A volte le cose non si trovano nel posto che sembrerebbe il più ovvio
Nessuno penserebbe mai, per esempio, che la squadra giusta per occuparsi di vecchi casi di omicidi irrisolti sia in una casa di riposo in Gran Bretagna, dove si riunisce il Club dei delitti del giovedì. Richard Osman offre ai suoi lettori un nuovo episodio delle rocambolesche indagini di Elizabeth, Joyce, Ibrahim e Ron, il terzo di quella che dovrebbe essere una tetralogia, tradotto in italiano da Roberta Corradin per SEM.
Nonostante vi sia continuità tra un romanzo e l’altro della serie, ognuno è leggibile separatamente. Ne Il colpo che mancò il bersaglio i quattro amici di Coopers Chase sono impegnati nell’obiettivo di scoprire chi abbia ucciso la giornalista Bethany Waites, misteriosamente scomparsa circa dieci anni prima mentre faceva ricerche su un caso di frode. Parallelamente, Elizabeth rimane coinvolta nei progetti di un uomo pericoloso, il Vichingo, e ha poco tempo a disposizione per decidere come agire e salvare una conoscenza del passato.
È un giovedì come tanti, uno di quelli in cui tutto sembra svolgersi all'insegna della normalità. Tranne che, per il Club dei delitti del giovedì, i guai sono sempre in agguato.
Lo scrittore inglese ha uno stile ricco di humor e una sensibilità particolare per dialoghi ben ritmati e scene a tratti surreali. I protagonisti, oltre a essere caratterizzati in modo convincente, sono una vera e propria forza della natura, capace di travolgere chiunque tenti di intralciarli con piani creativi e spesso esilaranti: Elizabeth, la ex spia, è la più concreta e schietta; Joyce dà l’impressione di essere la meno equipaggiata per la loro vocazione, invece dimostra di possedere grinta e tenacia; Ibrahim, lo psichiatra, è la voce della ragionevolezza; Ron, il sindacalista, è una testa calda con grande spirito d’osservazione. Attorno a loro si affollano personaggi irresistibili, da Bogdan e gli agenti Donna e Chris, abituati a trovarsi invischiati nelle bizzarrie del Club, agli alleati più inaspettati.
Vi conosco tutti da poco. Però in questa stanza, ognuno a suo modo, siete tutti completamente fuori di testa
L’intreccio, in cui si alternano la terza persona e la prima del diario di Joyce, stupisce fino alla fine non tanto per lo scioglimento della matassa di relazioni e crimini su cui i quattro indagano, quanto per la capacità di amalgamare elementi da romanzo poliziesco e commedia, tra gente anziana che impara a padroneggiare i social e antagonisti riluttanti, in certi casi costretti dalle circostanze a improvvisarsi loro stessi detective.
Tutto può ribaltarsi in un istante e stravolgere ogni ipotesi, spostando la direzione delle ricerche là dove nessuno immaginerebbe. Ciò che rimane costante, invece, è il gusto per i momenti conviviali, la forza del legame tra i membri del Club e i loro affetti, la coscienza del ruolo centrale dell’amicizia nelle loro vite. Questo permette loro di affrontare con una buona dose di spensieratezza le situazioni più spinose.
Davvero, non ha altra scelta. Brinda. Alle occasioni della vita
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