Diario di bordo

Il fantasma di Harvey Milk e la libera vendita di armi

Giovedì 23 giugno

Secondo cambio di programma per la mia nota giornaliera.
Ieri era stata “colpa” di Di Maio e della sua agnizione improvvisa: “... eh no! uno non vale uno”; oggi sono state le pale degli elicotteri che hanno cominciato a far rumore alle 10 di mattina e hanno continuato per tre ore. Si è presto saputo cos’era successo: sparatoria sulla “Muni” (la metropolitana cittadina di San Francisco, quasi tutta sotterranea); dopo una lite accesa, una persona ha sparato tra le stazioni di Forrest Hill e Castro.
Ci sono un morto e un ferito, il killer è scappato alla fermata “Castro”, l’uccisione e la fuga sono state filmate dalle videocamere di Muni, ma dopo sei ore il killer è ancora uccel di bosco. Il motivo d’ansia principale sta nel luogo: Castro, il famoso quartiere di San Francisco dove il movimento gay ottenne, quarant’anni fa, le sue prime vittorie con l'incredibile nomina ad assessore di Harvey Milk e la tragedia del suo assassinio nell’ufficio del sindaco, nel 1978 (il film Milk, con Sean Penn, è particolarmente bello).

Da allora, Harvey Milk e Castro sono due simboli mondiali, il quartiere è una sorta di museo a cielo aperto della tolleranza e della libertà… e questa è la settimana del Pride, per cui a Castro stanno cominciando ad arrivare turisti da tutta l’America.
Questa la ragione per cui la polizia, molto laconica, ha tenuto fin da subito ad escludere che la sparatoria fosse legata a motivi “di odio” verso la comunità LGBTQ+. La stazione della metropolitana resta chiusa, i droni volano, il quartiere non è nel panico, ma sa di avere un killer armato nelle sue strade.

Non si sa di più, neanche l’identità delle vittime (il ferito non è grave, è in ospedale con un proiettile nella gamba), ma la notizia fa seguito a quelle di altre minacce di morte recapitate negli ultimi giorni ad esponenti in vista del movimento gay, che hanno suscitato molto allarme e trasmissioni nelle TV locali. E il clima nel paese non è migliore; dopo le sparatorie di Buffalo e Uvalde; durante le audizioni della camera sul 6 gennaio 2021, due giorni fa hanno fatto molta impressione le testimonianze di alti funzionari e politici repubblicani che hanno raccontato delle pressioni di Trump per falsare i risultati elettorali. Al loro rifiuto, hanno ricevuto minacce di morte dirette a loro e alla loro famiglia.

E dire che qui siamo molto lontani da Corleone... 
Adesso scendo in strada a Castro, e domani vi farò sapere se ci sono novità.

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