Con l’assalto fascista al palazzo della Cgil di Roma, date fosche e tragiche della nostra storia ci hanno ricordato l’incubo: le aggressioni omicide contro le “camere del lavoro” – centinaia di uccisi - che prepararono la presa del potere del fascismo nel 1922; la libertà riconquistata solo nel 1945.
Ora, in un tumulto di ricordi e sentimenti, abbiamo visto la mobilitazione sindacale davanti alle sedi della Cgil – le grandi e le piccole – e abbiamo ascoltato l’appello drammatico di Maurizio Landini per una manifestazione nazionale a Roma, sabato 16, il giorno prima del ballottaggio per il sindaco.
Mi fa piacere ricordare qui un momento dimenticato della nostra storia: era il 1972, quasi 50 anni fa, un periodo di grandi lotte operaie in tutta Italia, con una eccezione: Reggio Calabria.
Lì era avvenuta due anni prima una fosca rivolta capeggiata dalle organizzazioni fasciste: morti, bombe, attentati, l’arrivo dell’esercito, rumori di colpo di stato.
Solo dopo molti mesi era tornata una provvisoria pace; ma intanto lì le sedi dei lavoratori e dei partiti di sinistra erano state distrutte e ridotte al silenzio.
Fu per questo che i sindacati dei metalmeccanici decisero, per il 22 ottobre, di organizzare treni e una nave speciale – una manifestazione mai vista prima - per portare a Reggio la solidarietà del nord operaio. Fu una giornata drammatica, i treni vennero colpiti da bombe sui binari, costretti a fermarsi e a proseguire nella paura, scortati come in un film western … Ma arrivarono e riuscirono a sfilare, in una città ostile…
Erano altri tempi, che rivivono nella più bella canzone che la musica popolare italiana abbia prodotto: “I treni per Reggio Calabria”, cantata da Giovanna Marini: una ballata di quattro minuti e mezzo, senza pause, che continua a fare accapponare la pelle.
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