Illustrazione digitale di Maddalena Guadagnino, 2022, studentessa presso l'Istituto Europeo di Design di Milano
Un altro anno sta finendo e, come d’abitudine, quando si avvicina la fine arriva il tempo dei propositi per l’anno che verrà, e troppo spesso non ci soffermiamo invece a pensare a quel che di buono abbiamo raggiunto nell’anno trascorso o a tutto ciò che di bello abbiamo incrociato sulla nostra strada. Per noi della redazione di Maremosso è stato indubbiamente un anno ricco di incontri letterari: autori che non dimenticheremo, letture emozionanti e appassionanti, storie che ci hanno tenuto incollati alle pagine. Se la fine dell’anno non deve dunque portare solo nuovi propositi, ma anche resoconti, noi non possiamo che pensare ai migliori libri letti, quei libri che non abbiamo potuto fare a meno di consigliare a tutti, amici, parenti e conoscenti, e che ora vogliamo condividere con voi.
Ecco allora la nostra personale lista dei libri editi nel 2022 che abbiamo profondamente amato: chissà, magari troverete spunto per le vostre prossime letture o per i regali natalizi!
Non possiamo che partire da Flashback di Cristina Comencini, consigliato da Luca, che paragona il romanzo a una meravigliosa scatola cinese: quattro storie di donne che disegnano altrettante epoche storiche. Attraverso quattro voci distinte e credibili, Comencini rilegge per noi gli eventi che muovono dalla Parigi di fine Ottocento, passano per la Russia della Rivoluzione bolscevica e per il periodo seguito all’8 settembre ‘43 per arrivare infine all'esperienza delle Brigate Rosse, filtrandone il portato storico attraverso il racconto di una donna che cerca ostinatamente e orgogliosamente il proprio posto in una Italia che cambia a cavallo di tre decenni.
Annarita ha amato La confezionista di Mariana Leky. Leggere questa autrice, le sue storie e i suoi personaggi è sempre una sorta di conforto, come se fosse un rifugio per tutte le lettrici e i lettori. Leky riesce a raccontare in maniera buffa, fiabesca e malinconica allo stesso tempo storie che narrano la solitudine e l'amore, e riesce a descrivere le emozioni, persino la tristezza, sempre con un piglio originale di arguzia e inventiva. In questa storia, il mondo sembra offuscarsi e scomparire davanti agli occhi di Katja Wiesberg che, oltre ad avere problemi di vista, si ritrova a perdere il lavoro come traduttrice e pure il marito. In questo libro l'autrice sa raccontare un disastro (o tanti disastri) esistenziale di una donna facendo anche sorridere, raccontando l'amore, la perdita e il dolore, ma anche un nuovo strampalato, incantevole e salvifico inizio.
Proseguiamo con un’altra grande autrice, recentemente riscoperta, la danese Tove Ditlevsen. Secondo Maura non potete proprio perdervi il primo volume della trilogia di Copenaghen, celebrata in tutto il mondo come un capolavoro: Infanzia è un libro profondissimo che, tramite la prosa scarna e precisa della bambina protagonista, sa trasmetterci tutto il dolore e il disagio di un’infanzia crudele.
Sempre in tema storie femminili, Isabelle vi consiglia di non lasciarvi sfuggire Bournville di Jonathan Coe: all’ombra della fabbrica di cioccolato Cadbury si snoda la storia di una donna e la saga di una comunissima famiglia inglese che attraversa quasi ottant’anni di Storia dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Un romanzo sul passare del tempo, sui mutamenti che porta fuori e dentro di noi, sull’esigenza di ricordare e raccontare.
Alessandro è invece rimasto affascinato dalla lettura di Ruthie Fear di Maxim Loskutoff, ritenendo che la prima ragione per cui questo romanzo debba essere letto è che cambia un po’ il nostro modo di intendere le storie. Non c’è un viaggio né un eroe, c’è solo la vita di una ragazza – e di lei ci importa solo perché ci aspettiamo un protagonista. E c’è soprattutto la natura: tutt’intorno a Ruthie c’è una natura splendida e terribile che è il cuore della narrazione. E il finale ci chiede di riflettere su questo cambiamento, perché dovremmo smetterla, forse, di crederci al centro di tutte le storie.
Lisa ha amato Il rosmarino non capisce l’inverno di Matteo Bussola, un libro che parla di donne, ma che dovrebbero leggere anche e soprattutto gli uomini. Tante voci diverse, tra le quali si lotta per far sentire la propria. Voci in cui perdersi, riconoscersi, commuoversi e ricordare che si può sempre rinascere.
Per gli appassionati del genere thriller, Thea vi consiglia Teddy di Jason Rekulak, la storia di una ragazza, un bambino e una scatola di matite. Una storia da divorare, amare, temere. Sì, temere. Non tanto per ciò che accade velocemente e senza mai farci prendere fiato, ma per ciò che si può nascondere dietro all’affetto di una madre.
Come non citare poi uno dei trend letterari più amati degli ultimi anni, le storie riguardanti il Giappone. Tranquilli, se siete tra coloro che ne sono affascinati, per voi Simona ha in serbo il libro giusto: I miei giorni alla libreria Morisaki di Satoshi Yagisawa. Un avvertimento: non è facile entrare nel ritmo di questo libro, un po’ perché sembra troppo lento, un po’ perché lo invidiamo nella sua calma, ma ti insegna una grande cosa mentre lo leggi: a respirare. Niente stravolgimenti, solo un amico consolatorio da tenere sul comodino.
Per Matteo, il libro più significativo del 2022 è La casa sulla collina di Gary Shteyngart: mentre la curva del Covid si raffredda sullo sfondo di un orizzonte ingombro di prossimi, probabili virus coi quali dovremo fare i conti, Gary Shteyngart ci dice a chiare lettere che l’unico lockdown dal quale non riusciremo mai a evadere è quello che ci vede prigionieri di noi stessi, modellati come siamo su forme stantie delle quali abbiamo perso lo stampo e che non possiamo – peggio, non vogliamo - in alcun modo cambiare.
Infine, il 2022 è stato anche l’anno del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, e per Patricia non c’è modo migliore di ricordarlo che leggere Caro Pier Paolo di Dacia Maraini, in cui l’autrice racconta il suo Pier Paolo, “uccelletto friulano dalle ali potenti, nostalgico di un nido…rimasto incastrato fra i rami di un magnifico albero…”. L’amico ribelle e anticonformista, l’uomo fragile, confuso e smarrito, l’intellettuale solo e sprezzante del pericolo. Tanta grazia, tanto amore.
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