Abbiamo incontrato le finaliste della categoria "Diritti in costruzione".
Kerri Arsenault, Natalia Guerrieri, Juno Mac e Wayétu Moore, la vincitrice, ci hanno raccontato come le storie che hanno messo su carta diano rappresentanza a diritti la cui difesa è un work in progress che riguarda tutti. Un lavoro collettivo e in divenire, cui la letteratura può dare un contributo importante con forza e convinzione.
Da quegli incontri, avvenuti nel corso di una serata che è stata una vera e propria festa per i diritti, è scaturito un video che siamo felici di condividere con tutti coloro che alla difesa e alla valorizzazione dei diritti - in tutte le accezioni possibili - dedicano le proprie attenzioni ed energie. Ogni giorno.
Possiamo dirlo a voce alta: in un mondo che ogni giorno vede assottigliarsi gli spazi di libertà individuale e collettiva, c'è chi sa prendersi cura dei diritti umani e ha gli strumenti per farlo.
Nella sera di mercoledì 8 marzo, in Fondazione Feltrinelli a Milano è arrivato a destinazione un percorso avviato l'anno scorso e che era stato presentato pubblicamente in occasione del Festivaletteratura di Mantova.
Quando vi abbiamo parlato della presentazione del Premio istituito in onore di Inge Schönthal Feltrinelli, abbiamo raccontato dell'urgenza che quell'iniziativa evidenziava: la necessità di istituire un osservatorio permanente sui diritti che attraverso una molteplicità di linguaggi espressivi potesse raccontare a tutti cosa voglia dire, oggi, prestare la propria attenzione e la propria voce alle troppe realtà e situazioni in cui i diritti stessi vengono calpestati o disattesi.
Ecco: è tempo di tracciare un primo bilancio di quello che già si pone come appuntamento destinato a coinvolgere sempre più persone e istituzioni.
Fra gli applausi dei tanti che hanno preso parte alla cerimonia la sera dell'8 marzo, è apparso chiarissimo quanto ce ne fosse bisogno.
A proclamare le vincitrici per il libro, il reportage e il progetto per un podcast sono stati rispettivamente il Presidente Carlo Feltrinelli, l’Amministratrice Delegata Alessandra Carra, la giornalista Lucia Annunziata e l’insegnante Franco Lorenzoni.
E nel citare alcuni fra coloro che si sono avvicendati sul palco ad annunciare i vincitori nelle diverse categorie, non possiamo non dire come il filo conduttore, il trait d'union che ha cucito nel segno del coraggio culture e persone diversissime, sia stato proprio lo spirito espresso nel corso di una vita intera da Inge Feltrinelli con il suo coraggio, la sua capacità di "scompaginare le teste" (come ha affettuosamente ricordato Piergaetano Marchetti, Presidente della Fondazione Corriere della Sera, nel suo intervento) e di reinventarsi, costruendo ponti, creando nessi e riempiendo di valore - quello più vero, più umano e profondo - ogni progetto cui abbia preso parte.
Ecco dunque un ripasso delle tre categorie nelle quali si è articolata la prima edizione del Premio, e dei rispettivi vincitori.
La vincitrice è la scrittrice Wayétu Moore con I draghi, il gigante le donne (Edizioni E/O), un’opera che vede il crudo realismo della guerra civile in Liberia intrecciarsi con l’ingenua fantasia di una giovanissima protagonista
Lettrici e lettori hanno potuto esprimere il proprio voto per scegliere uno dei titoli a firma femminile della cinquina composta da opere di fiction e non-fiction capaci di puntare i riflettori sulle nuove lotte a favore dei diritti.
La voglia di cambiamento e di riscatto che spinge le donne – così come uomini, bambini, migranti e lavoratori – a portare alla luce nuove battaglie per il riconoscimento dei propri diritti è la tematica principale che accomuna i cinque libri che hanno concorso in finale, dopo essere stati selezionati dal comitato di valutazione intermedia del Premio:
Alla Giuria di Lettori e Lettrici è stato affidato il compito di assegnare una menzione speciale del Premio Inge Feltrinelli all’opera ritenuta la più capace di far luce sui diritti violati, ponendo l'accento sulle richieste di riconoscimento e le nuove domande di tutela poste con urgenza dalle società contemporanee.
Per le opere di fiction e non-fiction, a salire sul palco è stata dunque Kerri Arsenault con il suo Mill Town. La resa dei conti, premiata da Piergaetano Marchetti, in rappresentanza di Bookcity, e da Ricardo Franco Levi, in rappresentanza di AIE, come l’opera capace di mettere al centro il “Tema emergente”. Il “Voto del pubblico” ha invece identificato Prostitute in rivolta. La lotta per i diritti delle sex worker di Molly Smith e Juno Mac come il titolo più capace di accendere la riflessione sulle richieste di riconoscimento e sulle nuove domande di tutela emerse nella società contemporanea, premiato sul palco da Nana Lohrengel, in rappresentanza di Scuola Librai Umberto e Elisabetta Mauri.
Tra le inchieste giornalistiche ha vinto La trilogia del confine: vite sospese tra Bielorussia e Polonia di Agata Kubis, efficace nella sua capacità di accendere i riflettori sull’esperienza dei migranti intrappolati nelle foreste sul confine tra Polonia e Bielorussia.
Una sezione, questa, dedicata ai lavori firmati da giornaliste di diverse età e nazionalità che – mettendo assieme reporting documentario scritto e reportage fotografico – mettono al centro la denuncia dei soprusi e la difesa dei diritti fondamentali della persona. Ecco gli altri lavori in gara:
La “Menzione Speciale alle fonti e ai linguaggi innovativi” è stata assegnata dal giornalista Ezio Mauro a The banality of brutality. 33 giorni sotto assedio a Bucha, in Ucraina di Elena Loginova e Yana Korniychu, mentre l’operazione giornalistica della testata indipendente Mada Masr è stata riconosciuta come il “Miglior progetto editoriale indipendente”.
Una cinquina arricchita dalle idee progettuali delle scuole secondarie di primo grado per realizzare podcast che evidenzino storie di giovani alle prese con la difesa delle libertà essenziali.
Ad aggiudicarsi il primo posto è PUNTOACAPO, il lavoro curato dalla classe 4D del Liceo Scientifico Pasquale Stanislao Mancini di Avellino che ripercorre, tra avversità e pregiudizi, il lungo e complesso itinerario di integrazione di donne rifugiate approdate in lrpinia in cerca di libertà. Ecco quali erano i progetti in gara.
È proprio in occasione della Giornata Internazionale dei diritti della donna che si sono avvicendate sul palco le vincitrici.
A decretarne la vittoria, elargendo anche le menzioni speciali, è stata chiamata una giuria internazionale composta dalla scrittrice e Premio Nobel Herta Müller, la scrittrice Simonetta Agnello Hornby, il Presidente del Pen International Burhan Sönmez, il fondatore e Direttore di Anagrama e attuale direttore Jorge Herralde, lo scrittore Cristoph Ransmayr, il giornalista Ezio Mauro, le giornaliste Simonetta Fiori e Lucia Annunziata, Riccardo Noury portavoce di Amnesty International, Cecilia Strada di ResQ – People Saving People, e l’insegnante Franco Lorenzoni.
Una prima edizione che ricorderemo, non c'è dubbio.
Il Premio Inge Feltrinelli è appena nato, ma la sua voce sa già farsi sentire, forte e chiara.
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