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L'anima delle città di Jan Brokken

Nessuno scrittore come Jan Brokken riesce a vagabondare nello spazio e nel tempo seguendo le sue grandi passioni, sulle tracce di artisti, musicisti e personaggi che hanno lasciato un’impronta nei luoghi più remoti.

Si sa muovere con intelligente curiosità, non a caccia di aneddoti bizzarri, ma di quegli aspetti più nascosti, o meno noti, di un artista che sono intrisi del luogo, delle mura, degli spazi vitali da cui è generata l’ispirazione artistica, quell'atto “poietico” che ha fatto di un processo, di un’azione, un’opera immortale.

L’anima delle città è una raccolta di piccoli saggi, versioni rielaborate di articoli e interviste e brani inediti scritti negli ultimi anni. Non è la nostalgia a far muovere i passi di Brokken, viaggiatore e reporter, ma un vivo entusiasmo: quella gioia, che ogni lettore conosce bene, e che lo porta a empatizzare con i luoghi vitali in cui si muove un autore amato.

L'anima delle città
L'anima delle città Di Jan Brokken;

Uno scrittore che è anche un viaggiatore, di cui sono raccolti qui articoli e saggi brevi nati dalla sua passione per l'arte, la letteratura e la musica. Di ogni artista che sceglie di raccontare, Brokken raccoglie un luogo e ce lo presenta come parte fondamentale del processo creativo delle loro opere.

Una serie di ritratti, sullo sfondo di una città, di un giardino, di un sentiero tra i ciliegi o di una camera d’albergo. Il lettore si muove a piccoli passi, come in un museo, tra le righe del libro, si sofferma incantato alle porte di una città. E così Amsterdam diventa un luogo in cui ci mettiamo sulle tracce delle sensazioni ed emozioni provate da Mahler in quella che viene definita la sua “patria musicale”’, la prima a comprendere tutta la grandezza del suo genio e le sue innovazioni musicali.

Ci sono spazi che diventano «centro spirituale dell’arte di un autore». Luoghi d’adozione che diventano siti di appartenenza in cui spazio e genio sembrano alimentarsi e influenzarsi reciprocamente, come succede sul sentiero tra i ciliegi, nella natura, a Kyoto dove ci sembra di scorgere ancora i pensieri fluttuanti del filosofo giapponese Kitaro Nishida, che si materializzano nei passi di Brokken che, sensibile esteta, ne ripercorre il cammino.

Con una discontinuità temporale, ma con una sua coerenza artistica, in una sorta di gioco d’emozioni, voltando le pagine ci ritroviamo nella Bologna di Giorgio Morandi, che diventa un piccolo mondo a sé, una sorta di monade in cui ritroviamo tutti quegli stimoli di cui il pittore si nutriva per le sue creazioni. E qui ci accorgiamo che il luogo della creazione, dell’ispirazione, può essere stretto fra muri e pareti, ma riesce a far gettare lo sguardo al di là del consueto, su nuove prospettive. Senza alcuna necessità di uscire dalla sua città – guscio, infatti – e dalla sua stanza protettiva e rassicurante, Morandi passa ore a studiare i giochi di luce e ombre, ed è solo il suo occhio che studiando e sezionando, riesce a catturare le minime impressioni e i cambiamenti sui soggetti da lui ripetutamente dipinti, che rimangono nel contempo sempre uguali e differenti. Scrive Brokken: l’artista «non aveva bisogno di molto spazio, purché quello spazio si trovasse nella sua città natale», luogo di cari affetti e ricordi in cui sfuggire il «suo tempo e tornare al passato».

Nelle strade, nelle case, nelle vie in cui si muovono i grandi personaggi del Novecento, nei luoghi imbevuti dei loro pensieri, Brokken si avvicina a loro a volte per improvvisi «riconoscimenti», condivisioni di emozioni, similitudini, ma talvolta anche per discordanze con la propria esperienza, ma sempre alla ricerca del bello, che sta all’origine dell’atto estetico. Seguendo la sequenza dei ritratti che ci propone, a poco a poco veniamo a conoscere qualcosa anche di lui, del suo passato, della sua infanzia. Scopriamo che nell’opposto egli trova forse un desiderio represso, una calma a volte invano ambita. Proprio per questo anche la sedentarietà di Morandi, di contro alla sua “irrequietezza” di scrittore viaggiatore, fa parte del suo vissuto, dei sogni che porta in viaggio con sé.

Muovendoci da una sala all’altra, in questo libro museo che sembra leggersi in movimento, ci aspetta un altro incontro, con un musicista dimenticato per anni e riscoperto solo con la perestrojka. Siamo nella cittadina lettone di Aizpute, la cui chiesetta solitaria gli suggerisce per analogia e «corrispondenza» quella particolare musica che «trascolora alle soglie del silenzio» creata da Peteris Vasks, che Brokken, spinto dall’entusiasmo, andrà a conoscere di persona a un concerto ad Amsterdam, dopo aver colto ogni sfumatura e voce dei luoghi, dei boschi nelle differenti stagioni della sua patria d’origine, dissolte dal suo genio e rese riconoscibili, a un orecchio esperto, nella sua musica.

Nella giocosa anarchia di incontri con i grandi interpreti del ‘900 scopriamo come lo spirito nomade di Brokken si trovi in sintonia con tutti quegli scrittori che anche in una stanza d’albergo hanno trovato un luogo ideale, quasi astratto, per concentrarsi sulla scrittura, come Nabokov. Uno spazio, una finestra di una camera, che ci sembra luogo in cui liberare la mente da ogni incombenza quotidiana, lasciando spaziare l’immaginazione e lo sguardo fuori di sé ,poiché riassume in sé la casa ideale che è per l’autore non un interno, ma una vista.

Alla ricerca dei luoghi immortalati nelle foto in bianco e nero «che evocano in me uno stato d’animo particolare», ci muoviamo con lui verso il posto magico in cui Debussy e l’amata figlia Chouchou hanno posato durante un picnic sotto i pini di Le Moulleau. E nella Bergamo di Donizetti ripercorriamo la vita e i momenti di creatività del musicista, seguendo l’autore che ritorna nei teatri che lo hanno reso celebre, nella casa-museo o nella stanza in cui trascorse gli ultimi mesi della sua vita.

Sempre con uno sguardo che pare cadere obliquamente sui luoghi e sugli artisti, Brokken sembra guardare il mondo e le persone da angoli insoliti, da dove scorge, con grande sensibilità, quei piccoli dettagli che creano emozioni. La casualità di un particolare, che apre possibilità di raccontare di una vita i luoghi dei processi creativi, è catturata sempre senza la curiosità morbosa di un biografo accanito, ma con l’empatia e l’entusiasmo di un amante dell’arte, della letteratura, della musica, di un esteta che ne sa cogliere ogni aspetto più fecondo.

Ciò che Brokken riesce a trasmettere al lettore è proprio la sua esuberanza, la gioia che conserva dell’infanzia quell’originario stupore, lo straniamento di fronte alla bellezza. Nelle sue indagini letterarie, se così possiamo chiamarle, ci trasporta in differenti mondi, ci porta con sé in quelle atmosfere, in quegli squarci di tempo che ha condiviso con artisti, in cui ci sembra perfino di vedere «quella luce a Dusseldorf, quella limpida luce immortale» che lo ha circondato durante l’intervista a Joseph Beuys e che gli rimane impressa nella memoria.

L’anima delle città è un viaggio coinvolgente e istruttivo tra ritratti affascinanti, che non ci obbliga all’impegno di un saggio: la lettura è infatti una delizia, un’avventurosa passeggiata in cui l’autore ci tiene per mano giocando con la sua presenza, ma sempre rimanendo alla giusta distanza, con il suo entusiasmo contagioso che trapela in ogni riga.

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Scrittore, giornalista e viaggiatore olandese, è noto per la capacità di raccontare i grandi protagonisti del mondo letterario e musicale. Nel 2023 gli è stato attribuito il "Premio Chatwin Una vita di viaggi e passione letteraria", riconoscimento speciale fuori concorso assegnato dal "Premio Chatwin camminando per il mondo" a personalità di spicco della letteratura di viaggio. Ha pubblicato numerosi romanzi di successo che la stampa ha avvicinato a Graham Greene e Bruce Chatwin, come l’esordio narrativo De Provincie (1984), da cui è stato tratto un film, Nella casa del pianista (Iperborea 2011) sulla vita di Youri Egorov e Anime baltiche (Iperborea 2014), viaggio in un cruciale ma dimenticato pezzo d’Europa. Iperborea ha inoltre pubblicato Bagliori a San Pietroburgo (2017), dedicato alla grande città della musica e della poesia russa e Jungle Rudy (2019), un omaggio al leggendario avventuriero e pioniere Rudy Truffino, e L'anima delle città (2021). Del 2023 La suite di Giava, sempre edito in Italia da Iperborea.In Olanda ha ricevuto il Premio alla carriera Gouden Ganzenveer, uno dei più importanti riconoscimenti nazionali.

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