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Emanuela Orlandi: la verità nascosta nei libri?

Immagine tratta dal libro "Addio Emanuela. La vera storia del caso Orlandi, di Maria Giovanna Maglie, Piemme, 2022"

Immagine tratta dal libro "Addio Emanuela. La vera storia del caso Orlandi, di Maria Giovanna Maglie, Piemme, 2022"

È accaduto nella storia italiana recente che alcune persone scomparse o uccise siano diventate un simbolo, icone loro malgrado, di una narrazione universalmente conosciuta e al tempo stesso un mistero irrisolto, una perenne testimonianza dell’impotenza della società civile nella sua tensione verso la verità.
Per la maggior parte parliamo di protagonisti della scena culturale, politica o giudiziaria della nazione. Potremmo citare molti nomi, ma ci fermiamo qui. Non divaghiamo.

Parliamo di una fotografia sfocata delle relazioni con svariati stati esteri, rapporti nebulosi dei servizi segreti, contatti e alleanze con la criminalità organizzata e spinosi equilibri con il Vaticano.
Un vortice da far girare la testa anche ai più solidi investigatori tra depistaggi infiniti, omissioni, segreti inviolabili, millantatori.

In questo vortice improvvisamente è stata risucchiata anche una ragazzina innocente, inconsapevole, vittima sacrificale di una macchina stritolatrice.
La vittima è lei, cioè che conta davvero è che lei sia svanita nel nulla da 40 anni.
A gennaio il Vaticano ha riaperto il fascicolo (ne parliamo qui) senza però dei veri passi avanti in un caso che sembra diventare sempre più intricato ogni volta che riemerge sulle prime pagine dei giornali.

Emanuela, la scomparsa di una ragazza normale

Una ragazzina come tante sue coetanee, piena di impegni tra studio e scuola di musica, amiche a cui confidare piccoli segreti, la libertà di muoversi in città, il desiderio di indipendenza anche economica: un lavoretto semplice e ben pagato per l’Avon – marca di cosmetici all’epoca molto conosciuta - offerto da uno sconosciuto… come rifiutare quell’appuntamento?
Emanuela ha la fortuna di vivere in una famiglia serena, potremmo dire privilegiata nel suo abitare tra le mura della Città del Vaticano, con un fratello e tre sorelle. Le infinite ricostruzioni dei fatti ci fanno immaginare le tavolate allegre, gli scherzi e le risate, i piccoli litigi, gli esercizi al flauto, gli incontri con il coro, le gite con i genitori.
Insomma: nulla che potesse far prevedere un destino diverso dalla normalità.

Le riprese della trasmissione televisiva Rai Tandem datate pochi giorni prima della scomparsa, dove con la sua classe è ospite in studio, la mostrano in movimento. Le fotografie non bastano a immaginarla nella sua fisicità. Quelle poche immagini la rendono ancor più reale, vera, quotidiana.

Non l’avremmo notata nella folla, un volto fra i volti.
Ora tutti gli italiani la riconoscerebbero fra mille. A patto però che un portale temporale la riportasse fra noi esattamente com’era a 15 anni, ritratta in quelle foto, la ragazza con la fascetta (della Roma) sulla fronte.

C’era la sua sliding door ad attenderla

A questo punto per noi immaginare diventa più difficile. Abbiamo un eccesso di informazioni, di ricostruzioni, di indizi, di interviste, di confidenze, di intercettazioni, di documenti, di testimonianze… Più se ne aggiungono e meno – apparentemente - si arriva a scoprire la verità.
Questa sovrabbondanza di elementi porta all’entropia.
Chi l’ha rapita?
Cosa le è accaduto dopo?
Si susseguono i sospetti: la Banda della Magliana, la pista bulgara, l’attentato al Papa, Alì Ağca, figure romane ambigue e inafferrabili come il fotografo Marco Accetti, la tomba nella basilica di Sant’Apollinare di Enrico De Pedis, lo IOR di Paul Marcinkus, Sindona e Calvi, la pedofilia in ambito ecclesiastico, la pista londinese che presuppone che la ragazza sia ancora viva in Gran Bretagna o che sia vissuta a lungo lì protetta da una istituzione religiosa.

Alcune ricostruzioni – come quella fatta da Sabrina Minardi, all’epoca compagna di De Pedis, boss della banda della Magliana – sembrano irreali: la banalità del male, lo squallore del male.
Altre appaiono autoreferenziali e sottilmente perverse. Parliamo di Accetti, coinvolto nei sequestri Orlandi e Gregori e in altri fatti come minimo nebulosi come l’investimento apparentemente casuale del piccolo José Garramon, che in realtà nasconderebbe un omicidio legato a gruppi pedofili in alte sfere. Per molti giudici, comunque, un testimone inattendibile.
Ogni tanto si leva la voce di qualche componente della Banda della Magliana, ma sono sprazzi inconcludenti.

Mirella e Katy

Per varie ragioni poi la scomparsa di Emanuela si lega con altre scomparse: innanzitutto quella di Mirella Gregori – anche lei sparita dal centro di Roma nel 1983, il 7 maggio, un dramma con tanti punti in comune compresi gli identikit dei probabili rapitori – poi quella subito risolta della diciassettenne Katy Skerl ritrovata strangolata nel gennaio 1984.

Nel 2013 fu il già citato Marco Accetti - che consegnò il flauto, subito riconosciuto dai familiari come quello di Emanuela - a dichiarare che l’omicidio Skerl era collegato, in un tragico gioco di ricatti legati alle forti tensioni di quegli anni in Vaticano dove le ragazzine erano solo pedine. È solo una assurda casualità che Katy fosse compagna di classe della figlia di uno dei tre bulgari accusati dell’attentato al Papa? Il suo sepolcro ora è vuoto, il cadavere scomparso.

L’apertura di alcune tombe sembrava dunque di volta in volta risolutiva, ma non è stato così.
Immaginiamo l’emozione continua di una famiglia che attende da quarant’anni. Un peso da portare sulle spalle dal padre, morto da tempo, dalla madre, ora molto anziana, e dai fratelli, in particolare dal fratello Pietro Orlandi.

A soffiare sul fuoco ora sono anche le istituzioni: quelle Vaticane che hanno aperto un fascicolo su desiderio dello stesso Papa Francesco e quelle Italiane, con la Procura di Roma che ha riavviato l’indagine sul caso Orlandi a maggio. Da una parte, quindi, il Vaticano, dall’altra, l’autorità giudiziaria italiana. Si parla ora di una Commissione parlamentare d’inchiesta.

40 anni di dolore, 40 anni di storie, 40 anni di depistaggi, di indagini aperte e chiuse, di responsabili che si susseguono, 40 anni di verità da cercare.

I libri più recenti sui casi Orlandi e Gregori

Molti sono stati in questi quarant’anni i giornalisti e i saggisti, più o meno accreditati, che hanno scritto pagine su questo tema.
Inutile riprenderli tutti: nel frattempo le indagini si sono evolute. Vi segnaliamo quindi esclusivamente i titoli più recenti e interessanti.
È nascosta in queste pagine la verità sul rapimento di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori?

I libri sui casi Orlandi e Gregori

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