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Amsterdam di David O. Russell

Un trio disomogeneo per l’epoca (un bianco, un afroamericano, una donna), al fine di onorare un patto stipulato durante la Prima Guerra Mondiale, si riunisce una quindicina di anni dopo per scacciare un pericolo sopravvenuto e inatteso.

Alla regia troviamo David O. Russell, un autore che si era fatto notare sulla scena internazionale – dopo un paio di commedie non trascendentali – proprio grazie a un’altra storia di comunanza sorta durante un conflitto (in quel caso si trattava di quello iracheno e sto naturalmente parlando di “Three Kings”, in tal frangente tutta al maschile), salvo poi sostanzialmente perdersi per un decennio, prima di incontrarsi con Christian Bale per “The Fighter”, conducendolo al suo finora unico (lo so, è incredibile) Oscar, come miglior attore non protagonista. Più che buoni anche “Il lato positivo – Silver Linings Playbook”, “American Hustle – L’apparenza inganna” e “Joy”, alternati ad altre operazioni discutibili.

In questo ping pong tra lungometraggi gustosi e dimenticabili, si inserisce “Amsterdam”, che schiera ai nastri di partenza nuovamente Bale (terza cooperazione) affiancato dalla Diva Margot Robbie e dall’astro in ascesa e figlio d’arte John David Washington.

Amsterdam (DVD)
Amsterdam (DVD) Di David O. Russell

Scritto e diretto dall'acclamato regista David O.Russell, questo film epico sul crimine vede tre amici intimi che si ritrovano al centro di una delle trame segrete più sconvolgenti nella storia americana. Basato su fatti che incontrano la finzione, il film ha come protagonisti Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, con Rami Malek e Robert De Niro.

In ruoli di secondo piano ma talora succosi, si notano Robert De Niro, Rami Malek, Mike Myers, Michael Shannon, Anya Taylor-Joy, Zoe Saldana, Chris Rock, Alessandro Nivola, Taylor Swift, Timothy Oliphant, Matthias Schoenaerts etc. Sceneggiatura, come di consueto, dello stesso Russell, la vecchia volpe Arnon Milchan tra i produttori, alla fotografia il genio messicano Emmanuel Lubezki (unico nella storia ad aver vinto tre Oscar di seguito nella sua categoria) e musiche di Daniel Pemberton. Insomma: di fatto impossibile fallire. 

Eppure, “Amsterdam” fatica a ingranare. Ci si siede pronti per uno spettacolo di quelli che sfondano le due ore ma solo in teoria. Per nostra fortuna si possono ammirare tre protagonisti nel pieno della loro maturità professionale, c’è un’ambientazione sfiziosa ma pare che tutta questa carne messa sul fuoco induca in difficoltà l’addetto alla griglia.

Come se rischiasse lo strabismo, dà la sensazione di non sapere quale peso dare alle varie fasi e ai vari personaggi, crea cattivi di cartone e non sfrutta l’appeal e la confezione extralusso che gli viene garantita dagli investitori. Quindi procede a strappi, lasciando lo spettatore a implorare che il passaggio successivo sia quello che finalmente apre – come un colpo di sciabola su uno champagne – il lungometraggio al quale si sta assistendo. Ma questo, ahimè, accade meno del previsto.

In sostanza: la percezione che rimane, al termine della visione, è quella di spreco. Era lecito attendersi un’opera in grado di consegnare un intrattenimento adatto a tutti i palati, ma alla fine dei conti si rimane con in mano l’attrezzo che cerca di far girare invano una vite in parte spanata. Non brutto ma deludente, date le premesse.

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