Demon Slayer. Kimetsu no yaiba vol. 18 di Koyoharu Gotouge

Giappone, 1912-1926, periodo Taishō. È qui che si muove la storia di Tanjiro, primogenito di una grande famiglia. Senza padre, vive in una sperduta casa di montagna tra i boschi insieme ai suoi numerosi fratelli e sorelle.

Non sembra nulla di così nuovo rispetto a tante storie nate in Giappone, eppure qualcosa di strano c’è e lo scopriamo il giorno in cui Tanjiro, di ritorno dal villaggio, trova madre e fratelli massacrati. L’unica superstite è la sorella Nezuko.

E come spesso accade nei manga giapponesi, la storia non finisce qui. Umanità e malvagità si fondono. Nezuko è stata, infatti, trasformata in un demone, pur mantenendo pensieri ed emozioni umane. Tanjiro non si arrende: troverà una cura per sua sorella, la salverà. Lo seguiamo nel suo lungo viaggio, ma riuscirà a farla tornare?

Da quando è uscito, Demon Slayer non ha fatto che mietere vittime. In senso positivo, sia chiaro. Vittime che si sono trovate a sviluppare una dipendenza per la storia, tanto da non riuscire a comprarne un volume alla volta. Ammettiamolo, un volume è troppo breve, come facciamo ad essere soddisfatti così?

Ancora non sappiamo come andrà a finire la storia di Tanjiro, ma lo stiamo seguendo in ogni suo passo. Certo, non trovare i numeri 9 e 10 per un po’ ci ha frenati, alimentando solo di più la nostra voglia di sapere. Nezuko tornerà mai umana?

Nutrendoci di tavole e inchiostro, siamo arrivati al numero 18, l’ultimo uscito. Tanjiro sta combattendo, con l’aiuto di Tomioka, il perfido Akaza. Ma piano, stiamo correndo troppo. È ora di fare chiarezza. Tomioka è uno dei personaggi positivi della storia, un aiutante se vogliamo. È uno tra quelli che hanno convinto Tanjiro a diventare un Demon Slayer. Con i suoi capelli lunghi e neri, legati in una cosa bassa, è al fianco del protagonista nella lotta contro Akaza, uno dei peggiori demoni della storia.

Ma visto che Demon Slayer, come Tokyo Ghoul e altri manga, non è umanità contro mostruosità, ma interconnessione tra esse, si scopre che Akaza più di cento anni fa era un umano di nome Hakuji. Il demone alto e muscoloso dalla pelle chiara non è, quindi, sempre stato così… demoniaco?

Quello tra Tanjiro, Tomioka e Akaza non è uno scontro come tanti. Il demone, infatti, è una delle 12 Lune Demoniache, l’insieme dei demoni più potenti della storia, sottoposti diretti di Kibutsuji Muzan, progenitore della stirpe di esseri soprannaturali e, nemmeno sto a dirlo, main villain della serie.

È Muzan che crea i demoni, persino Nezuko è stata creata da lui. Ma allora qual è la differenza tra i demoni “normali” e le Lune Demoniache? Solo qualche dente in più, visi più spaventosi e più antipatia? Le 12 lune hanno ricevuto molto più sangue da Muzan e hanno così acquisito poteri e abilità smisurate. È questo il caso di Akaza, la Terza Luna Crescente.

Lo scontro diventa ogni tavola più complesso, Tanjiro e Tomioka non possono far altro che difendersi, non riescono ad attaccare. La battaglia diventa sempre più cruenta, ogni macchia di inchiostro che passa e sembra non avere un risvolto positivo.

È quando le abilità di Tanjiro, il suo olfatto sviluppato, la sua velocità, la sua abilità con la spada, sembrano non rispondere al meglio, che la situazione prende una piega inaspettata. Velocità, forza e tempo di reazione aumentano drasticamente, Tanjiro è riuscito ad accedere al Mondo Trasparente. Grazie a questo stato mentale, che strema il ragazzo, ma lo rende più forte di sempre, lo scontro ricomincia: è ora di tenere testa al demone.

Non posso dirvi come il numero 18 di Demon Slayer si conclude, uno perché vi darei uno spoiler non gradito, due perché la storia è ancora lunga. Devo, forse, privarvi della frenesia della lettura?