Regno Unito: AudioUK lancia un manifesto a sostegno dei contenuti audio

Anche l'orecchio vuole la sua parte!

Tra podcast, audiolibri e la sempre fedelissima radio... negli ultimi anni il settore audio è in forte ascesa in tutto il mondo.

Nel Regno Unito, questo settore è composto da più di 200 aziende che impiegano più di 2.000 persone e contribuiscono allo sviluppo delle altre industrie creative. AudioUK, l'associazione di categoria dei produttori di Podcast, Radio e Audiolibri, sostiene però che nonostante questa proliferazione di realtà dedicate ai contenuti audio nel mercato britannico, il settore non sia adeguatamente supportato.

Per questo motivo, AudioUK ha lanciato un manifesto in quattro punti che descrive dettagliatamente le politiche per sostenere e far crescere il settore della produzione audio del Regno Unito: "Sustained Exponential Growth" come riporta Publishing Perspectives.

1. Sgravi fiscali per la produzione audio, come quelli già in vigore per la televisione, il cinema, i videogiochi, l'animazione e altri settori produttivi, per incoraggiare gli investitori internazionali a sostenere i marchi con sede nel Regno Unito.

2. Finanziamenti per le competenze e la formazione nel settore audio, sulla falsariga dell'attuale UK Global Screen Fund, "per incrementare le opportunità internazionali di sviluppo, produzione, distribuzione e promozione".

3. Un fondo globale per la proprietà intellettuale dell'audio e un fondo rivisto per i contenuti audio del Regno Unito, la cui edizione pilota originale era in vigore tra il 2019 e il 2023 e "ha commissionato 165 progetti diversi a 91 fornitori, trasmessi su 350 stazioni commerciali e comunitarie".

4. Un'ulteriore competizione creativa nella radio e/o nell'audio della BBC, in cui la produzione audio non legata ai contenuti di BBC News potrebbe essere contesa da produttori indipendenti; poiché la BBC sposta una parte maggiore della produzione di questi contenuti nei BBC Studios. Secondo l'associazione, "i produttori audio esterni dovrebbero essere in grado di competere per il 100% delle produzioni della BBC non legate alle news".