Clitemnestra di Costanza Casati

Clitemnestra, “la celebre consigliera”. Un’etimologia che suona di menzogna. Clitemnestra è consigliera sì, ma del suo dolore, del suo odio. Li asseconda pagina dopo pagina in questo incredibile retelling mitologico che porta il suo nome. E il lettore non può far a meno di seguirla nella sua follia. Una follia che ha il sapore di verità e di giustizia. Costanza Casati con questo suo esordio letterario, edito da Sperling & Kupfer, ci accompagna in maniera magistrale, senza pretese di cambiamenti, in un’ambientazione storica dalle atmosfere epiche.

Eppure, l’attualità di cui è intessuto il libro è degna del miglior thriller psicologico: cresciamo con Clitemnestra in mezzo alla polvere dell’arena spartana, la conosciamo piccola principessa e curiosa bambina. Poi la vediamo diventare tenera madre e moglie accorta e, come una fiamma di luce che diventa fuoco ardente, si fa strada in noi tutta la sua indole ribelle e i suoi desideri soffocati. Fino alla perdita più grande: la strage improvvisa della sua famiglia attuata da Agamennone; il vincolo che la legherà indissolubilmente a lui e il sacrificio insensato della figlia Ifigenia. Micce di dolore infide e invisibili che nutrono Clitemnestra anno dopo anno di rabbia e di sete di vendetta.

Il silenzioso odio la annienta piano piano e alla fine incendia e travolge ogni cosa, portando anche noi nell’abisso. Ed è proprio lì, nel fondo più nero, che troviamo la via d’uscita e l’etimologia acquista significato.

Clitemnestra sa farsi consigliera di sé stessa: non ci sono divinità o fati a salvarla. La vita non soccombe, anzi implora respiro e urla a perdifiato una promessa di riscatto tutta umana. Tutta donna.

Costanza Casati ci offre l’occasione di indossare con Clitemnestra le sue maschere e le sue armature, per affrontare così le più grandi battaglie del mito: non quelle di uomini furiosi sul campo di Troia, ma quelle subdole e atroci tra le mura di una silenziosa reggia, dove Clitemnestra è sola e abbandonata di fronte al proprio dolore. Gli antipodi combattono una guerra logorante nel cuore della protagonista: sopruso e giustizia, annientamento e rinascita, odio e amore, potere e remissione. Costanza Casati delinea questi scontri come fiamme che ballano crudeli e insidiose, fino a divorare tutto e a trasformarlo in cenere. Ma è dalla cenere che si crea qualcosa di nuovo e Clitemnestra sa farsi regina di sé stessa. Trova in sé la forza per rinascere: resiste, non si arrende, guarda negli occhi la sua sofferenza, le dà un nome e combatte.

Un esempio di girl power ancestrale, una lezione di vita immortale, un libro dalla voce potente, uno stile incalzante, che scorre come una danza sfrenata. Nelle parole nuove e incisive di Costanza Casati riecheggia tutta l’essenza della tragedia eschilea: l’immensa forza divina della più intima fragilità umana.