Può una foto fare la differenza?
Gideon Mendel ha 63 anni ed è sudafricano. Si è dedicato alla fotografia documentando gli anni finali dell'apartheid. Poi ha puntato il suo sguardo in tutto il mondo con progetti sull'AIDS e sui tragici danni causati dai cambiamenti climatici.
Dal 2007 porta avanti il progetto "Drowning World" ("Il mondo che annega") realizzando ritratti in condizioni estreme, con un approccio che lo ha spostato da un reportage di taglio tradizionale ad una forma di racconto più concettuale e metaforico che ha accompagnato il suo crescente attivismo. Un lavoro che è stato esposto in gallerie, mostre, festival, ed utilizzato da Greenpeace ed Extinction Rebellion.
Attento a tutti gli aspetti della catastrofe climatica condivisa in tutto il pianeta, senza distinzioni sociali, senza esclusioni, Mendel ha fotografato nel Regno Unito (2007, 2014, 2016), in India (2007, 2014), Haiti (2008), Pakistan (2010), Australia (2011), Tailandia (2011), Nigeria (2012), Germania (2013), Filippine (2013), Brasile (2015), Bangladesh (2015), Stati Uniti (2015, 2017, 2018) e Francia (2016, 2018).
I suoi "Ritratti sommersi" intendono sottolineare l'urgenza di una situazione sempre più aggressivamente negata da governi, istituzioni e dall'industria del petrolio. Il sistema politico globale pare incapace di prendere decisioni significative e Mendel, con le sue immagini, vuole attirare l'attenzione col massimo impatto.
Nella foto: João Pereira de Araújo, Distretto Taquari, Rio Branco, Brasile, marzo 2015
Gli altri sguardi randagi
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