Strade di carta

Il valore del libro

Illustrazione digitale di Gaetano Di Riso, 2021

Illustrazione digitale di Gaetano Di Riso, 2021

Il libro di cui hai bisogno si trova accanto a quello che cerchi

Aby Warburg

A volte anche solo far circolare pensieri è un atto rivoluzionario

Inge Feltrinelli

Naturalmente Inge sottintendeva che lo strumento per far circolare dei pensieri fosse il libro. Da secoli, mezzo per la diffusione dei saperi, mezzo per la narrazione di eventi e luoghi di cui non si sapeva neanche dell’esistenza quando ancora non esistevano cinema, televisione o internet. Via per la conoscenza, per l’approfondimento, per la distrazione, per la riscossa, per la socialità, per l’apertura…

Il libro quindi può assurgere a vari scopi e diversi valori. In tanti ne hanno narrato le gesta quasi fosse un eroe mitologico; a volte basandosi su fatti reali, altre volte aggiungendo elementi di fantasia. Ci sono tantissimi racconti che narrano di libri e del loro valore eterogeneo e universale, e libri stessi che una volta scritti hanno avuto addirittura una forza destabilizzante!

Credo che la storia che maggiormente ha descritto il valore del libro rimanga Fahrenheit 451 scritto nel 1953 dallo statunitense Ray Bradbury dove in una società futuristica la cultura e la lettura sono un reato da perseguire reprimendone i responsabili. I libri sono bruciati dai pompieri il cui compito è inverso da quello che conosciamo: invece di spegnere le fiamme le attizzano compiendo dei roghi di libri che ricordano quelli dei nazisti del 1933. I cittadini sono costretti ad assistere imbelli a ore di televisione diventando completamente assoggettati all’informazione dominante del Potere. Leggendo i libri le persone potrebbero iniziare a pensare con la propria testa, a condividere i propri pensieri e a sviluppare un senso critico e questo va impedito ad ogni costo. Per non perdere il patrimonio letterario alcuni cittadini, che rappresentano metaforicamente la Resistenza, imparano i libri a memoria per trasmetterli alle future generazioni. Sarà proprio una ragazzina, Clarisse, a svelare l’inganno della società omologata e a sviluppare la spinta necessaria al cambiamento: “nessuno fa domande, ci danno soltanto risposte, e noi ci sorbiamo ore di tele-insegnamento”. Con questo romanzo distopico Bradbury voleva trasmettere molteplici messaggi: dalla denuncia del maccartismo americano degli anni '50, al pericolo nucleare dopo le catastrofi di Hiroshima e Nagasaki. Come non trovare in quest’opera anche numerosi riferimenti al contesto attuale?

Se poi penso a quanto un libro può essere temuto dall’autorità il mio pensiero va immediatamente al romanzo Q, scritto da Luther Blissett, pseudonimo del collettivo di scrittori evoluti nell’attuale Wu Ming 4.
Questo capolavoro si svolge nel corso del 1500 su e giù per l’Europa dell’inquisizione, delle utopie luterane infrante, delle rivolte anabattiste contro la prepotenza del Papato romano animate dal leggendario Magister Thomas Muentzer, il Coniatore, con l’esortazione che “omnia sunt communia”, tutto è di tutti. Ad agitare i piani dei re e della Chiesa romana è anche fermare ad ogni costo la stampa e la diffusione del libro Il Beneficio di Cristo che mette apertamente in discussione la Chiesa cattolica. In questa storia il misterioso protagonista senza identità, ed eroe dei poveri, si scontrerà con un altro personaggio a dir poco sfuggente, Q, fedele servitore del sanguinario papa Gian Pietro Carafa. All’epilogo finale tutti (o quasi) gli enigmi saranno svelati ma il citato libro sovversivo quando e come riuscirà a vedere inchiostro e cellulosa?

 

Uno dei tre collezionisti di libri antichi che conosciamo leggendo Il club Dumas di Arturo Pérez Reverte ci mette in guardia affermando che “ci sono libri pericolosi, non vanno aperti impunemente”.
Qui il celebre giallista spagnolo parla di libri pericolosi per la propria vita! Lo scoprirà ben presto l’esperto di libri antichi Lucas Corso quando, incaricato di valutare l’autenticità di una copia inedita de I Tre Moschettieri, sarà coinvolto anche nella ricerca della copia irrefutabile de Le Nove Porte, un libro oscuro che si dice sia stato scritto da Lucifero e contenente un rebus per evocarlo. Corso si troverà così a viaggiare in tanti paesi tra empi collezionisti, librerie antiche e sardonici librai alla ricerca del manoscritto di Dumas e delle altre copie de Le Nove Porte. Si dovrà difendere dai sicari del Club Dumas, una bieca setta massonica che brama entrambi i libri antichi ricercati da Corso, affronterà “incidenti” inspiegabili incontrando donne belle come angeli (o come demoni?). Un libro nel libro che, ve lo assicuro, il lettore dovrà riprendere in mano per arrivare a svelare i misteri in esso contenuti. Già, ma contenuti all’interno di quale libro?

Conosciamo molti libri reali che furono bollati come pericolosi financo sovversivi: da L’origine della specie di Darwin proibito dal mondo ecclesiastico ai libri di Harper Lee e John Steinbeck vietati fino a pochi anni fa in molti stati americani. Altro libro molto “pericoloso”, ma unico per la sua genesi, a mio parere è  I dieci giorni che sconvolsero il mondo scritto dal giornalista statunitense John Reed, il solo reporter occidentale presente a San Pietroburgo ad assistere in prima persona alla Rivoluzione d’Ottobre. Tornato negli Usa i suoi manoscritti furono immediatamente sequestrati, il partito che tentò di fondare, il Communist Labor Party of America, fu reso illegale e lui condannato ad anni di carcere. Ciò nonostante Reed riuscì a scrivere il libro e a produrre una delle opere essenziali per capire la Rivoluzione Sovietica. Un’opera che non solo accompagna il lettore in mezzo agli eventi del 1917, ma fa anche vivere loro le atmosfere, le emozioni, i dialoghi, i sentimenti provati dalle tante figure coinvolte. John Reed, chiamato il bandito con la penna dalla borghesia americana, con i propri libri smascherò le loro menzogne e la loro ipocrisia.

La passione e l’amore per i libri possono essere fatali, ma prima o poi hanno sempre superato ogni ostacolo. Lo ha dimostrato anche Petra Hartlieb, autrice de La mia meravigliosa libreria. Donna affermata, assieme al marito e ai figli, lascia ogni sua stabilità economica e sociale per seguire la propria passione e il proprio destino: aprire una libreria indipendente a Vienna. Vale la pena abbandonare tutto e mettere in gioco le proprie vite? Si, perché ha seguito il suo diritto a essere felice. Questo romanzo è un libro di libri nel quale l’autrice racconta di come scrivono Daniel Glattauer, Daniel Kehlmann e altri celebri autori austriaci. Narra la storia della sua libreria, di come la rende attrattiva nonostante una concorrenza apparente invincibile. Tratta con ironia le iniziative di ogni giorno e gli aneddoti riguardanti clienti di ogni personalità, con cui possiamo divertirci a immedesimarci, che scoprendo il LORO libro vivono un’esperienza che assomiglia a quando ci si innamora.

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