Strade di carta

Libri che ci raccontano la prigione

Illustrazione digitale di Gaetano Di Riso, 2021

Illustrazione digitale di Gaetano Di Riso, 2021

Il libro di cui hai bisogno si trova accanto a quello che cerchi

Aby Warburg

Prima che sia notte

di Reinaldo Arenas - Guanda, 2016

Scrivere è un atto di libertà. Esattamente come leggere. Esattamente come chi legge foraggia di occhi e ragioni il furore di chi racconta. Scrivere (esattamente come leggere) consacra la fuga.
L’altrove sempre possibile. Eternamente invisibile e mai così vivo. Scrivere per ritagliarsi un antro di respiro. Non importa dove. Anzi, a volte importa moltissimo. A volte, sprofondati in condizioni di isolamento e minorità, defraudati di quasi ogni cosa, la sola via d’uscita è afferrare le proprie parole.
Fermarsi a guardarle, lasciarle poggiarsi e far sì che resistano.
Come affermava Edward Bunker, per aver perfettamente incarnato l’argomento, «due sono i mondi in cui gli uomini si ritrovano messi a nudo, tutte le facciate spariscono, in modo che è possibile vedere il loro nocciolo duro. Il primo è il campo di battaglia, l’altro è la prigione».

In quella dilaniante guerra che è il carcere, con i torti arrecati e con quelli subiti, l’urgenza si fa narrazione.
Reinaldo Arenas amava gli uomini, così come amava dissentire dal potere. Una colpa doppia e imperdonabile per il regime castrista. Cuba inneggia alla Rivoluzione, ma non a quella del suo cuore. E lo scrittore viene catturato, condannato, molestato e più volte “corretto” per intraprendere la giusta direzione. Ma nulla lo fece tacere. Prima che sia notte (Guanda, 2016) è un canto autobiografico, sfrontato e impetuoso contro l’ipocrisia occidentale, contro l’insana esaltazione di una dittatura che gli costò prima il desiderio e poi la sopravvivenza. Cos’è peggio, nascondersi o confessarsi? Ostinarsi o lasciarsi emendare? Qual è il contrappasso a cui non può che soccombere? Malgrado riesca ad evadere, Arenas sconterà nella carne il suo perenne esodo. Si sente apolide per qualunque patria e fiaccato anche nel corpo per ciascuno delle sue lotte, sceglie il momento in cui morire.
«Vi lascio in eredità tutte le mie paure, ma anche la speranza che presto Cuba sia libera. (…) Metto fine alla mia vita volontariamente, perché non posso continuare a lavorare. Nessuna delle persone che mi stanno vicino è coinvolta in questa decisione. C’è solo un responsabile: Fidel Castro. La sofferenza, l’esilio, la solitudine e le malattie non mi avrebbero colpito se avessi potuto vivere libero, nel mio paese. (…) Cuba sarà libera. Io lo sono già».

Dentro

di Sandro Bonvissuto - Einaudi, 2015

Il carcere come punizione e sottrazione. Di tempo e di spazio. Una possente architettura dell’errore, in cui visualizzare in ogni istante ciò da cui si è lontani.
Finire risucchiati Dentro (Einaudi, 2012), nel fondo di un fosso che Sandro Bonvissuto descrive come gli fosse appartenuto. Tre racconti (di cui il primo ambientato in carcere) che tracciano una geometria di muri contro cui il lettore sembra schiantarsi, senza appello. Un libro che graffia, quanto mostra quanto sia più che possibile, quasi inevitabile, riformulare le proprie convinzioni, le proprie resistenze. Rapportarsi alle regole dopo averle mandate in frantumi, costruirsi un orto di menzogna in cui cercare riparo. E identità.
«

Spesso ci raccontavamo la nostra vita passata. Sdraiati ognuno su proprio letto. Tanto lì non sarebbe successo niente di cui parlare con nessuno e anche se fosse successo, si sarebbe trattato di qualcosa accaduto a tutti. Così, visto che in quel posto il futuro non era previsto e il presente era sbriciolato, si poteva solo trascorrere ogni giorno un po’ di tempo nel passato, il tuo o quello degli altri. Era una cosa che dava sicurezza e serenità. Perché non ci sono più pericoli né minacce
».

Ce lo conferma Bonvissuto. Lo controfirmano tutti coloro che da quel budello sono stati ingoiati, per varie declinazioni della colpa. Il carcere come confine. Spartiacque che spezza i cordoni con quello che resta. Che respira, si affretta ed avanza oltre orologi con la stessa identica ora. L'ora di attendere.
Attendere il giorno che trafori quel buio. Che li riammetta tra i viventi ancora in grado di peccare.

Fine pena: ora

di Elvio Fassone - Sellerio Editore, 2015

Eppure alcuni ponti non crollano. Come quelli invincibili che crea la scrittura. Lasciando che i vissuti si annodino e che i passanti si incontrino nella zolla che non trema.

Fine pena ora di Elvio Fassone (Sellerio, 2015) è un ponte lungo 26 anni. Quello della corrispondenza tra Salvatore, condannato all'ergastolo dopo un maxiprocesso alla mafia catanese, e il Presidente della Corte d'Assise assegnato a quella sentenza.

Da quella prima lettera, accompagnata da un libro, giudice e detenuto imparano a conoscersi. A comprendere quanto quei margini così invalicabili possano oscillare. Cos'è che ci fa sentire sicuri al di qua della soglia?

Cosa sarebbe accaduto nascendo in un posto diverso, dove violare non sembri un istinto? E come ci si conserva umani in un perimetro scandito di numeri e protocolli?

«È incredibile come esiti di frustrazione e di sofferenza si producano anche senza che una volontà malvagia li voglia: non c’è bisogno di essere crudeli, basta un’applicazione asettica di regole senza pensare ai possibili effetti secondi, basta una prudenza un po’ rancida all’insegna di non volere grane, il rifugio anestetico nelle procedure, la prudenza elevata a sapienza: e le carte dei protocolli restituiscono l’individuo al ruolo kafkiano di quello che attende davanti a una porta della quale nessuno ha la chiave».

Cos'è che viene punito attraverso la reclusione? Qual è il crimine peggiore?

A volte è solo non allinearsi. E scegliere il rischio.

Prigione

di Emmy Hennings - L'orma, 2019

Emmy Hennings, fondatrice assieme a suo marito del Cabaret Voltaire e protagonista dell'avanguardia dada, conduce un'esistenza molto poco ordinaria. Il teatro non garantisce proventi affidabili ed Emmy, consumandosi tra alcol e droghe, arriva a prostituirsi per sostentare i suoi desideri. Quando viene arrestata, aspettando verdetti e libertà, spaesata e incredula, si inabissa in un acquario tragicomico, caleidoscopio di vite sbrecciate che sa restituirci con una ricchezza incapace di scalfirsi.

«Per la prima volta scopro la spudoratezza di tutto ciò che vive».

Eppure, ogni donna in cui s'imbatte, che sia recisa, tradita, violata, sa mantenere comunque un marchio profondo di dignità. Che non si spegne dentro la gabbia.

Prigione (L'orma, 2019) è il ritratto travolgente di tutti quegli incontri. Rimasto inedito in Italia per un secolo intero, testimonia l'urgenza di non rassegnarsi davanti a restrizioni che vorrebbero intaccare la nostra nuda essenza.

Lungo cammino verso la libertà

di Nelson Mandela- Feltrinelli, 2012

Immaginarsi dopo il carcere può apparire impossibile per chi ha visto scolare anni infiniti dentro una cella.

Nelson Mandela, accusato di tradimento, viene arrestato nel 1956 e trascorre in carcere 27 anni, durante i quali, nonostante le sbarre e le ristrettezze imposte, il suo spirito continua ad espandersi.

Legge, impara, si documenta, non cessa di esistere e sperare. Anche e soprattutto attraverso i libri. Grazie ad ogni paesaggio dischiuso tra le pagine. Si innamora di una poesia, Invictus di William Ernest Henley. E la inala come ossigeno per ricominciare.

Lungo cammino verso la libertà (Feltrinelli, 2012) è un indomito inno alla rinascita. E la dimostrazione potente di una pace possibile.

«Nella vita ogni uomo ha un duplice dovere: quello verso i familiari, i genitori, la moglie e i figli; e quello nei confronti del suo popolo, della sua comunità, del suo paese».

Il nostro primario dovere è quello di non sottrarci al pensiero, di non accettare mai la scelta più semplice, la costrizione a ciò che sembra più giusto perché dominante. Salvarsi decidendo ogni giorno di sfuggire a quella pena che si chiama indifferenza.

I libri consentanei di Cristiana Saporito

Prima che sia notte

Di Reinaldo Arenas | Guanda, 2016

Dentro

Di Sandro Bonvissuto | Einaudi, 2015

Fine pena: ora

Di Elvio Fassone | Sellerio Editore Palermo, 2015

Prigione

Di Emmy Hennings | L'orma, 2019

Lungo cammino verso la libertà. Autobiografia

Di Nelson Mandela | Feltrinelli, 2013

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