Diario di bordo

Ogni tempo ha il suo fascismo

Immagine del post su Facebook di Fortunato Zinni

Immagine del post su Facebook di Fortunato Zinni

Mercoledì 22 febbraio 2023

Avete sicuramente seguito come tra Varsavia, Kiev e Mosca – tra Biden e Putin, Meloni, Zelensky e Berlusconi, la discussione su democrazia e dittatura sia arrivata – forse – a un punto di non ritorno.
E siccome siamo tutti coscienti di che cosa stia succedendo, vi segnalo questo post su Facebook di Fortunato Zinni. Zinni era un impiegato della Banca Nazionale dell’Agricoltura che sopravvisse alla strage di piazza Fontana il 12 dicembre 1969, ed è stato l’animatore dell’Associazione dei familiari delle vittime e della loro battaglia.
Zinni, che è stato anche sindaco socialista di Bresso, in sostanza è una persona che di fascismo se ne intende.
Qualche giorno fa ha postato l’immagine di una svastica, costruita usando i pali di recinzione del Museo dei Deportati al Parco Nord di Milano.
Come è stata possibile un’infamia simile?
Zinni ci informa così e mi sembra giusto segnalarlo oggi, per passare dai grandi scenari mondiali alle cose che succedono vicino a casa nostra:

“Cinque mesi fa, alle elezioni politiche, al Senato, dove i collegi uninominali per Milano e hinterland erano tre, l'unico collegio vinto dal centrosinistra è stato quello del centro, U 03, dove Antonio Misiani ha battuto Maria Cristina Cantù con il 39,07% dei voti. Nel Nord Milano, collegio U 04, Isabella Rauti stravince con il 45,34% dei voti su Emanuele Fiano, fermo al 30,90. All'affermazione della candidata paracadutata da Roma ( che io sappia a Bresso non si è mai vista) hanno contribuito anche 5.624 elettici ed elettori bressesi).Vittoria netta a Cologno, U 05, per Ignazio La Russa, volto fortissimo di Fratelli d'Italia, che intasca il 46,41% delle preferenze contro il 29,06 della sfidante Adriana Albini.
Da segnalare anche il ritorno in Senato di Silvio Berlusconi: l'ex premier ha vinto nel collegio uninominale di Monza con il 50,31. Nei collegi per la Camera nell'hinterland, nell'uninominale Lombardia 1 - U 04, Rozzano, vince Riccardo De Corato, ex consigliere regionale alla sicurezza che batte Ilaria Ramoni. A Legnano, collegio U 05, vince Laura Ravetto che supera il 50%, battendo Sara Bettinelli. Stessa storia a Cologno Monzese, collegio U 03, dove Maria Benedetta Lucrezia Mantovani (FdI) porta a casa il 43,84% lasciando fuori dal Parlamento Paolo Romano, fermo al 30,25.
Nel collegio U 06, quello di Sesto San Giovanni, vince un altro nome noto di Fratelli d'Italia, Marco Osnato, che supera - e non di poco - Matteo Mangili.
Sulla base del responso delle urne, si è costituito il Governo della Destra sovranista.
I risultati elettorali delle Regioni Lazio e Lombardia sono troppo recenti per infierire.
In tutti i luoghi dove la nostra memoria sembrava salva, ora la realtà dimostra che i valori fondanti della Costituzione antifascista scaturita dalla Resistenza appaiono solo sulla carta.
La maggioranza degli italiani ci ha voltato le spalle.
Serve un cambio di passo, un “altro mondo da costruire". È in atto un pesantissimo regresso rispetto agli sforzi di massa di raggiungere maggior consapevolezza, compiuti qualche decennio fa.

È ben altro e peggiore di uno sciagurato risultato elettorale: certi terreni possono dare solo certi frutti, ma non una volta sola: nel tempo a venire.
L’assalto squadrista di Firenze e l’ignobile svastica davanti al Monumento al Deportato del Parco Nord Milano, qualora ce ne fosse ancora bisogno dimostrano che “ogni tempo ha il suo fascismo": se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti”. Il monito di Primo Levi è più che mai attuale. Dobbiamo capire cosa è accaduto in così poco tempo nel Paese. Non serve cercare un capro espiatorio. Quella che dobbiamo mettere in campo è una nuova resistenza che recuperi la fiducia della nostra gente che si è sentita ingannata e delusa. Forse lo vedranno i nostri nipoti, o i nipoti dei nipoti ma a riprendere qui e subito la lotta spetta a noi”.

Per approfondire

Il fascismo eterno

Di Umberto Eco | La nave di Teseo, 2018

Se non ora, quando?

Di Primo Levi | Einaudi, 2014

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