Ennio di Giuseppe Tornatore

Il documentario, cesellato da Giuseppe Tornatore, è una cavalcata cronologica dedicata alla vita e all'opera di Ennio Morricone, costruita intorno ai suoi lucidissimi e commoventi ricordi.

Ho esaurito le lacrime stipate da anni. E poi mi chiedo: ma perché ascoltare per la millesima volta le stesse sonorità, i medesimi brani, le identiche note mi riduce così?

A volte la musica sorprende perché unita a immagini indelebili, ma con Morricone ci si rende conto che – caso rarissimo e ripetibile solo per una manciata scarsa di mostri sacri suoi colleghi – sono le immagini dei film che lui ha musicato che sorprendono proprio per via delle sue colonne sonore e non viceversa.

Ennio Morricone è esperienza emotiva che si reitera, è una catena interminabile di intuizioni benedette dal Dio del pentagramma, è oltre mezzo secolo della nostra Storia e vero patrimonio dell'umanità, è quel tappeto melodioso e di ricerca sperimentale che ha agito da contrappunto agli eventi di tanti decenni, è ciò che emozionava i nostri nonni, i nostri genitori, noi, i nostri figli, i nostri nipoti e oltre: Ennio Morricone è casa.

Una casa non appariscente e fin troppo umile, eppure accogliente e calorosa, un riparo dalla bruttura e un tuffo nel vuoto confortato da un paracadute fatto di pianoforti, chitarre, armoniche, scacciapensieri, trombe, timpani e qualsiasi altro oggetto potesse tramutarsi in suggestione sonora.

Nel film, che dura oltre due ore e mezza ma vola via, ci sono una caterva di brevi ricordi di personaggi celeberrimi che omaggiano con trascinato entusiasmo il Maestro, con la devozione con la quali i capi di stato vanno dal Papa. Da Gianni Morandi a Quentin Tarantino, da James Hetfield a Bruce Springsteen, da Pat Metheny a Edoardo Vianello e così via, in un tourbillon, senza fine, di amore e stima che lascia senza parole.

E noi, italiani già felici di imitare il western (non a caso modificando i nomi in artistici pseudonimi americanizzati), non ci siamo resi conto che stavamo radicalmente entrando nella Storia, modificandola, a partire dalle musiche degli spaghetti-western, proprio grazie a Morricone.

Mozart e Beethoven reggono da oltre duecento anni e così sarà per Ennio, prolifico e mai banale, mente colma di conoscenze del passato, cuore pieno di idee per il futuro, orecchio innovatore e interprete del presente.

In sostanza: avete perso fin troppo tempo a leggermi fin qui, correte subito a vedere Ennio, anzi, a sentire Ennio, Ennio Morricone.