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Dire cosa sia nato prima, se la logica o la matematica, sembra il famoso indovinello sull’uovo o la gallina (almeno per me). Così, quando ho letto il giallo Zio Petros e la congettura di Goldbach, del greco Apostolos Doxiadis, non sapevo cosa mi affascinasse primariamente: il tratto filosofico del problema o l’ineluttabilità della sua irresolutezza? Tutto nasce da una congettura matematica mai dimostrata, fin dalla sua postulazione nel 1742. Ma quando, secoli dopo, uno sconosciuto Signor Nessuno decide di porre fine a quell’indeterminatezza, si spalanca una crepa nelle sue convinzioni, perseguite ben oltre il ragionevole limite dell’insuccesso manifesto. L’ossessione, in questo caso, è la mancanza di accettazione del fallimento, a cui segue la perdita di lucidità che contraddistingue un’intuizione geniale, facendo così amplificare l’eco di un reiterato insuccesso.
Eppure, come sempre accade, ciò che ci rode è un processo che parte dentro di noi, in qualche luogo a cui noi (apparentemente) non abbiamo accesso ma che, nella piena manifestazione delle nostre azioni, rivela il tarlo che a lungo ci logora. Se penso a La promessa dello scrittore elvetico Friedrich Dürrenmatt, giallista dalla profonda conoscenza dell’animo umano, non posso che vedervi una didascalica rappresentazione di tale processo. In un piccolo paesino della Svizzera un poliziotto cerca per anni, infruttuosamente, l’assassino di una bambina, tanto da spingerlo ad abbandonare il proprio lavoro e cambiare vita, sotto lo sguardo attonito di chi lo conosce. Ossessione è l’apparente irrazionalità che ci fa compiere scelte contrarie alla logica e a ciò che, fino a un determinato momento, sembrava essere la nostra ragione di vita.
Ma non tutto può essere bianco o nero, giusto o sbagliato, vero o falso. Il dualismo crea sempre confusione, mescolando i fatti (o le nostre interpretazioni di essi) e rendendoli indistinguibili, proprio come ne La regina degli scacchi, magistralmente scritto da Walter Tevis e connubio perfetto di narrazione, introspezione psicologica e dettagli tecnici. Si tratta della vita di Beth Harmon, orfana che, in istituto, scopre i rudimenti degli scacchi e, in breve, manifesta doti innate talmente prodigiose da spingerla verso la gloria e la fama. A questo, tuttavia, si pone come contraltare la sua fragilità emotiva, figlia anche di una lacuna affettiva mai veramente compensata. L’ossessione, dunque, come duplice lato del proprio essere: sia motivazione irrefrenabile, capace di portare se stessi oltre i propri limiti, amplificando le proprie capacità ed esaltandone le potenzialità, sia debolezza estrema, che fa sprofondare nel proprio lato oscuro, tanto da finirne schiavo e non uscirne più.
Di
| Einaudi, 2014Di
| Feltrinelli, 2022Di
| Bompiani, 2015Di
| Adelphi, 2019Di
| Mondadori, 2021Le altre strade di carta
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