Il 2022 si chiude senza un capolavoro assoluto, ma le (forse troppe) pubblicazioni discografiche hanno comunque raggiunto standard di tutto rispetto.
In campo internazionale, l’esperimento Smile ha indicato chiaramente qual potrebbe essere la nuova direzione dei Radiohead mentre, sempre dall’Inghilterra, ha soffiato forte il vento del revival post-punk.
In Italia e altrove, le classifiche parlano chiaro: è sempre l’hip-hop a farla da padrone, ma anche il buon vecchio rock, qualunque cosa significhi oggi, gode di buona salute.
Abbiamo deciso di individuare quelli che per noi sono i dieci migliori album usciti nel 2022 e condurvi in un breve viaggio nella musica che ci ha accompagnato durante l'anno che si è appena chiuso alle nostre spalle.
Musicista, produttore e autore, conosciuto soprattutto come fondatore e frontman degli Afterhours, Manuel Agnelli pubblica il primo disco a proprio nome e vola altissimo. "Proci", "Signorina Mani Avanti", la già nota "La profondità degli abissi" e "Milano con la peste" sono brani che non saranno dimenticati, ma è tutto l’album a non conoscere cali di tensione.
Thom Yorke e Jonny Greenwood dei Radiohead e Tom Skinner dei Sons of Kemet uniscono le forze e ne escono 13 canzoni non lontano dal suono Radiohead, ma molto più asciutte e minimal, brani in cui l’aspetto ritmico diviene centrale grazie alla batteria del terzo incomodo. "You Will Never Work in Television Again", "The Smoke" e "Skrting on the Surface" i primi, eccellenti, singoli tratti dall’album.
Dimenticate – o forse solo messe momentaneamente da parte - le sfuriate elettriche dei primi album, il quartetto britannico è giunto a realizzare un lavoro musicalmente elegante e raffinato (qualcuno ha nominato Bacharach), composto quasi esclusivamente da brani magistralmente orchestrati che beneficiano di alcune tra le migliori e più ricche performance vocali della carriera di Alex Turner.
Se sei un rapper e quello che scrivi vale l’assegnazione di un Premio Pulitzer (ebbene sì, nel 2017) è chiaro che non sei uno qualunque. Il quinto disco di Kendrick Lamar concorre per essere il più pop della sua carriera, senza che questo permetta di definirlo leggero. La narrazione della complessità della comunità nera è sempre al centro dei brani, ma stavolta i testi virano anche verso la sfera interiore e personale.
Il post-punk (e ampi dintorni) nel 2022. Il terzo album della band irlandese è il momentaneo apice di un percorso iniziato tre anni fa e che promette ancora molto. Ricordano tanti senza somigliare a nessuno, hanno un cantante-poeta dotato di voce, scrittura e una figura che “buca” e, soprattutto, sfoderano canzoni memorabili senza sforzo apparente.
Anche in questo caso si parla di revival post-punk e lo si fa con un disco d’esordio che, almeno oltremanica, ha fatto il botto: con "The Overload" si balla, si ride e ci si arrabbia accompagnati da un groove punk-funk e dal fiume di parole pronunciate dal cantante (in alcuni frangenti siamo vicini al rap), affabulatore che racconta del tempo complicato che ci troviamo a vivere.
Sorta di supergruppo nato quindici anni fa con l’intento di replicare le atmosfere delle colonne sonore dei cosiddetti “poliziotteschi”, omaggia con due album usciti a breve distanza l’uno dall’altro il Maestro assoluto della musica per il cinema, Ennio Morricone. La materia è affrontata con coraggio e rispetto, il risultato incanta.
Capitolo finale di una trilogia, raccoglie 40 artisti sotto un solo produttore per un progetto musicale ambizioso e profondo. L’album è un’invettiva nei confronti di una società che lavora per falsare la realtà, in una corsa dietro a filtri, numeri e classifiche di cui tutto, anche la musica, è caduta vittima. Night Skinny si mette a disposizione dei più importanti esponenti del panorama hip hop e viene egregiamente ripagato.
Tra i rapper più dotati tecnicamente della sua generazione, Lazza apre la porta ad atmosfere pop maneggiandole con profitto, arrivando anche a cantare e fare concessioni al dancefloor. Alla sua corte in questa occasione troviamo nomi del calibro di Sfera Ebbasta, Noyz Narcos e French Montana
A 7 anni dall’ultimo lavoro in studio torna una band ormai storica per il panorama rock alternative italiano, giunta a essere un punto di riferimento per il genere. "Volevo Magia" è un album in cui si rivela l’essenza del gruppo: risultano inequivocabili i riff di Alberto Ferrari, il basso di Roberta Sammarelli e il sound di batteria di Luca Ferrari. Dal 1999 al 2022, sempre fedeli a se stessi.
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