Olomouc, inizi del 1900.
La Moravia, regione storica dell’Europa centrale e parte dell’impero austro-ungarico, di lì a poco – dopo la Prima Guerra Mondiale - sarebbe stata inglobata nella futura Cecoslovacchia.
Olomouc è una città con influenze direttissime dell’impero austroungarico – l’imperatore Ferdinando I abdicò proprio lì in favore del futuro Francesco Giuseppe, colui che guidò l'impero durante la Grande Guerra che lo devastò completamente.
Ad Olomouc non si vedono in giro tante automobili, questo è certo; ancora di meno se sei una ragazzina, sesta di otto figli di una famiglia non povera, ma modesta. Alžběta Pospíšilová, nata ad Olomouc nel 1900, delle auto però è sempre stata appassionata. Così come dell'idea di viaggiare, lasciare la Moravia per terre e strade lontane, da attraversare in sella ad un motore fiammeggiante.
50 donne che hanno fatto la storia dello sport, da Fanny Blankers-Koen a Bebe Vio, passando per Manuela Di Centa, Valentina Vezzali, Nadia Comaneci, Deborah Compagnoni e molte altre.
Alžběta, chiamata Elisabeth, comincia a lavorare giovanissima in banca, nell'ufficio predisposto ai contatti con l'estero; lo studio e la pratica delle lingue la avvicinano sempre di più a quell'idea, mai sopita, di girare il mondo. Ed è fra le scrivanie grigie della banca di Olomouc che Elisabeth incontra il suo futuro marito, Vincenc "Čeněk" Junek. Ed è amore subito, incondizionato, paziente - perché Čeněk ama Elisabeth e - cosa inconsueta per l'epoca - la lascia libera di viaggiare per il paese, poi per l'Inghilterra e la Francia.
A Parigi la coppia si ricongiunge ed insieme decidono di concedersi finalmente lo spazio per coltivare la loro reale - e condivisa - passione: l'automobilismo. Čeněk comincia a correre e, dopo il loro matrimonio nel 1992, Elisabeth cambia nome in Eliška Junková. Prende lezioni di guida clandestina e ottiene la tanto agognata patente.
Eliška comincia a lavorare nella scuderia del marito - ormai un pilota piuttosto affermato -; ma il destino ha la sua puntualità ed Eliška si fa male alla mano, non può più lavorare ai motori.
È arrivato, finalmente, il momento di mettersi al volante.
L’emancipazione della donna passa anche attraverso la scoperta dello sport. Questo ha permesso a molte donne di diventare cittadine consapevoli di una propria autonomia pari a quella dell’uomo.
La prima gara risale al 1923. Nel 1924 vince il Lochotín-Třemošná, che la rende famosissima nel suo paese.
Nel 1925 si classifica prima a Zbraslav-Jíloviště; cresce la sua popolarità e l'amore per le Bugatti - Ettore, fondatore della casa automobilistica, fu suo grande amico ed estimatore.
Conosciuta ormai in Europa come la regina del volante, raggiunge l'apice della popolarità nel 1928, quando vince la Targa Florio, in Siclia.
Ci sono tanti modi e tanti aspetti della vita alla luce dei quali seguire il lungo e difficile cammino delle donne contro le discriminazioni di genere: e lo sport è uno dei percorsi attraverso i quali esse sono finalmente riuscite a superare il pregiudizio che ne faceva delle cittadine di seconda categoria.
Ma è nel 1928 che la sua vita costellata di successi subisce una grave perdita. L'amato marito Čeněk muore durante una gara al Grand Prix in Germania. Eliška è così devastata dalla perdita che decide di vendere tutte le sue auto e di abbandonare la carriera automobilistica per sempre.
Dopo poco ritrova l'amore con lo scrittore ceco Ladislav Khás e si dedica ai viaggi, l'altra grande passione che le aveva colorato la mente e gli occhi nelle grigie giornate di Olomouc.
Nel dopoguerra le autorità comuniste la osteggiarono e la obbligarono a rimanere in Cecoslovacchia, togliendole anche l'ultima grande motivazione del suo essere. Per molto tempo Eliška fu dimenticata, relegata in un tempo cristallizzato fatto di motori e caschi da corsa.
Di lei si ebbero notizie solo in occasione di eventi commemorativi della Bugatti e in occasione dell'uscita della sua autobiografia nel 1973: La mia memoria è Bugatti.
Così lei si vuole ricordare e vuole essere ricordata nel tempo, la smíšek di Olomouc, indissolubilmente legata alle quattro ruote che per un momento - uno solo, breve ma intensissimo - l'hanno portata via.
Di
| Fabbri, 2022Di
| 24 Ore Cultura, 2023Di
| Mondadori Electa, 2019Di
| Tra le righe libri, 2022Di
| Feltrinelli, 2021Di
| Mondadori, 2020Di
| L'Ippocampo, 2023Di
| Bao Publishing, 2022Di
| Tau, 2023Di
| Gribaudo, 2019Gli altri anniversari
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