Capelli, lacrime e zanzare è un romanzo multigenerazionale in cui le vite di personaggi, talvolta sui generis, si mescolano alle vicissitudini di un Paese, lo Zambia, che cambia nel corso degli anni. Dai primi del Novecento ai nostri giorni, tra colonialismo, indipendenza e guerra tecnologica.
In Capelli, lacrime e zanzare si parla di sentimenti, di storie d’amore, talvolta travagliate e mai perfette. Ma anche di riscatto di famiglie che si amano e si odiano, di culture diverse che si incontrano e scontrano. E di progresso, ma anche di miseria e malattia.
A innescare i meccanismi che daranno vita alle vicissitudini di chi anima il libro è il colonialista Percy M. Clark. L’esplorazione delle Cascate Vittoria è il punto di partenza da cui si dipanano le storie delle generazioni di tre famiglie - una bianca, una nera e una mista - sono destinate a incontrarsi e intersecarsi, generando passioni e tradimenti, inganni e conquiste.
Una coloratissima saga familiare intrisa di atmosfere che ricordano Cent’anni di solitudine e I figli della mezzanotte, in cui mille piccole storie una più bella dell’altra si uniscono per dare vita alla storia della nascita di una nazione, lo Zambia.
Narrativa storica, realismo magico e fantascienza si combinano in un mix che fa apparire del tutto normale, anzi inevitabile, la presenza di personaggi come Sibilla, ricoperta di peli dalla testa ai piedi o di Matha, la cui cascata di lacrime non ha mai fine. Al loro fianco ci muoviamo sulla linea del tempo. Sibilla e Matha sono solo due dei pilastri di Capelli, lacrime e zanzare. Tra gli altri anche Agnes, una tennista inglese dell’alta borghesia bianca che perde la vista e si innamora dell’africano Ronald, e Jacob ossessionato dalla tecnologia.
La tecnologia, risultato dell’avanzare inesorabile dei tempi, determina gli uomini e la natura, risucchia e confonde. Essa è uno dei temi, insieme a malattie come AIDS o malaria, portata dalle zanzare. I piccoli e fastidiosi insetti sono infatti non soltanto l’elemento del titolo e la rovina di molti coloni agli inizi del Novecento, ma anche una voce forte all’interno del romanzo: tra un capitolo e l’altro, è proprio un coro di zanzare a commentare le gesta degli esseri umani, crogiolandosi nella loro stupidità e diffondendo, oltre alla malattia, il loro punto di vista. I decenni passano, le zanzare restano.
Capelli, lacrime e zanzare è la storia di destini che si incrociano, di uomini e donne che si amano e si odiano. Di popolazioni che cambiano, subiscono e crescono. Che cercano la loro indipendenza. Per rendere al meglio un Paese come lo Zambia, l’autrice Namwali Serpell ha utilizzato, nella stesura, numerosi termini africani che caratterizzano il romanzo e consentono la completa immersione nel mondo che vi è descritto.
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