È il 24 luglio del 1943.
I vertici del regime fascista sono riuniti a Palazzo Venezia per discutere dell'Ordine del Giorno di Dino Grandi, il presidente della Camera. L'obiettivo di Grandi è quello di rovesciare il regime fascista e instaurare nuovamente i poteri statali, inducendo Mussolini a rassegnare le dimissioni.
Gli alleati sono sbarcati in Sicilia e Grandi - così come il re Vittorio Emanuele III e molti altri gerarchi fascisti, capisce che Mussolini ha le ore contate. È necessario agire, ed è fondamentale farlo subito, prima che sia troppo tardi.
È questo il giorno che segna l'irrimediabile spaccatura del regime e che porterà, lentamente ed inesorabilmente, verso la spirale finale della parabola fascista, due anni dopo.
La lunga notte - la caduta del Duce, targata Rai, ci narra proprio di quella notte in cui il destino d'Italia cambiò per sempre.
Per la regia di Giacomo Campiotti, il period drama in arrivo su Rai 1 vede Alessio Boni nei panni di Dino Grandi e Duccio Camerini in quelli di Benito Mussolini.
Un evento fondamentale della nostra storia che s'intreccia alle vite dei protagonisti: i gerarchi fascisti, il re Vittorio Emanuele III e la nuora Maria José, la nipote di Dino Grandi innamorata di un giovane soldato molto vicino alla Resistenza, donna Rachele e Claretta Petacci. E ancora Galeazzo Ciano, il genero del Duce, marito di Edda, che a seguito di quella notte verrà giustiziato (qui potete trovare il nostro approfondimento su Ciano in occasione dell'anniversario della sua scomparsa).
Tre appuntamenti imperdibili per ripercorrere la storia del nostro paese, gli eventi che hanno segnato un'epoca e il futuro della nazione, nonché le personalità che hanno modificato gli assetti della nostra società e spianato la strada - direttamente o indirettamente - verso l'avvento della Democrazia.
Il 25 luglio 1943 Mussolini viene arrestato. Nella notte si è tenuto il Gran Consiglio del fascismo e ha sfiduciato il Duce, che ora si trova in una caserma, sorvegliato dai carabinieri, sopraffatto da un capovolgimento improvviso del destino. L’Italia intanto è ignara. È un epilogo senza testimoni, nessuno sa cosa sta succedendo.
«Rompere con clamore o resistere in silenzio nel quotidiano. Tuffarsi al centro del campo di battaglia o restare ai margini - parete, pilastro, confine, protezione; grembo e custode del dolore degli altri. O entrambe le cose?»
Un movimento antipartito che divenne partito milizia, che divenne regime totalitario in una monarchia, che divenne Stato imperiale e razzista, che divenne alleato di guerra e sconfitto in guerra, che risorse come repubblica subalterna e alla fine fu distrutto, diventando storia del passato.
Sulla volta del Teatro Goldoni domina Marx. Sopra il suo ritratto, lo striscione: «Proletari di tutto il mondo unitevi». Il XVII Congresso del Partito socialista italiano si tenne a Livorno, perché a Firenze la tensione era altissima. La città era già nelle mani dei fascisti. È il 15 gennaio 1921. Si discutono i ventuno punti di Lenin con i quali l'Internazionale comunista detta le regole a ogni partito che ne voglia fare parte.
I due anni che vanno dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 rappresentano un momento cruciale della storia d’Italia. Sono gli anni della guerra mondiale, con le truppe straniere che occupano il paese.
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