Diario di bordo

Imprevedibile Colombia? L'Italia di Di Maio lo è di più!

Mercoledì 22 giugno

Avevo in mente di scrivere una noticina sull’imprevedibilità della politica, basata sull’elezione di Gustavo Petro a presidente della Colombia, prima volta nella storia per la sinistra; e anche prima volta per un ex guerrigliero in gioventù. Petro era infatti membro del Movimento “M-19” che nel 1985 attaccò il Palazzo di Giustizia di Bogotà per impedire l’estradizione negli Stati Uniti di Pablo Escobar e del suo Cartello; furono usati mortai ed elicotteri, una dozzina di giudici rimasero uccisi… Dunque, dicevo, mi accingevo a scrivere di questo quando dall’Italia è arrivata una bomba politica che rischia di far impallidire le storie di realismo magico del paese di Garcia Marquez.

La notizia la sapete: il ministro degli Esteri Luigi Di Maio rompe clamorosamente con il Movimento Cinque Stelle di cui era tra i fondatori e il capo politico e fonda un suo nuovo partito, forte dal primo giorno di 60 tra deputati e senatori. Il panorama politico italiano, ad un anno dalle elezioni politiche e nel mezzo della guerra in Ucraina, previsioni di lotte sociali e recessione, è terremotato.

Durissime le accuse di “Giggino” ai suoi ex compagni: siete immaturi, facile preda della Russia, siete infidi, avete tradito il governo nel momento più delicato, siete “dalla parte sbagliata della storia”, il vostro pacifismo è solo un favore a Putin, siete pericolosi.

C’è solo da aspettare (non molto, immagino) prima di veder comparire i retroscena che hanno portato Di Maio a questa svolta.
C’erano rapporti diretti dei Cinque Stelle con Mosca? Volevano far cadere Draghi? C’è stato spionaggio? I nostri talk show hanno avuto un ruolo? C’erano legami inconfessabili con Salvini?
Conte è stato trascinato in un gioco che non ha più controllato? Sono stati i nostri Servizi a consigliare questa mossa a Di Maio?

Il “premier Conte” subisce, gli ex compagni sono annichiliti, le strategie elettorali sono in subbuglio… tutti prevedono che i prossimi giorni non saranno una disputa tra gentiluomini.

Vedo avanzare, nella parte del nuovo guru di quello che fu il populismo italiano, il professor Alessandro Orsini… Speriamo non si tiri indietro! Ci sarà da divertirsi.

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