I tagli di Fontana ce l'hanno insegnato più di sessant'anni fa: la vera arte non ha paura di passare oltre la superficie.
Oltre la tela, oltre un muro, oltre la dimensione del visibile: perché l'arte è una risonanza interiore, e apre porte fra dimensioni diverse. Non c'è da stupirsi, quindi, che le installazioni di Anish Kapoor, artista britannico di origine indiana noto per le sue superfici riflettenti e per i suoi neri più neri del nero (altro che il 4K dei televisori a schermo ultrapiatto di ultima generazione!), siano sempre in grado di suscitare emozione e stupore. Quando ci si avvicina a uno dei suoi holes, bisogna sperare di non cadere vittime della sindrome di Stendhal, ammaliati da tanta misteriosa bellezza. Soprattutto, bisogna sperare di non caderci dentro.
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Oltre la superficie. L'arte come continuum
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