La redazione segnala

Giuseppe Pontiggia e la sua vita dedicata alla scrittura

Illustrazione tratta da "Opere" di Giuseppe Pontiggia, Mondadori 2004

Illustrazione tratta da "Opere" di Giuseppe Pontiggia, Mondadori 2004

La sensazione che lo scrivere, come gli scacchi, fosse un gioco di cui si potesse apprendere la teoria, non sufficiente a vincere la partita, ma almeno a cominciarla

Era solito dire che per scrivere il talento non era così indispensabile. Quello che davvero serve è un allenamento continuo, fatto di esercizio – lo scrivere vero e proprio, la pratica – e di teoria – la lettura, il confronto con i grandi. Scriveva e insegnava, Giuseppe Pontiggia, come giocava a scacchi: studiando, capendo, esercitandosi e sperimentando.

La morte in banca
La morte in banca Di Giuseppe Pontiggia;

Protagonista di questo romanzo breve è un giovane poco più che adolescente, costretto dalla situazione economica a entrare nel mondo spersonalizzato e frustrante dell'impiego in banca. Inizialmente egli spera di poter conciliare il lavoro con le sue aspirazioni segrete ma, quando il progetto si rivela irrealizzabile, sprofonda nel grigiore della sua condizione.

La scrittura è necessaria quando aggiunge qualcosa al nostro modo di narrare, quando si trovano nuove strategie per portare avanti il discorso – verrebbe da dire, quando si trovano nuove regole per giocare. E a Pontiggia la scrittura piace subito, ci si mette in relazione appena può, e impara presto da Maupassant la lezione che per scrivere ci vuole qualcosa da dire. E quel qualcosa, a lui, arriva drammaticamente presto.

Pontiggia nasce a Como ma vive a Erba. È il 1934 e la sua famiglia è agiata e ben voluta: suo padre lavora in banca, sua madre è casalinga, i suoi fratelli leggono tutti, sono appassionati dei libri della grande biblioteca di casa. Poi succede che il padre viene ucciso perché funzionario fascista – o forse no, le ragioni non erano chiare, così come gli assalitori –, e questo trauma per primo lo spingerà a scrivere.

C’è dell’autobiografia, infatti, nel primo romanzo, La morte in banca, dove si racconta di un giovane costretto da ristrettezze economiche (le stesse della famiglia Pontiggia dopo la morte del padre) a cercare un lavoro come impiegato nonostante le sue velleità letterarie (lo stesso destino toccato a Pontiggia stesso, costretto a lavorare in banca per sopperire ai bisogni della famiglia). Segnato dalla tragedia, il giovane Giuseppe riesce a trovare le energie e la passione per scrivere, anche quando la sorella Elena non regge alla morte del padre e si suicida.

Anche quando il figlio Andrea nasce con una disabilità. Il dolore, per Pontiggia, il senso di colpa, l’inadeguatezza, quella sensazione di disgrazia sempre incombente, per lui, si sublimano nell’arte, nella sua arte, la scrittura. Mettere su pagina una vita che, come tante altre, ha avuto migliaia di sfaccettature, anche infelici, ha permesso a Pontiggia di regalarci romanzi profondissimi e complessi, critiche delicate quanto ragionate e insegnamenti che ancora oggi ci meravigliano.

Nati due volte
Nati due volte Di Giuseppe Pontiggia;

Amaro e drammatico, grottesco e comico, ironico e appassionato, sempre lucidissimo, Nati due volte racconta il rapporto di un padre con il figlio disabile. Guidandolo attraverso gli scogli della vita, il padre apprende dal giovane l'arte di vivere non per essere «normali», ma per essere solo se stessi.

Per scrivere bene imparate a nuotare è il titolo della sua raccolta di lezioni più completa. A sottolineare tutta quella fatica, quell’allenamento, quella tecnica che sono necessari a tirare fuori da sé le cose più intime, nascoste, dolorose, anche, per farci i conti. Per giocarci una delle partite più importanti della nostra vita e, forse, se le cose vanno come devono andare, imparare a guardare avanti.

Voi dovete vivere giorno per giorno, non dovete pensare ossessivamente al futuro. Sarà un’esperienza durissima, eppure non la deprecherete. Ne uscirete migliorati

I libri per conoscere Giuseppe Pontiggia

Vite di uomini non illustri

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori, 2022

La lente di Svevo

Di Giuseppe Pontiggia | Marietti 1820, 2022

Il raggio d'ombra

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori, 2023

Nati due volte

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori, 2021

La morte in banca

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori, 2020

I classici in prima persona

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori, 2020

Il giardino delle Esperidi

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori, 2020

Il residence delle ombre cinesi

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori, 2020

Il giocatore invisibile

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori

L' isola volante

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori, 2018

La grande sera

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori, 2018

Le parole necessarie. Tecniche della scrittura e utopia della lettura

Di Giuseppe Pontiggia | Marietti 1820, 2018

L' arte della fuga

Di Giuseppe Pontiggia | Mondadori, 2013

Ti potrebbero interessare

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Conosci l'autore

Giuseppe Pontiggia è stato uno dei maggiori scrittori e critici del secondo Novecento italiano. Dal padre bibliofilo eredita la passione per i libri, diventandone grande conoscitore e collezionista. La sua famiglia è agiata e ben voluta: suo padre lavora in banca, sua madre è casalinga, i suoi fratelli leggono tutti, sono appassionati dei libri della grande biblioteca di casa. Poi succede che il padre viene ucciso perché funzionario fascista – o forse no, le ragioni non erano chiare, così come gli assalitori –, e questo trauma per primo lo spingerà a scrivere.Si laurea nel 1959 all'Università Cattolica di Milano con una tesi sulla tecnica narrativa di Italo Svevo.Per aiutare la famiglia comincia a lavorare in banca, ma grazie alla pubblicazione del suo primo romanzo, autobiografico, La morte in banca, e all'incoraggiamento di Elio Vittorini, riesce a lasciarla per dedicarsi al mondo dell'editoria. Redattore del «Verri» e curatore insieme a M. Forti de «L'Almanacco dello Specchio», è consulente editoriale prima per Adelphi e poi per Mondadori. Ha collaborato anche con il supplemento domenicale de «Il Sole 24 ore».Nel 1968 pubblica L’arte della fuga, al quale seguiranno Il Giocatore invisibile, La grande sera (Premio Strega 1989), un affresco spietato della società italiana degli anni Ottanta; Vite di uomini non illustri (1993), uno fra i punti più alti della sua narrativa che ottiene vasti riconoscimenti anche a livello europeo; e Nati due volte (Premio Campiello, Premio Società dei Lettori e Pen Club nel 2001), romanzo in cui tratta il tema della disabilità del figlio e da cui è stato tratto il film di Gianni Amelio, Le chiavi di casa. Oltre a questo film, dalle Vite di uomini non illustri Mario Monicelli trae il film Facciamo paradiso. Vince, tra l'altro, il Premio Chiara alla carriera nel 1997. Di notevole forza innovativa sono anche le esperienze saggistiche, quali Il Giardino delle Esperidi (1984), la scrittura aforistica di Le sabbie mobili (1991), L’Isola volante (1996), I Contemporanei del futuro. Viaggio nei classici (1998) e, per impegno civile e passione intellettuale, Prima persona (2002) che raccoglie e rivede gli interventi pubblicati su «Il Sole 24 Ore», nonché Dentro la sera. Conversazioni sullo scrivere (2016). È stato tra i primi in Italia a tenere corsi di scrittura creativa.Sulla sua opera Interlinea ha pubblicato Giuseppe Pontiggia. Investigare il mondo(2016) e Una lettera dal Paradiso. Storie di Natale (2017).Illustrazione tratta da Opere di Giuseppe Pontiggia, Mondadori 2004

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente