Domani nella battaglia pensa a me, quando io ero mortale, e lascia cadere la tua lancia rugginosa. Che io pesi domani sopra la tua anima, che io sia piombo dentro al tuo petto e finiscano i tuoi giorni in sanguinosa battaglia. Domani nella battaglia pensa a me, dispera e muori
La vicenda ha inizio quando un'avventura erotica di Victor, il protagonista-narratore, si conclude tragicamente con la morte imprevedibile della donna, Marta, quasi una sconosciuta per lui che, in assenza del marito, lo aveva invitato a condividere con lei la serata di libertà e che poi, colta da un improvviso malore, era morta tra le sue braccia. Unico testimone di quella morte, unico depositario delle ultime parole di Marta, Victor sente il peso di quella specie di responsabilità (anche se qualsiasi suo intervento non avrebbe modificato le cose) e decide di conoscere il marito, la sorella e il padre della donna che aveva avuto con lui la più straordinaria delle intimità, quella della morte.
Emozioni, sensazioni, fantasie del protagonista coinvolgono il lettore nel fascino delle pagine di Marías che penetrano nelle pieghe più oscure delle nostre coscienze. Che cosa è invenzione e che cosa è fatto reale? Che cosa è letteratura e che cosa è vita? Finzione è quella parte della vita che noi stessi cerchiamo di costruire per esporla al giudizio degli altri, o è la stessa vita?
In un appartamento di Madrid, mentre sta facendo l'amore con il suo amante Victor, Marta muore all'improvviso. Quest'evento del tutto casuale e imprevedibile costringe l'uomo a tentare di ricostruire la vita spezzata di Marta, cercando le ragioni dell'accaduto.
Quali e quante sono le difese che ergiamo davanti a noi per non presentarci nudi (troppo ridicoli) agli occhi impietosi degli altri! In questo romanzo, oltre alla trama principale, altre vicende suffragano questa visione dell'ambiguità assoluta della vita, soprattutto il personaggio della prostituta.
Non si sa, non lo saprà mai nemmeno Victor, se quella ragazza è in realtà la sua ex moglie, chi potrà mai dire se il colloquio, l'abbordaggio, le parole della giovane prostituta sono finzione o se invece tutto corrisponde al normale approccio dell'amore prezzolato. Ma da quell'incontro per Victor inizia una riflessione su quel suo rapporto con Celia, la moglie, una voglia di risentirla, di rivederla che non ha niente a che vedere con l'amore, ma piuttosto col bisogno di alcuni riferimenti certi nella vita quotidiana. Da questo nasce quell'assurda incursione notturna nella casa di lei, un tempo la loro casa, il trovarla a letto con un altro uomo, la fuga precipitosa e l'amara constatazione che ben poco è rimasto di lui in quella casa e in quella vicenda.
Victor poi decide di parlare, di raccontare la sua notte con Marta a Luisa, sorella della morta, di rivelare tutte le paure, le incertezze, i dubbi di quella notte assurda. Nasce tra i due uno strano rapporto, quasi di complicità. Il colloquio che Victor ha poi con il marito, rivela come, il susseguirsi degli eventi di quella notte e poi il silenzio del giorno successivo, avevano determinato un concatenarsi di eventi che sarebbero stati ben diversi se la morte di Marta gli fosse stata annunciata. Eppure proprio quel silenzio gli aveva permesso di capire l'inganno di cui era vittima, di vendicarsi, di agire credendo che la vita fosse diversa da quella che era, fare quello che era giusto per lui fare se Marta fosse stata viva. Il caso! La vita è strana, può essere determinata da una frase, ma anche da un silenzio. Marías ci fa attraversare i pensieri del suo personaggio "da dentro", ci fa intuire le ragioni dell'altro, ci coinvolge in questa beffa del caso e del destino.
E appunto tutto può anche apparire una grande, tragica beffa, gli uomini, nella vita e nella morte, pedine di un gioco oscuro, di cui non possono e non sanno capire il senso.
Colui che racconta di solito si sa spiegare... raccontare è come convincere o farsi capire o far capire o far vedere e così tutto può essere compreso, anche le cose più infami...
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