ChatGpt, il censore dei libri dell’Iowa

A Mason City, Iowa, a settembre ci sono, in media, sedici gradi. Se siete tra quelli che devono cominciare la scuola non vi dispiacerà così tanto, tutto sommato l’estate è ormai passata, e sarà bello ritrovare gli amici lungo la strada, sull’autobus e tra i banchi. Ci sono le vacanze da raccontare, nuovi professori da incontrare, un mondo frenetico che ricomincia e di cui fate parte con annuale e rassicurante cadenza. Se siete tra quelli che devono andare a scuola, in questo mite settembre a Mason City, magari durante le vacanze, un po’ cresciuti e annoiati, in spiaggia o in una delle villette a schiera della città, avete deciso di leggere uno dei libri che avete in libreria. Uno che vostra madre insiste da anni perché lo leggiate, perché è bellissimo, guarda, è un libro che ti cambia la vita.

Tra i più lungimiranti qualcuno avrà letto Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood, al posto dell’ormai classico 1984 di Orwell, e qualcun altro avrà sofferto con Amatissima di Morrison e adesso vuole diventare un attivista. Però, se siete tra quelli che nel settembre 2023 devono cominciare la scuola a Mason City, Iowa, sappiate che di questi libri non si potrà parlare. Neppure bisognerebbe averli letti, a dirla tutta: questi libri, insieme ad altri diciassette, sono stati censurati dal distretto scolastico. Fisicamente, sono stati presi dalle biblioteche e portati chissà dove (forse, nelle scuole della città ci sono dei sancta sanctorum pieni di questi libri proibiti. Ma, più probabilmente, saranno finiti nei cassonetti della raccolta differenziata).

E se questo già sconcerta, perché è una notizia che somiglia molto all’incipit di un romanzo distopico, lascerà ancora più increduli il modo con cui la censura è stata fatta. Una cosa importante da dire è che non si sono inventati questa censura a Mason City, ma, come da più illustri tradizioni, i rappresentati del distretto scolastico hanno seguito una direttiva che arriva dalla governatrice dell’Iowa. Kim Reynolds, repubblicana, sessantaquattro anni, capelli corti e lineamenti severi, a maggio ha firmato la legge che impone la rimozione dalle biblioteche scolastiche dei libri che fanno riferimenti espliciti all’omosessualità, al gender e a culture non omologate.

Tornando a come questa selezione è stata fatta, perché il Community School District – i cui membri, con ogni evidenza, non sono abituati a leggere – ha deciso di chiedere una mano a ChatGpt. Sì, le cose sono andate così, più o meno: i membri del distretto si sono piazzati davanti al computer e hanno chiesto al chatbot quali libri contenessero riferimenti espliciti al sesso. A un primo vaglio sono stati messi al bando dalle biblioteche diciannove libri, ma questa è una deriva che si aggraverà, lo sanno tutti. Bridgette Exman, assistente sovrintendente del distretto, che non si è posta troppe domande in merito alla liceità dell’operazione, non transige neppure sui dubbi di ChatGpt: se alla domanda «questo libro contiene riferimenti espliciti al sesso» la risposta è «sì, ma con riserva», la censura si mette in moto. Il libro finisce sul rogo (per rassicurare chi se lo stesse domandando, nonostante i riferimenti, la Bibbia è stata salvata).

Perciò, se siete tra quelli che a settembre cominceranno le scuole, in Iowa, sappiate che in biblioteca troverete dei libri in meno. Dei libri capaci sul serio di raccontare le brutture del mondo, le sue contraddizioni, di dare una prospettiva talmente dirompente da non poter lasciare indifferenti. Ed è proprio per questo che non li troverete: rischiano di dire troppo, sul presente. Di smascherarlo.