Diciamola tutta senza nasconderci: le scarpe sono feticci, messaggi, allusioni… Promettono sensualità e mistero, fascino, seduzione e non di rado perversione.
Scarpe da donna: punte affilate e tacchi a spillo, stiletti, anfibi, ballerine e bebè…
Stivali da texano, per enfatizzare la virilità del protagonista: un oggetto che racchiude in sé tutta l’anima di un uomo duro, ruvido, calloso e spietato, dal fascino rude.
Francesine e derby per sottolineare eleganza e stile: un uomo di classe, una donna raffinata.
Calzature sportive – più o meno consumate – per un protagonista giovane, energico o indifeso.
Mettere una scarpa in copertina non può che rappresentare un messaggio, non è una scelta puramente estetica.
C’è spesso un tocco di voyeurismo nell’immagine di una calzatura, perché sottintende il piede che la indosserà, allude. Non a caso è una simbologia ricorrente dei romanzi erotici: «in queste pagine troverai narrazioni piccanti e donne seduttrici».
Le scarpette da bambino ci dicono «questa è la storia di un incolpevole» e torniamo comunque a un messaggio nient’affatto casuale.
Ma le scarpe possono rappresentare anche scomparsa, morte o violenza. La scarpa rossa è ormai sinonimo di denuncia contro il femminicidio. Dunque, attenzione: le scarpette rosse non sono più così innocenti come quelle della fiaba di Andersen.
Sarebbe un errore di valutazione mettere una scarpa in copertina se questi elementi non fossero poi presenti nel romanzo.
Tutto questo per voi ha un significato? Scegliereste un libro per la calzatura che viene ritratta?
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