Tracce di Tito

Regali con il contrappasso

Regalare dischi, per Natale, una volta era più semplice.
E anche più economico, va detto. Ai tempi dei CD, tutti possedevano un'apparecchiatura, anche minimale, per ascoltarli.

Oggi il mondo sembra dividersi fra chi i dischi fisici non li ascolta proprio più, né CD né altro, perché si affida a Spotify (quindi meglio regalare un libro), e chi invece ha fatto il grande passo - avanti o indietro, a seconda dei punti di vista - verso il vinile, con relativi giradischi.

Direte voi: "Perfetto! che c'è di meglio che regalare un bel 33 giri, con la sua sontuosa copertina grande e, possibilmente, apribile?"
Il problema è che i nuovi appassionati di vinile sono, di norma, i più esigenti in campo musicale. Quelli con i gusti più precisi. Quelli che i dischi se li scelgono da soli, selezionandoli con cura. Se un certo album soddisfa i loro standard, è facile che l'abbiano già. Altrimenti, se non ce l'hanno, è probabile che lo abbiano bocciato.

A costoro, si corre dunque il rischio di regalare un doppione oppure, peggio, qualcosa che non ascolteranno mai, a priori. Non toglieranno neppure il cellophane.

Forse c'è una soluzione. Una specie di metodo del "contrappasso", per così dire. Donare un disco di un genere differente da quello amato dal destinatario, ma che possa sorprenderlo piacevolmente. Soddisfarlo anche se è di qualche passo fuori dal seminato. Faccio alcuni esempi...

La persona in questione adora il metal più classico? Regalatele In the Flat Field, capolavoro con cui esordirono i Bauhaus nel 1980. È post-punk, anzi, proprio dark. Ma ci sono riff di chitarra che tirano giù i muri (oltre alla tenebrosa voce di Peter Murphy, okay).

Di contro, se la persona sta facendo incetta di dischi di gente tipo Idles o Fontaines D.C. (già citati qui parecchie volte, lo so), proponetele qualcuno dei primi dischi dei Black Sabbath. Li troveranno martellanti, distorti e morbosi quanto piace a loro. (Il mio preferito è Master of Reality, che ha pure una vena psichedelica mica da ridere).

Un regalo per un appassionato di rap italiano che ha già tutto, in quel campo? Reset, ultimo album dei Bachi da Pietra, con le funamboliche e beffarde rime scritte, cantate - e talora recitate - da Giovanni Succi.

Che cosa mettere sotto all'albero di Natale di un adepto del rock classico, assai sensibile al fascino di grandiosità, complessità e virtuosismo? Un assaggio di Calibro 35, tanto per rimanere in Italia.

Il gioco potrebbe continuare a lungo. Trovare, dentro al repertorio di un genere, dischi con le caratteristiche di un altro genere. Anche per dimostrare che, in fondo, è proprio vero: la musica si divide soltanto in bella e brutta.
(E la bella, naturalmente, è quella che piace a me.)

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