Ci sentiamo tutti un po’ cantanti. Forse è colpa di quella recita all’asilo in cui ci siamo esibiti davanti a nonni, zii, mamme e papà. O forse è colpa del potere persuasivo della doccia, che chiama per forza di cose una canzone mentre il vapore si alza, il muro si riempie di muffa e il sapone scorre nei tubi.
Arriva il momento, però, in cui siamo schiaffeggiati dalla realtà, nuda e cruda. Riunione di famiglia, dopo un lauto pasto e tanto vino, nonna decide di riguardare i filmini della scuola materna. Ed eccolo, simile a un ultras delle peggiori curve, il te bambino non canta, urla raggiungendo frequenze sconosciute ai più. Tutto ciò in cui avevi sempre creduto si sgretola. Non eri un bravo cantante, anzi.
La speranza di essere migliorato con gli anni svanisce quando tuo cugino, quel nano malefico a cui hanno regalato un cellulare più bello del tuo, mostra alla tua prozia un video: sei tu. E canti. Barrisci più che altro.
Non siamo tutti un po’ cantanti. Lo siamo forse perché cantiamo, ma non perché siamo bravi. D’altronde, non tutti siamo come Madonna che prima di essere Madonna lavorava a Dunkin’ Donuts. Si sa, non tutte le ciambelle escono col buco…
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