a Giro di vite di Henry James (Feltrinelli), quindi se non avete letto Giro di vite, leggete prima quello! In questo libro Margherita B, giovane istitutrice presso un’aristocratica famiglia che vive in una villa nella campagna romana, si troverà ad avere a che fare col topos più abusato della narrativa horror: i gemelli. Gemelle, in questo caso: Lavinia e Lucrezia trascineranno Margherita in una spirale delirante tra culti oscuri e presenze malvage ancorate alla storia passata della villa. A mano a mano che si svela la trama, il lettore entra sempre più a fondo nell’alienazione mentale di Margherita, fino a svelare, con un colpo di scena al cardiopalma, il terribile segreto che cela tutta la vicenda. Qui è un evento specifico che sta alla base dell’alienazione di Margherita, non il lavoro ripetitivo in fabbrica, ma la sensazione che rimane in bocca una volta chiuso il libro è esattamente la stessa.
Le altre strade di carta
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| Einaudi, 2015Di
| Neri Pozza, 2021Di
| Bompiani, 2020Di
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